ESCLUSIVA TG – Brugnoli: “Il Torino è incompleto: mancano degli esterni offensivi e non solo. Baroni è autorevole senza essere autoritario”

ESCLUSIVA TG – Brugnoli: “Il Torino è incompleto: mancano degli esterni offensivi e non solo. Baroni è autorevole senza essere autoritario”
Stefano Brugnoli
Oggi alle 08:00Primo Piano
di Elena Rossin
fonte Elena Rossin

Stefano Brugnoli è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Brugnoli è un allenatore, ha il patentino Uefa B, e allena i ragazzi di 12-13 anni  della scuola calcio d'élite Virtus Mandrio, frazione del comune di Correggio (RE), e grande tifoso granata. Con lui, che da anni segue i ritiri del Torino Fc, abbiamo parlato del nuovo corso intrapreso dai granata con Marco Baroni in panchina e fatto un bilancio del ritiro del Torino a Prato allo Stelvio finito ieri con l’amichevole con la Cremonese vinta dai granata per 4 a 1.

Da tanti anni segue il ritiro del Torino, come ha visto la squadra a Prato allo Stelvio?
“La squadra è incompleta e mancano soprattutto degli esterni offensivi, uno penso che arriverà da quanto si legge e comunque non saremo ancora a posto. E dietro forse un terzino e un centrale perché adesso Baroni sta provando Masina come centrale, però sembra che Cocco andrà via. La squadra è ancora un po' un cantiere mezzo aperto.
L'allenatore rispetto agli ultimi è autorevole senza essere autoritario. Juric e Vanoli erano forse più sanguini, passionali e urlatori. Baroni invece quando deve dire qualcosa lo dice, ma senza mai esagerare nei toni e molte volte dà anche dei rinforzi positivi e spesso dice bravo ai giocatori quando fanno una cosa fatta bene. Potrebbe essere una novità rispetto agli ultimi anni e probabilmente qualche giocatore, sto pensando a Ilic e Sanabria, in questo ritiro sembra che ci abbiano messo un po' più di voglia e impegno. Quando si cambia allenatore le gerarchie vengono sempre rivoluzionate e quindi c'è chi ci guadagna e c'è qualcuno che ci rimette. Però vedremo, il campionato è lungo e c’è bisogno di tutti”.

Baroni utilizza di base il 4-2-3-1 come aveva fatto Vanoli nella seconda parte dello scorso campionato. Che differenze ha notato?
“La differenza è che i giocatori sono meno statici, nel senso che ci sono molti più interscambi di ruoli tra i giocatori rispetto a prima che erano abbastanza fissi nelle loro posizioni. Estremizzando, l’anno scorso e anche con Juric tante volte sembrava di vedere un calciobalilla dove i giocatori erano fissi nelle loro posizioni e seppur ci fosse un discreto giro palla, ma non essendoci questa interscambiabilità si creavano meno spazi e quindi era più difficile andare al tiro in porta”.

Ha notato anche delle similitudini?
“Similitudini con Vanoli perché anche ieri nell’amichevole con la Cremonese Baroni nel primo tempo ha utilizzato il 4-2-3-1 o 4-4-2, come lo si vuole chiamare, mentre nel secondo tempo la difesa era a tre con due esterni a tutto campo, Dembélé e Balcot. Baroni lo trovo meno maniacale rispetto ai suoi due predecessori”.

Prima parlava di giocatori che ancora mancano, ma nello specifico in quali ruoli?
“Dipende sempre da obiettivi ci si dà. Per esempio il portiere che arriverà, Israel, è tutto da scoprire. Con la Cremonese Paleari ha fatto discretamente bene. Come esterni Pedersen non mi sembra che attualmente abbia una riserva se non Dembélé, a sinistra invece ci sono Lazaro, Masina, Biraghi, forse c’è un po' più di scelta. Chiaramente gli esterni-offensivi mancano e poi ci sono le due incognite: Zapata, sembra che sia un'incognita ormai quasi risolta, e Schuurs, è da vedere quando rientrerà e se rientrerà ai livelli di due anni fa sarà un ottimo acquisto, però c'è ancora un grande dubbio. Io a centrocampo non cambierei molto, salvo che qualcuno non sia ceduto e allora andrebbe sostituito. Mentre sugli esterni qualcosina in più e forse anche un centrale difensivo, come avevo detto all'inizio.

C'è qualche giocatore che durante il ritiro l’ha colpita positivamente? E qualcuno che invece non l’ha convinta del tutto?
“Mi è piaciuto molto Pedersen, l'ho visto molto meglio rispetto a quanto vedevo in campionato lo scorso anno. Come ho detto, Ilic e Sanabria sembra che abbiano un po' più di voglia. Per il resto, non ho visto giocatori in calo. Vlasic mi piace sempre, è uno che sa giocare in tante posizioni e anche Adams alla Cremonese ha fatto un bel gol e ha buona tecnica. Non mi era piaciuto Tameze nella prima amichevole con l’Ingolstadt, mentre con la Cremonese ha fatto molto meglio. Lazaro lo vedo meglio come esterno a tutta fascia o esterno alto, meno come quarto in una difesa a quattro che non è il suo posto”.

Fra i giovani qualcuno potrebbe emergere oppure sono ancora un po’ acerbi?
“Penso a Mullen, Gabellini e Cacciamani perché gli altri Dembélé e Balcot non li considero fra i giovani anche se lo sono perché hanno già partecipato a qualche altro ritiro. Mullen mi è sembrato un ragazzo fisicamente ben strutturato che gioca in maniera molto semplice, poi c'è da vedere con avversari un po' più forti cosa riuscirebbe a fare. Gabellini mi è piaciuto molto di più oggi rispetto all’altra amichevole. Cacciamani ha una bella velocità e potrebbe essere un esterno capace di fare bene. Nell'ambito degli esterni mi viene in mente che c'è anche Njie che è appena rientrato da un infortunio e potrebbe dare una bella mano”.

E del giovane portiere Siviero che cosa pensa?
“L'ho visto solo in allenamento e mi sembra bravo. Però vedere un giocatore solo in allenamento è diverso dal vederlo in partita, anche perché il calcio è pieno di giocatori che in allenamento fanno bene e in partita fanno male. O giocatori che addirittura fanno viceversa emergendo di più in partita rispetto all’allenamento. Penso però che lanciare adesso Siviero sia prematuro, magari un buon prestito in una serie minore, B o forse anche C, potrebbe fare al caso suo. Del resto tanti portieri sono partiti dalle serie minori, come Carnesecchi dell'Atalanta che si è fatto i suoi due o tre anni di gavetta per poi prendersi il posto da titolare a Bergamo. Penso che la strada per Siviero non sia quella di fare il terzo portiere, che è un ruolo che sta molto bene a Donnarumma, ma sia quella di andare a giocare perché so lo giocando può esprimere il suo valore”.

E’ molto presto e la squadra non è ancora formata del tutto, ma se il campionato del Torino iniziasse domani dove potrebbe più o meno piazzarsi?
“Intanto una dietro l'abbiamo messa vista la vittoria di ieri sulla Cremonese e servirebbero solo altre due da far finire dietro e sarebbe tutto più facile. Il Torino lo vedo come lo scorso anno nel senso che può lottare per il decimo posto, attualmente non di più. Anzi forse sarà anche difficile arrivare come l’anno scorso undicesimi, adesso come adesso. Poi se si prendono due esterni forti, se Ngonge si rivela un bel acquisto, se rientra Zapata e anche Schuurs, se arriva Aboukhlal e se Anjorin gioca e non è infortunato allora si potranno avere anche prospettive più grandi. Però purtroppo penso, e gli ultimi anni del calcio italiano l’hanno dimostrato, che ci siano 7-8 squadre che hanno qualcosa in più. C'è da sperare per andare in Europa che il Torino faccia tutto bene e due o tre falliscano completamente l'annata. E poi magari in una combinazione favorevole con due o tre squadre che vincano le coppe europee. Per esempio, due anni fa se la Fiorentina avesse vinto la Conference noi saremmo andati in Conference, pur non meritandolo più di tanto. Con 5 in Europa e 3 vincitrici di Coppe, sarebbero andate l’anno successivo 9 squadre italiane nelle varie coppe internazionali e invece la Fiorentina ha perso la finale e noi siamo arrivati noni alla pari col Napoli che nell'ultima giornata si guardò bene dal battere il Lecce per evitare di andare in Conference e noi perdemmo con l’Atalanta”.

Ma pensa che il Torino potrebbe piazzarsi in un posto utile per accedere a qualche coppa europea?
“Penso che il discorso Europa sia un sogno irrealizzabile perché il Torino non è migliorato rispetto all'anno scorso e non ha colmato il gap con le altre squadre. Occorrerebbe, come dicevo prima, che tre o quattro squadre fallissero completamente l'annata e se la falliscono può andare bene a noi, però la vedo molto difficile. Io mi concentrerei più sul salvarci senza patemi e sperare di fare qualche punto all'inizio perché abbiamo un calendario veramente tosto, per non dire peggio. Nelle prime dieci giornate incontreremo, se non sbaglio, otto squadre che l'anno scorso sono finite davanti a noi. Se si dovesse mai partire male e poi nella seconda parte del girone d’andata si affrontassero squadre del nostro livello con noi che abbiamo sette o otto punti e loro 12 o 13 ci troveremmo nella situazione di disputare gare con il nervosismo di dover fare punti, mentre le nostre avversarie giocherebbero più tranquille e allora diventerebbe più difficile conquistare punti. Quindi sarebbe bene nelle prime dieci giornate fare qualche exploit per poter arrivare alla decima gara in una posizione attorno alla tredicesima o quattordicesima posizione. Non faccio sogni pindarici, la realtà è questa”.