ESCLUSIVA TG - Trevisan “Caniggia” (tifoso del Toro): “Vedo un Torino in stile Glasnost e Perestrojka. La speranza è che Cairo se ne vada”

Luca Trevisan, tifoso del Toro che lavora a “Radio Gamma 5” di Padova. Luca è conosciuto da molti come “Caniggia”, è stato intervistato da TorinoGranata.it. Ecco che cosa ha detto sull’attuale squadra allenata da Baroni e sul mercato del Torino.
Il Torino è in ritiro e lei puntualmente è presente, come ha visto la squadra?
“E’ il quarantesimo ritiro, è ho visto un Torino completamente da costruire per quanto riguarda il parto offensivo, perché manca il tridente. Speriamo che nei prossimi giorni arrivino i giocatori che servono. Ho visto Baroni impegnarsi in tutte le maniere, escogitare tutti i moduli possibili per mettere la squadra in campo. Ecco perché dico che vedo una squadra da ristrutturare, stile Glasnost e Perestrojka parole che significano trasparenza e ristrutturazione. E con la ristrutturazione partirei dalla società. Mi auguro che dopo vent'anni di non proprio onorata carriera, scusate il termine, da parte di Cairo si possa ripartire con nuove speranze. Questo è il mio sogno più elevato che porto oggi in ritiro per la quarantesima volta in 40 anni”.
Ha parlato dell’attacco, ma la difesa come la vede?
“In difesa, tutto sommato, qualche pilastro dovrebbe esserci. Mi riferisco al nuovo arrivo dall’Empoli Ismajli. Coco non so se rimarrà e il portiere è sicuramente da acquistare. Sinceramente non avrei mai pensato di prendere Franco Israel, anche per gli ovvi motivi di finanziamento indiretto alla Juventus (lo Sporting Lisbona in caso di cessione deve dare una percentuale al club bianconero come da clausola, ndr) e avrei puntato su qualche altro portiere visto che di nomi se ne erano fatti una caterva e poi arriverà questo. Per il resto la difesa è strutturata, anche se ho visto Baroni approvare la difesa a tre rispetto alla consueta a quattro che è un classico del suo sistema di gioco”.
E cosa pensa del nuovo allenatore Baroni?
“A me non dispiace, è un po' tranquillo se lo si confronta con gli ultimi due che abbiamo avuto, Juric e Vanoli. Ma ricordo bene, viso che non abito distante da Verona, il miracolo strepitoso che ha fatto salvando l'Hellas con prestazioni in maiuscole. Per cui come minimo tutto andrà bene, però avere un Toro sempre nella quint’essenza della mediocrità, ultimo nella parte sinistra o primo oppure secondo in basso nella parte destra, sta stancando un po' più del dovuto. Il mio augurio, lo ripeto, è un avvento nuovo per quanto riguarda la dirigenza. Ho visto che qualcosa di unitario si è costituito nella piazza granata e c’è un po' di astio nei confronti di questa presidenza. Quando parlo in radio della dirigenza granata lo faccio in maniera più negativa, soprattutto negli ultimi tempi, per un motivo semplice: i derby su trenta giocati una sola vittoria per cui non si può dire nulla. In Europa ci siamo andati solo due volte per demeriti altrui, Parma e Milan. E se vediamo la classifica è meglio lasciar perdere. Serve qualcosa che ci riporti orgoglio, forza, carattere, determinazione e rivedere un po' di quel tremendismo granata che eravamo felici di avere nei tempi passati”.
Facile dire che non sta con Cairo.
“Penso che Cairo abbia fatto il suo tempo. 20 anni sono tanti, ha raggiunto questo Guinness dei Primati, non mi ha fatto piacere vedere che ha superato come longevità da presidente il grande Orfeo Pianelli, però purtroppo dobbiamo sorbirci anche questo. Spiritualmente spero che cambino i vertici societari, poi i colori, lo spirito, il granata, il tremendismo rimane sempre lo stesso indipendentemente da chi scende in campo, vado ovunque seguendo il Toro perché è una fede, una malattia che non va mai via. E quindi sono qui a Prato allo Stelvio speranzoso che arrivi una nuova dirigenza che riparta da zero. Ovviamente c’è qualcuno, anche che telefona in radio e mi dice che se va via Cairo magari arriva l'arabo che per sei mesi dà speranza e poi finiamo peggio di adesso. Certo potrebbe essere un salto nel vuoto, però a questo punto, piuttosto di vivere mediocremente per i prossimi 4 lustri, quindi per altri 20 anni, è sicuramente meglio correre il rischio facendo un salto nel buio. Sì, lo si può fare tranquillamente”.
Ma c’è qualche cosa che da tifoso del Toro la rende felice malgrado tutto?
“Sì, vedere il 12esmo uomo in campo sempre presente, questo è quello che dà felicità. Vedere tanti giovincelli e ce ne sono anche qui, ma ogni tanto portarli in Europa sarebbe anche utile. Lasciamo perdere la boutade di quest'anno sul 90% di giocatori presenti in ritiro. Ovviamente non ci credeva nessuno, ma magari almeno il 50% sì e invece neppure questo purtroppo. Infatti di facce nuove ci sono solo i due arrivati dall'Empoli Ismajli e Anjorin e basta. Persino Milinkovic-Savic che sarà ceduto e se ne parla da settimane è sempre qui. Dovrebbe arrivare Ngonge e c’è chi dice che sia nascosto in albergo: un'esagerazione.
In questo frangente Cairo ci ha unito tutti nella protesta pacifica e se abbandonasse la scena sarebbe sicuramente utile”.
Cosa pensa di questa location per il ritiro?
“E’ un posto strepitoso, in 40 anni ne ho visti tanti e questo dal un punto di vista dell’impiantistica è davvero strepitoso. E’ vero che stare qui per i tifosi ha costi elevati, arrivare per molti è scomodo in quanto lontano e che i locali parlano tedesco e poco l’italiano, tutto quello che si vuole, però non è assolutamente male il posto, è bellissimo. Anche il clima è favorevole, c’è un'abbondanza d'acqua mostruosa, le mele, altamente trattate, ma ci sono così come le albicocche, le fragole e i cavolfiori, si mangia da Dio seppur costi caro. Venire qui sicuramente permette di scappare dall'afa delle nostre città piene di cemento”.
Prima parlava di speranza.
“Già, Glasnost, trasparenza che non c’è mai stata da quando c’è Cairo e poi la ristrutturazione per riportare un po' di orgoglio e quant'altro, insomma tutto quello che ultimamente non stiamo più vedendo. La fede granata è appunto fede, lo sappiamo benissimo e quindi dobbiamo essere presenti indipendentemente da tutto.
Sabato vedremo l’amichevole con la Cremonese, neopromossa in A, ma non sono queste partite che danno il senso della realtà della squadra perché sono abbastanza ingannevoli. Ricordo in passato di tornei estivi vinti che facevano sognare e poi a fine campionato si arrivava ultimi nella parte sinistra della classifica o primi e secondi in quella destra. Noi tifosi continuiamo a sperare e non molliamo, questo è importante. Dubcek, uno dei leader della primavera di Praga, diceva che la speranza è l'ultima a morire e chi la perde, perde il senso del suo futuro. Il nostro futuro è assolutamente granata per l’eternità e non lo perdiamo assolutamente, però se cambiasse il vertice societario forse vivremo tutti meglio. Dobbiamo dare un po' di fiducia e speranza anche ai bambini, ne vedo tanti qui, fa piacere vedere le nuove leve che malgrado tutto tifano Toro, ma serve dare loro qualche risultato sportivo perché il piazzamento in classifica fa la differenza, è inutile girarci attorno e non bastano la fede e la malattia che non va più via, però, ripeto, serve portare in dote qualche risultato favorevole e non ritrovarci a metà campionato, o giù di lì, se tutto va bene ad essere salvi senza poter ambire ad altro come accaduto in questi ultimi anni”,
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