Comi: "L'obiettivo è costruire un grande Torino"

Comi: "L'obiettivo è costruire un grande Torino"TUTTOmercatoWEB.com
giovedì 4 agosto 2011, 09:06Primo Piano
di Elena Rossin
Il neo direttore generale è orgoglioso del nuovo incarico e consapevole di quello che lo attende. Cairo pensò di affidargli già nel 2006 questa carica, ma allora non vi erano le condizioni per farlo.

“Dall’altro ieri mi sta cambiando la mia vita – ha detto emozionato, ma determinato il nuovo direttore generale del Torino Antonio Comi -. Per me, che da venticinque-ventisei anni vivo di  Toro, questa è un’opportunità grandissima. So che responsabilità mi aspetta e per questo con orgoglio e motivazione sono spinto a far bene”.

A chi gli chiedeva a quale dirigente del passato potrebbe ispirarsi senza dubbi ha risposto: “ Nel 1975-76 quando ho iniziato c’era il dottor Bonetto e poi c’è stato Moggi, due dirigenti molto importanti per il Toro”. “Devo ringraziare il presidente Cairo – ha proseguito Comi – che mi dà questa opportunità. E’ un sogno che si sta avverando. Avendo a fianco un presidente con queste motivazioni e questa carica sono ancora più invogliato a fare bene. Con Cairo lavoriamo insieme da sei anni e lui conosce le mie idee. Per chi come me ha vissuto il Torino e la sua casa il Filadelfia l’obiettivo finale e quello di costruire un grande Torino. Per riuscirci sono tappe fondamentali la ricostruzione del Filadelfia, allestire una sede e ricreare una rete di osservatori. Per fare tutto ciò devo essere capace a trovare le persone giuste e che siano molto motivate”.

Un aneddoto curioso lo rivela Cairo: “Avevo pensato di affidare il ruolo di direttore generale a Comi a marzo del 2006, ma era un momentaccio e all’interno della società c’erano resistenze a questa mia intenzione e così preferii evitare situazioni disarmoniche in azienda. Ma ci tengo a sottolineare che in tutte le occasioni che ho chiesto a Comi di intervenire, seppur non avesse il titolo di direttore generale, lui con generosità si è sempre impegnato al massimo. Nel 2006 quando organizzavamo le celebrazioni per il Centenario le riunioni si protraevano fino a notte fonda e verso l’una e trenta Antonio era visibilmente stanco e quando glielo facevamo notare lui andava in bagno si risciacquava la faccia e poi tornava pronto a lavorare fino all’alba”.

“Per fare bene il mio lavoro – ha confidato a fine conferenza stampa Comi parlando della rete di osservatori e di società affiliate– devo essere figlio dei nostri tempi e allestire una vasta rete di osservatori e scauting che segnalino i potenziali talenti e poi avere pochi collaboratori di assoluta esperienza e indubbie capacità che sappiano scremare e andare a visionare chi ha reale talento”. “Dovrò lavorare molto, ma questo non mi spaventa; se questa carica mi fosse stata affidata nel 2006, non avrei avuto abbastanza esperienza ora non mi manca e la posso mettere a frutto nel migliore dei modi”.