ESCLUSIVA TG – Mariani: “L’equivoco del Toro: è stato fatto un mercato che scontenterà troppi giocatori”

ESCLUSIVA TG – Mariani: “L’equivoco del Toro: è stato fatto un mercato che scontenterà troppi giocatori”
Pedro Mariani
Oggi alle 08:00Primo Piano
di Elena Rossin
fonte Elena Rossin

Pedro Mariani è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Mariani dopo aver fatto la trafila nelle giovanili del Torino vi ha giocato in prima squadra dal 1979 all’82 e poi dall’83 all’87. Attualmente si occupa di consulenza calcistica e insegna metodologia dell'allenamento in varie società sia in Italia sia all’estero. Con lui abbiamo parlato della sua ex squadra che dopo le amichevoli estive e a ridosso dell’inizio del campionato ha cambiato sistema di gioco senza però riuscire a convincere sul piano del gioco e dei risultati.

Il Torino pensato per il 4-2-3-1 è passato al 4-3-3 per dare maggiore copertura alla difesa e prima della chiusura del calciomercato è coso ai ripari prendendo nche un play, Asllani. Ma non si sa se questo sarà il modulo definitivo poiché Baroni ha detto che quando la squadra sarà al top della forma e avendo attaccanti di livello giocare con due punte come Zapata e Simeone è una possibilità. Lei che cosa ne pensa?
“Quando si costruisce una nuova era, via Vanoli è arrivato Baroni, la prassi è che il nuovo allenatore dice come vuole giocare e la società fa il mercato in base a quello che dice il mister. Al Torino però non ha funzionato così, infatti hanno iniziato a comprare e poi si sono ritrovati che il modulo che predilige l’allenatore non è fattibile e quindi l’allenatore e la squadra si sono dovuti adattare a quanto fatto in sede di mercato, mentre di solito è il contrario. E alla prima di campionato a San Siro con l’Inter il Torino ha perso, che di per sé ci sta, ma non subendo un 5 a 0. Quando si arriva alla prima di campionato la squadra può non essere ancora a posto a livello fisico, ma deve avere un’idea e un’identità di gioco fermo restando che durante la stagione ci possono essere delle varianti. Al Torino sono partiti per giocare in una certa maniera e poi il mercato ha imposto di giocare in un’altra e questo è una sorta di passo indietro poiché non è arrivato pronto alla prima di campionato in quanto è un cantiere troppo aperto”.

Lei come giudica il mercato fatto?
“Si direbbe un buon mercato rispetto a quello fatto nelle estati precedenti, però alla fine, come ho detto, la squadra è arrivata impreparata per l’inizio del campionato. Già l’anno scorso non vedevo bene Coco e se arriva qualcuno che ti offre 15 milioni, o quanti ne siano stati offerti, bisognava cederglielo subito. Questo per dire che il Torino, per me, ha problemi in difesa: Coco e Maripán non danno sicurezza infatti l’anno scorso abbiamo preso gol che non si possono vedere.  Il Toro ha un attacco sicuramente importante, un centrocampo sufficientemente importante fermo restando che Casadei deve “esplodere”, fare qualche cosa di più perché non basta quello che sta facendo. Quando si paga un giocatore 15 milioni  questo deve rendere, il Como quando spende una cifra così prende calciatori che sono fenomeni. Nico Paz, ad esempio, è costato 6,5 mln. Io l’anno scorso dissi che il Torino aveva pagato troppo Casadei, spendendo una cifra così si devono prendere giocatori che hanno i contro c…., passatemi il termine. Questo per Casadei è un anno decisivo e deve fare il cosiddetto salto di qualità e non restare un calciatore che fa una partita discreta e tre non altrettanto. E così tanti altri giocatori del Torino. Baroni deve trovare un metodo di gioco che si adatti il più possibile alle caratteristiche dei giocatori che ha in rosa, però se hai uno come Zapata, che tra poco sarà prontissimo, e un altro come Simeone allora non puoi giocare con il 4-2-3-1 e anche con il 4-3-3 vuol dire che uno dei due sta in panchina”.

Sta dicendo che l’attacco dei granata è importante, c’è Anche Adams, ma se si pensa alle cinque amichevoli estive e alle prime gare, Coppa Italia col Modena, Inter e Fiorentina, il Torino ha segnato solo cinque gol e fa molta fatica a rifornire di palloni utili gli attaccanti. Il problema sono i trequartisti e anche gli uomini di fascia compresi i terzini?
“Esatto, era proprio a questo che volevo arrivare: i terzini, ma anche il centrocampo. Il centrocampo nella fase di non possesso, quando hanno la palla gli altri, è fragile. Nella fase d’impostazione ancora, ancora, ma in quella d’interdizione la squadra subisce tanto. E’ vero che il campionato d’agosto conta poco, però fino ad un certo punto ed è anche indicativo. Infatti se si vanno a vedere le squadre che si sono comportate bene nel precampionato lo hanno fatto anche nelle prime due giornate. Il buongiorno lo si vede dal mattino. L’Inter aveva fatto così così e di fatti dopo la facile vittoria col Torino è andata a perdere in casa dell’Udinese. Noi invece subiamo e lo dimostrano i dati di Coco e Maripán e i gol che abbiamo preso l’anno scorso. Questo è legato al centrocampo perché non c’è chi fa da filtro. Il Torino ha fatto un mercato importante, ma Vlasic dove lo si fa giocare con il 4-3-3? Da esterno e, con tutto il rispetto, lo sanno anche i bambini che lui si esprime meglio se gioca alle spalle della punta o delle punte e che non può fare il terzo d’attacco. Si rischiano problemi legati a chi gioca e non gioca n relazione ai moduli utilizzati”.

Quindi approfondendo il discorso?
“Quando un giocatore sta in panchina finisce per essere insoddisfatto. L’allenatore quindi deve trovare una quadra. Se con mia moglie invito per cena gli amici e decidiamo di fare un primo, un secondo e un antipasto A e poi dopo mentre vado al mercato a fare la spesa mi fermo per strada e compro B, C e D allora poi diventa un problema cucinare ciò che avevamo pensato. Il Toro ha questo problema: qual è il modulo da adottare per tenere e valorizzare tutti?  Hai preso Ngonge, che è un buonissimo giocatore, però lo devi valorizzare. Hai tre attaccanti di buonissimo livello, ma chi gioca? Se utilizzi il 4-2-3-1 gli esterni giocano, ma come la metti con i tre attaccanti pur considerando i cambi? Sembra assurdo dirlo, ma nell’anno in cui il Torino torna a comprare un po’ più di giocatori c’è un equivoco di mercato legato al modulo del gioco. Arrivare alla terza di campionato e non sapere ancora che modulo si deve adottare, secondo me, è un grande problema, non so se mi spiego”.

I terzini, Lazaro, Pedersen, Biraghi e Nkounkou, i centrocampisti, Casadei, Asllani, Anjorin, Ilkhan, Gineitis, Ilic e Tameze, i trequartisti, Ngonge, Aboukhlal ambidestro, Vlasic e Njie, e gli attaccanti, Zapata, Simeone e Adams, escludendo i difensori centrali sono quindi ben 18 i giocatori coinvolti in questo discorso?
“Esatto. E’ proprio questo il problema se qualcuno finirà per non giocare o per farlo poco se ne andrà. Nello spogliatoio ci saranno dei mugugni. Come dicevo, Vlasic dove lo si fa giocare? Se vuoi attuare un metodo di gioco che accontenti tutti e che ti permetta di ruotare quanto più possibile i giocatori allora utilizzi il 3-5-2, però mi sembra di capire che sia il metodo di gioco al quale Baroni meno si adatta perché in una recentissima conferenza stampa ha parlato di avere come punti fermi quattro difensori e due esterni. E allora come fai? Ecco l’equivoco del Toro: è stato fatto un mercato che scontenterà troppi giocatori. E poi, non me ne voglia né il calciatore né nessun altro, ma Pedersen faceva la riserva nel Sassuolo nell’anno che retrocesse. Escludiamo pure dal discorso lo sfortunatissimo Schuurs, però per quel che riguarda gli esterni bassi e la difesa (Lazaro, Pedersen, Biraghi, Nkounkou, Ismajli, Maripán, Coco, Masina e Sazonov, ndr) non so quanti giocatori siano davvero affidabili, ammetto di non conoscere Nkounkou.
Io mi fido di Simeone che sicuramente è un giocatore che ha il temperamento da Toro e sappiamo che è forte. Ngonge non ha mai giocato da titolare per un intero campionato se non al Verona, ma non è la stessa cosa che giocare nel Toro. Ci sono troppe incognite e dopo due partite di campionato hai 1 punto e con ancora meno certezze al di là dei punti perché non si è ancora capito quale metodo di gioco sarà adottato e come sarà schierata la squadra in campo. A questo punto del campionato tutte le squadre, sia chi ha fatto punti sia chi non ne ha fatti, devono avere già ben chiara la loro identità. Il centrocampo a parte Vlasic è tutto una scommessa. Sinceramente non so ancora chi siano i titolari perché con Asllani o fai il 4-3-3 oppure il 3-5-2, ma sappiamo che Baroni non ama il 3-5-2 per cui ci saranno giocatori scontenti in quanto esclusi, magari anche fra i nuovi, o poco utilizzati nelle rotazioni”.

Durante questa sosta parecchi centrocampisti, Asllani, Gineitis, Ilkhan e Ilic, e difensori, Coco, Maripán, Masina e Pedersen, sono con le rispettive Nazionali e quindi Baroni  può fare prove però senza alcuni interpreti chiave e alla ripresa del campionato c’è la Roma, non proprio un avversario facile da affrontare.
“Il discorso non fa una piega. La Roma è una delle squadre che mi ha impressionato di più perché non pensavo che a inizio campionato fosse già così “gasperiniana” tanto più che ha cambiato molto ed è già così forte in un ambiente che è notoriamente caldissimo. Poi il calcio è strano e non è una scienza esatta per cui il Torino va a Roma e magari, con un po’ di fortuna e giocando male, vince. Ma a oggi non sappiamo ancora quale sarà il modulo, quando si costruisce una squadra bisogna farlo con criterio e io ho la sensazione che il Torino sia stato costruito invece con poco criterio. Abbiamo giocatori di livello dal centrocampo in su però con il 4-3-3 cambi un attaccante durante la partita, ma così ci sarà sempre uno fra Simeone, Zapata o Adams sta in panchina o addirittura non entra proprio. L’allenatore deve poi essere bravo ad ottenere il massimo d tutti, però ci sono tre attaccanti per un posto, mentre se giochi con il 3-5-2 è già diverso perché in campo vanno due attaccanti e cinque centrocampisti e puoi giocare con Asllani, Vlasic, Anjorin e Ngonge ed è già diverso. Però Baroni non si fida a giocare con la difesa a tre perché ha capito che la difesa non è fortissima, non lo dirà mai perché so come ragionano gli allenatori però è così. Ismajli è un giocatore bravissimo ed è quello che fra tutti mi piace di più, ma fa fatica a giocare un campionato intero e lo abbiamo visto anche all’Empoli. Al Torino ha già saltato l’inizio del campionato per problemi fisici. E in più vicino a lui servirebbe uno più giovane, molto forte fisicamente e molto rapido che gli dia una grande mano come accadeva all’Empoli. Lo ripeto, abbiamo una difesa che non mi convince. A questo punto mi aspettavo un Toro un po’ più pronto sia sul piano tattico sia su quello delle risposte tecniche. Con l’Inter la squadra è stata imbarazzante. Io ho giocato a calcio e veder prendere quei gol equivale a vedere un’amichevole con una squadra formata da persone prese per strada e messe insieme per fare una partita. Ho visto davvero cose brutte e non solo per i cinque gol subiti perché ci sono delle partite combattutissime che magari finiscono 5 a 3 o 4 a 3, ma nelle quali si vede un bel gioco e determinazione a fare risultato, ma non è stato così per il Torino a San Siro e se con la Roma gioca di nuovo così prende un’imbarcata di gol perché i giallorossi arrivano in area con dieci uomini”.

Cosa pensa del portiere Israel?
“Mi convince nel senso che gli fanno cinquanta tiri e fa quattro o cinque buone parate. Finora ha anche fatto buone parate e se nel primo tempo in Coppa Italia col Modena il Torino non ha subito gol è merito suo. Certamente è un buon portiere però ogni anno il Torino vende qualcuno. Milinkovic-Savic ha 28 anni ed è ancora giovane quindi avrei continuato con lui. Un portiere diventa bravo quando ha una difesa e un centrocampo forti. Ci sono stati molti portieri che sono diventati più forti di quello che erano grazie a difese stratosferiche, ad esempio Garella.
Il portiere del Torino va bene, mentre ho dubbi sul modulo, che non è stato ancora trovato, e sul centrocampo, che è formato da tutte scommesse. Secondo me, l’unico giocatore che può andare sul velluto è Simeone, che è uno di livello e ha la grinta da Toro. Ngonge è una mezza scommessa perché giocava a Verona con Baroni, ma poi a Napoli ha fatto panchina. Anjorin ha giocato pochissimo perché ha sempre avuto tanti infortuni e al Torino in ritiro ha saltato molti allenamenti con i compagni e non ha ancora mai giocato titolare. Casadei ha fatto vedere fiammate, qualche buona cosa, ma non è il giocatore continuo, di personalità e che fa gol o lo fa fare e che rompe il gioco degli avversari. E’ costato 15 milioni per cui aspettiamolo ancora un po’ perché è giovane, ma ad esempio il Como ha preso uno come Nico Paz. Il Como è forte, avrà anche perso con il Bologna però ha giocato da squadra fortissima e ha provato di continuo a fare gol. Noi invece siamo un cantiere troppo aperto e dopo più di 50 giorni, fra ritiro, amichevoli e tre partite ufficiali disputate, non sappiamo ancora come giocare, con chi, come, quando e perché. Troppe incertezze, io onestamente mi aspettavo un Toro un po’ più pronto. Ci sono squadre di medio bassa classifica che hanno più certezze di noi in difesa e a centrocampo. Biraghi una volta spingeva e scendeva come un forsennato, mentre adesso non più. Dobbiamo dire le cose come stanno".

Non è un obiettivo dichiarato, ma il Torino vorrebbe andare in Europa. E' irrealistico?
Il Toro vuole andare in Europa, ma con questa difesa e con questi esterni non ci va. Non mi stanco di ripeterlo: troppe scommesse. E poi chi è forte all’estero non sempre lo è in Italia. Il calcio più costoso è in Inghilterra perché girano più soldi, ma il campionato più difficile da interpretare e da giocare è quello italiano. Quanti giocatori arrivati in Italia da fenomeni poi da noi si sono ridimensionati? Una marea. Magari i più giovani non se lo ricordano, ma Liam Brady quando arrivò dal Liverpool alla Juventus non ha ingranato come sembrava potesse fare. Chi è forte in Belgio, in Germania o in Francia in Italia fa più fatica. Il Torino ha troppi giocatori che devono dimostrare, di davvero pronti non ne ha quasi nessuno, ad eccezione di Simeone. Lui è davvero una “bestia”, un giocatore da Toro, generoso, forte che fa gol e li fa fare, aiuta i compagni, ripiega quando occorre. Ma gli altri … Se per Coco ti offrono 15-18 milioni lo devi dare via subito perché è una plusvalenza mai vista. Comunque sempre Forza Toro!”.