ESCLUSIVA TG – Ardito: “Il Torino si è risollevato e d’ora in poi, a iniziare dal Como, conta la continuità di prestazioni e risultati. Paleari è in un momento top”
Andrea Ardito è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Ardito ha giocato nel Torino dal 2005 al 2007 e in precedenza e successivamente nel Como dal 1999 al 2002 e poi dal 2009 al 2015. Attualmente è il direttore tecnico dell’Alta Brianza e si occupa soprattutto del settore giovanile. Con lui abbiamo parlato dei granata che affronteranno lunedì sera i lariani.
Riprende il campionato, il Torino arriva da un filotto di 6 partite con risultati utili consecutivi, ma nel frattempo si è infortunato Simeone, che è il capocannoniere, e anche Ilic non sarà disponibile. E lunedì sera l’avversario sarà il Como, che è una nuova realtà. Lei come vede il Torino?
“E’ molto positivo che abbia avuto una reazione importante in un momento veramente delicato. Prima della partita a Roma con la Lazio sembrava che l'allenatore Baroni dovesse essere esonerato e che fosse un'altra stagione negativa, invece da quella partita in poi la squadra ha avuto una reazione importante, l'allenatore ha cambiato il sistema di gioco, quindi vuol dire che si è messo in discussione in persona per trovare soluzioni e per uscire dai problemi che riscontrava. Da allora ci sono state partite quasi tutte molto positive, l'unica un pochino meno quella col Pisa. Infatti inizialmente si era messa su un binario negativo, ma poi c’è stata la reazione nel quarto d'ora finale del primo tempo ed è stata una reazione veramente da Toro, un quarto d'ora granata con 5-6 palle gol e anche il quel caso il trascinatore era stato Simeone. Quindi è un po’ preoccupare, al di là della qualità del giocatore, che non ci sarà nelle prossime partite perché è diventato un uomo importante per questa squadra e l'ha fatto molto velocemente. Non è così facile che appena un giocatore arriva in una nuova squadra riesca ad avere un impatto anche a livello caratteriale, mentale come ha avuto lui. Sicuramente sarà un'assenza che peserà. Spero che anche Zapata possa beneficiare un po' dall’assenza di Simeone per ritrovare il minutaggio perché vorrebbe dire che sta bene. Per il Toro anche Zapata diventa un giocatore importante nel momento in cui è recuperato.
La fotografia del Toro è questa, positiva per il periodo dalla l’ultima gara prima della seconda sosta a alla fine della terza sosta del campionato perché ha cambiato marcia e non era facile e scontato visto un po' anche la contestazione che stanno vivendo la squadra e la società”.
La squadra è stata fischiata solo dopo partite con prestazioni non all’altezza e conseguenti risultati negativi.
“Sì è vero, mentre la società ormai è contestata perennemente però io ho vissuto il Toro e il bello di giocare in questa squadra era che continuamente venivamo caricati dai nostri tifosi adesso invece i giocatori vanno in campo e sentono non molti cori d’incitamento, ma, anche se non li riguardano, cori di contestazione contro la società e quindi si perde qualche cosa. Poi il Toro è il Toro, è una passione continua, una carica che ti trasmette la Curva allo stadio e che la ributti in campo mentre giochi. Tutto ciò un po' manca in questo periodo, spero che le prestazioni positive e i risultati possano riportare un po' di serenità a tutto l'ambiente”.
E del Como cosa pensa?
“Ormai il Como non è più tanto una sorpresa quanto una nuova realtà del calcio italiano. C'è poco da girarci intorno perché ha una società che in questo momento ha potenzialità economiche immense e penso che forse sia la società più ricca nel calcio italiano. Ha il vantaggio di non disputare le coppe momentaneamente e quindi non ha neanche il fair play finanziario che può magari bloccargli un po' gli investimenti che fa nei giocatori. Il Como ha un progetto ben chiaro infatti magari non va a prendere grandi campioni, ma potenziali campioni e ha allestito una squadra molto giovane che però ha giocatori di grande intensità e di grandissima qualità. Mettendo in campo una squadra con queste caratteristiche diventa veramente difficile da affrontare e finora, secondo me, è riuscito a farlo soprattutto con le grandi, con il Napoli, con la Juventus e con la Lazio, disputando partite proprio belle da vedere e quasi dominando gli avversari, mentre con le squadre medie e di bassa classifica ha fatto un pochino più di fatica perché gli avversari si chiudono e magari lo vanno a prendere in maniera forte anche a livello fisico. Però il Como è una squadra forte che, per me, ha tutte le carte in regola per provare a entrare in Europa”.
Anche il Torino, lasciando perdere le gare con Inter e Atalanta con le altre grandi ha fatto bene, ha battuto la Roma e il Napoli e ha pareggiato con Lazio e Bologna, però quando deve fare la partita, e non cosa solo di quest'anno, fa più fatica infatti fa meglio quando si chiude dietro per poi ripartire. E prima della fine del girone d’andata dovrà affrontare soprattutto avversari che sono squadre medio-piccole.
“La partita col Pisa è stata lampante da questo punto di vista, però magari sono anche caratteristiche della squadra o momenti. Il Torino è una squadra che comunque ha vissuto un periodo difficile anche a livello mentale e quando accade non è facile imporre il proprio gioco, ma devi comunque metterti lì e lottare e battagliare ed è quello che il Toro ha fatto e l'ha fatto bene come nella gara con la Roma, che ho visto, ha disputato una partita, secondo me, quasi perfetta: si è chiuso bene e ripartiva. Col Napoli lo stesso e pure con la Juve anche se non è stata una partita spumeggiante, però il Toro ha fatto una partita da Toro, un derby giocato bene da squadra. Secondo me, sarà così anche col Como, a loro si pensa come a una squadra di provincia ma invece affrontano le partite come una grande e quindi magari il Toro può essere avvantaggiato per il momento che sta vivendo e per quello che riesce a mettere in campo visto che fa sempre partite organizzate, attente e battagliando sportivamente e il Como questo lo soffre un po', quindi potrebbe essere un po' questa la chiave tattica della partita”.
Prima giustamente parlava di Simeone, che non ci sarà sicuramente contro il Como e non ci sarà anche nelle partite successive per almeno un mesetto. Davanti dovrebbe giocare Adams, perché Zapata finora non ha mai giocato dall’inizio, e quindi Baroni molto probabilmente gli affiancherà Ngonge. Non avere più Simeone in campo quanto potrebbe cambiare le certezze del Torino?
“Sicuramente cambiano le caratteristiche e magari anche l'affinità che si è creata in queste partite, però Adams è comunque un ottimo giocatore che è già da più di un anno al Torino quindi conosce i compagni e i compagni conoscono lui. La cosa che sicuramente cambia è quello che ho detto prima, Simeone oltre alla qualità in questo momento era proprio un trascinatore in campo, era un po' lo Zapata prima dell'infortunio dell'anno scorso che metteva oltre alle proprie qualità la capacità di essere un trascinatore e i compagni quando hanno in campo un giocatore così riescono a dare anche di più perché sono più sereni e sanno che comunque con loro c’è un giocatore che in qualsiasi momento può dare loro una mano a superare un momento di difficoltà della gara e che può risolvere la partita. Questo sicuramente mancherà un po' alla squadra, però poi in campo comunque vanno due giocatori, Adams e Ngonge che hanno ottime qualità e si spera che piano piano Ngonge riesca a ritrovare quelle qualità che ha fatto vedere di avere e sapere mettere in campo negli anni passati”.
Al Torino finora sono mancati i gol dei centrocampisti, Casadei e Vlasic, hanno segnato in Coppa Italia, e il Torino in generale ha segnato poco, 10 gol in 11 partite di cui uno è stato un autogol e il 40% dei gol li ha fatti Simeone. Cosa può inventarsi Baroni per far sì che i suoi attaccanti vengano riforniti meglio e di più?
“Deve riuscire a rendere più propositivi in giocatori in campo, indipendentemente dal sistema di gioco. Tra l’altro il 5-3-2 o il 3-5-2 poche squadre riescono a farlo diventare un modo di giocare molto offensivo perché è quasi sempre un sistema di gioco che ti dà più certezze in fase difensiva poiché garantisce una maggiore solidità e organizzazione, però che non fa creare tantissime occasioni da gol. Passare alla difesa a tre e alle due punte in quel momento in cui Baroni ha cambiato serviva al Torino per ritrovare qualche certezza e adesso qualche certezza l'ha trovata può essere anche il momento che Baroni trovi soluzioni un pochino più offensive per mettere gli attaccanti in condizione di poter avere più occasioni da gol e di conseguenza far arrivare in zona conclusiva anche i centrocampisti con più continuità”.
Parlando della difesa, nelle ultime quattro partite in porta c'è stato Paleari che ha fatto parate salva risultato, ma il titolare, l'ha sempre detto persino Alberto, è Israel, ma adesso togliere Paleari e mettere Franco non è cosa così semplice, anche perché dovesse mai succedere che Israel sbagli qualcosa i tifosi mugugnerebbero. Chi dovrebbe andare a difendere la porta?
“Paleari in questo momento, a parte le grandi prestazioni che sta mettendo in campo, permette al Torino di conquistare punti pesanti e poi sta vivendo un periodo a livello mentale esagerato. Dal suo arrivo al Torino non aveva quasi mai giocato e l’essere diventato, dalla prima partita nella quale è andato in campi, determinante, soprattutto negli ultimi minuti, gli ha messo dentro una carica, un'adrenalina, una sicurezza, una convinzione e una consapevolezza che lo fa diventare in questo momento un portiere top. A livello mentale si vive proprio di momento e in un ruolo come quello del portiere è fondamentale, un po' come per l'attaccante che quando inizia a segnare non smette più. Quindi penso che adesso sia importante dare continuità a lui proprio perché sta vivendo un momento eccezionale e di conseguenza anche la squadra lo percepisce perché lui trasmette ai compagni anche tranquillità non solo ai difensori, ma a tutta la squadra”.
Nelle prime 11 partite il Torino, con un calendario non semplice, ha fatto 14 punti ed è al dodicesimo posto insieme alla Cremonese, mentre adesso, a parte Como e Milan, in teoria ha partite prima della fine del girone d'andata, tutto sommato con squadre abbordabili. Quindi se ha fatto 14 punti nel momento iniziale di difficoltà e con le squadre forti, realisticamente quanti ne potrà fare nelle prossime 8 gare?
“Il calcio è sempre un po' strano, non ha delle regole ben precise. Sicuramente ha la possibilità di poter avere un calendario che sulla carta gli può permettere di conquistare più punti rispetto a quelli che ha fatto finora. Però abbiamo anche detto prima che il Torino quando deve fare la partita magari trova qualche difficoltà in più. Penso quindi che questo finale di girone d'andata possa far capire veramente il campionato che potrà fare poi il Toro da adesso a fine maggio. Perché se riuscirà anche con le piccole a trovare soluzioni per diventare una squadra che riesce a essere più propositiva e a segnare di più e di conseguenza arrivassero anche vittorie e risultati importanti, a quel punto intanto si chiuderebbe il discorso che se fai qualche passo falso vieni risucchiato a ridosso della zona retrocessione. Il Toro in teoria non dovrebbe pensare a questo rischio, però quando in questa Serie A ci sono meno squadre che sono già candidate a retrocesse a novembre-dicembre, come magari succedeva in passato, quindi tanto vale mettere il primo tassello della salvezza, che non è mai scontato, e una volta raggiunta quella quota il Toro, se riuscisse a fare un finale di girone d'andata importante, potrebbe pensare a fare un campionato diverso rispetto a quello degli ultimi anni”.
Quindi tutto rimandato a fine girone d'andata quando si vedrà quanti punti e in che posizione si troverà la squadra?
“Sì, ma più che altro perché ha vissuto un momento iniziale veramente complicato e adesso sembra che si sia tirato fuori con le prestazioni oltre che con punti, ma da ora in poi è la continuità che conta. Le squadre che riescono veramente a far bene sono quelle che riescono ad avere continuità, che non procedono con alti e bassi. Adesso bisogna vedere cosa riuscirà a fare il Toro visto che mancherà un giocatore importante come Simeone. Quello che riusciranno a fare i granata dalla gara di lunedì con il Como fino al termine del girone d'andata. E’ questo, secondo me, che darà un po' l'obiettivo che si potrà poi porre da gennaio a fine maggio”.
Parlando di lei, come va il suo lavoro di direttore tecnico all'Alta Brianza?
“Siamo una società di Como che milita in Eccellenza e mi occupo soprattutto del settore giovanile, quindi sono tutti i giorni in campo con i ragazzi e settimanalmente propongo loro tecniche specifiche sulle varie categorie dell'agonistica. E’ molto bello e appagante”.
Copyright © 2025 - Tutti i diritti riservati