Il possibile ritorno di Cerci: tra fantasia (tanta) e realtà (pochissima)

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"Si torna dove si è stati bene", "certi amori non finiscono"... Potremmo usare questi e mille altri slogan per alimentare una bella suggestione di mercato che, però, con ogni probabilità rimarrà tale. Perché Alessio Cerci la scorsa estate ha fatto una scelta precisa: provare a fare il salto di qualità, giocare in Europa con un club blasonato. Una decisione anche legittima considerando quanto fatto vedere lo scorso anno, poi nessuno è in grado di prevedere il futuro e col senno di poi, forse sarebbe stato meglio rimanere in granata, sia per lui che per il Toro. Ma nel calcio, come nella vita, non si torna indietro.

I tifosi non meritano di essere illusi ed è bene chiarire subito che, per dirla alla Galliani, al 99,9 % periodico l' "Henry di Valmontone" non "tornerà a casa" né a gennaio né a fine stagione. Intanto per una questione meramente economica (è chiaro che se Cairo quattro mesi fa gli avesse proposto il rinnovo, accontentando le sue richieste economiche, Cerci avrebbe egualmente rifiutato). E qui arriviamo al secondo punto: le ambizioni. Quelle del buon Alessio sono decisamente differenti da quelle del buon Cairo. E se è vero che l'Atletico Madrid è pronto a lasciarlo partire, anche in prestito, è altrettanto importante considerare che, ora come ora, il Torino non ha il giusto appeal per andare a riprenderlo.

Un'ipotesi, dunque, da non tenere in considerazione. Per quanto sia difficile bisogna resettare le gesta di Cerci e del compare Ciro. I loro destini difficilmente si incroceranno più con la maglia granata. Tarpargli le ali non era giusto (siamo d'accordo...), ma non lo era neanche sostituirli con Amauri e Martinez. In ogni caso lasciamo questi discorsi al passato e pensiamo al futuro. Un futuro che si chiama gennaio: di calciatori interessanti a buon prezzo ce ne sono molti. A patto che, per una volta (una!), la realtà sia all'altezza della fantasia.

Twitter: @LBuconi