Il centrocampo del Torino è aleatorio, Mazzarri deve trovare un rimedio

La mancanza di forma ottimale e gli infortuni di alcuni giocatori hanno influito sull’equilibrio della squadra, ma ci sono anche questioni legate alla qualità del gioco prodotto.
03.10.2019 13:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Baselli e Berenguer
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Baselli e Berenguer
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Troppi gol subiti e pochi fatti in relazione alle ambizioni e alle aspettative denotano che il Torino non è una squadra che ha equilibrio. Problemi in difesa? Sicuramente. Problemi in attacco? Certo. E il centrocampo? Ecco, è proprio lì che si annida la questione.  La mediana è il fulcro della squadra ed è lì che fase difensiva e fase offensiva devono trovare il loro punto di forza. Così non è nel Torino e, infatti, il centrocampo è aleatorio.  I dieci gol subiti in sei partite collocano il Torino al tredicesimo posto in Serie A e i pochi tiri verso la porta avversaria, cinquantuno (quindicesimo) dei quali venticinque (sedicesimo) nello specchio, che si sono trasformati in dieci reti pongono i granata al nono posto in classifica.

Si è ancora nella fase iniziale del campionato è si possono apportare i correttivi, ma urge che ciò avvenga altrimenti poi sarà troppo tardi e a fine stagione anziché trovarsi in un posto utile per l’Europa League il Torino sarà arrivato più o meno nei pressi, ma ne resterà fuori. Il mercato estivo ha portato il solo Laxalt come rinforzo per il centrocampo,mancava numericamente un uomo per le fasce ed è arrivato, per il resto ci sono gli stessi giocatori della passata stagione. Mazzarri deve, quindi, fare con i giocatori che ha a disposizione: Ansaldi, De Silvestri, Laxalt e Ola Aina per le due fasce e Baselli, Lukic, Meïté e Rincon per la parte centrale. Ci sono anche Berenguer, Edera e Parigini, ma lo spagnolo è un jolly, definizione di Mazzarri, che può essere collocato tra il centrocampo e l’attacco e non ha il physique du rôle per essere considerato un terzino e gli altri due sono attaccanti esterni o ali che dir si voglia che possono semmai fare le seconde punte o i trequartisti.

Il Torino in questo avvio di stagione a parte gli errori individuali - passaggi sbagliati a livello di tiro, scelte infelici sul compagno da servire o impostazioni macchinose se non proprio non consone a uno sviluppo di gioco funzionale e sufficientemente rapido - stadi di forma non ottimali dovuti a prolungati impegni estivi con le Nazionali, Lukic, Ola Aina e Rincon, e infortuni, Ansaldi e Lukic, è mancato sul piano delle scalate, delle marcature preventive, del saltare l’uomo, delle verticalizzazioni, della gestione della palla, del riuscire a tenere alta la squadra, del creare superiorità numerica  e, soprattutto, dell’imprevedibilità. Sono cose che a sprazzi si sono anche viste, ma che non rappresentano una costante. Mazzarri scuramente può sotto questi aspetti ottenere di più dai giocatori soprattutto se tutti troveranno la condizione fisica ottimale e non ci saranno infortuni in attesa che magari nel mercato di gennaio la società voglia prendere un centrocampista di comprovata qualità che manca da tantissimo tempo al Torino. Sia ben chiaro un centrocampista non un attaccante esterno o un trequartista, insomma serve un giocatore che diriga il centrocampo avendo visione di gioco, gamba e piedi educati. Se poi all’interno dell’attuale rosa c’è un giocatore che può garantire tutto ciò tanto meglio e si applaudirà lui per aver tirato fuori queste caratteristiche e Mazzarri per averlo fatto sbocciare. L’importante è che il 24 maggio non ci siano rimpianti.