Con lo Zenit non solo difendersi: servono i gol al Toro per passare il turno
Gli attaccanti Hulk e Rondon, i centrocampisti Danny, Shatov e Witsel, il terzino nostrano Criscito e il difensore centrale Garay sono i punti di forza dello Zenit e dovranno essere guardati a vista dal Torino che è chiamato a ripetere la prestazione sfoderata con l’Athletic Bilbao che gli ha permesso di approdare agli ottavi di finale d’Europa League, continuando così la sua avventura europea verso la finale di Varsavia. Certamente al Torino non mancano gli uomini da contrapporre ai russi: i bomber Quagliarella e Maxi Lopez ma anche il più giovane Martinez; il mediano gran recuperatore di palloni Gazzi; i centrocampisti capaci d’illuminare la manovra offensiva El Kaddouri, se non si concede troppe pause, e Farnerud, che può sfruttare il saper dettare i tempi del gioco sfruttando la visione che ha del gioco e la lettura delle situazioni; l’uomo che sa fare la differenza sia sulla fascia destra, quella di sua naturale competenza, sia su quella sinistra, Darmian; e nella retroguardia la barriera protettiva che sanno erigere davanti al portiere Padelli Moretti e Glik. Senza scordare che anche gli altri giocatori sanno dare un contributo importante se tutta la squadra gira a mille.
Non c’è dubbio che lo Zenit sia la squadra più forte che il Torino affronta in questa competizione, è al primo posto nel suo campionato con quarantaquattro punti dopo diciotto partite e con un margine di sette sulla seconda il Cska Mosca e partecipa all’Europa League dopo aver disputato la fase a gironi della Champions League e aver nel turno precedente eliminato il Psv Eindhoven, grazie alla doppietta di Rondon e al gol di Hulk nella gara di ritorno e alla rete di Hulk in quella d’andata. Ai granata non basterà difendersi a San Pietroburgo per ipotecare il passaggio del turno, dovranno anche segnare. Le statistiche ufficiali della Uefa non sono di facile confronto perché lo Zenit ha disputato solo due gare in Europa League vincendole entrambe a differenza del Torino che ha giocato tra fase preliminare, play off, fase a gironi e sedicesimi dodici gare vincendone sette, pareggiandone quattro e perdendone una, però i dati relativi ai russi sono comunque eloquenti sulla qualità della squadra di Villas-Boas non solo in attacco, ma nel suo complesso. Buona capacità di tiri verso la porta avversaria con più che soddisfacente precisione nell’inquadrarla e nel segnare (tiri totali: Zenit 28, Torino 110; media tiri per partita: 14 a 13,75; tiri in porta: 17 a 40; tiri fuori dallo specchio della porta: 6 a 49; tiri respinti: 5 a 21; tiri contro i pali: 0 a 3; goal a favore: 4 a 14; media gol realizzati: 2 a 1,75). Anche per quel che riguarda la costruzione del gioco e la fase difensiva lo Zenit è squadra di livello (passaggi tentati Zenit: 565, Torino 3271; passaggi riusciti: 460 a 2884; percentuale passaggi riusciti: 81% a 88%; percentuale possesso palla: 44% a 50%; corner a favore: 14 a 74; media corner a favore: 7 a 5,88; corner contro: 11 a 29; media corner contro: 5,5 a 3,63; fuorigioco: 2 a 34; gol subiti: 0 a 7; differenza reti: +4 a + 7). Dal punto di vista della correttezza in campo entrambe le squadre dimostrano di essere determinate, ma non si lasciano andare a episodi rilevanti in senso negativo (falli commessi Zenit: 21, Torino 110; falli subiti: 33 a 94; ammonizioni: 5 a 18; espulsioni: 0 a 0).
Il Torino disputando la gara d’andata in trasferta potrebbe essere tentato di impostare il gioco sull’attendere le mosse dello Zenit per colpire in contropiede pensando a non subire gol per poi giocarsi il tutto nella partita di ritorno, contando sull’imponente sostegno del proprio pubblico. Strategia anche condivisibile, ma che potrebbe non garantire di riuscire nell’intento proprio perché lo Zenit dispone di un organico di ottimo livello e ha un gioco produttivo. A San Pietroburgo i granata dovranno segnare almeno un gol per lasciare aperto il discorso qualificazione. Quagliarella e Maxi Lopez hanno contribuito in modo determinate all’eliminazione dell’Athletic Bilbao e la loro esperienza anche a livello internazionale, il fiuto del gol e la lucidità che hanno sotto porta vanno massimamente sfruttate, Martinez è sicuramente un attaccante la cui rapidità e capacità di aggredire lo spazio può mettere in difficoltà la retroguardia russa, ma la sua giovane età ogni tanto gli fa qualche brutto scherzo non sorreggendolo quando si trova a tu per tu con il portiere avversario, quindi potrebbe essere più adatto a subentrare quando la squadra di Villas-Boas sarà un po’ più stanca e magari meno reattiva nel fermare le incursioni del venezuelano. E’ molto probabile per come giocano le due squadre che Darmian e Molinaro saranno sulle rispettive fasce di competenza sottoposti a gran lavoro sia per dare una mano ai compagni in difesa sia per rifornire adeguatamente le punte con cross precisi. La difesa dovrà prestare la massima attenzione e non lasciarsi andare alle amnesie sulle marcature che ha avuto contro l’udinese nell’ultima gara di campionato. Anche il centrocampo non potrà risparmiarsi, anzi, tiri precisi, vincere duelli nell’uno contro uno, avere massima attenzione nel recuperare i palloni e creare la superiorità numerica faranno la differenza. Lo Zenit è squadra accreditata alla vittoria dell’Europa League, il Torino dando il cento per cento e magari anche provando a fare qualche cosa di più può impedirglielo, la partita è aperta basta essere determinati a giocarsela fino in fondo.