LIVE Cairo: "Ringrazio Vagnati e bentornato Petrachi, da lui mi aspetto che porti giocatori con potenziale". Petrachi: "Non mercato di rivoluzione, ma di riparazione funzionale al 3-5-2"
Fra poco il nuovo direttore sportivo del Torino Gianluca Petrachi sarà presentato ufficialmente alla stampa. Allo stadio Grande Torino Olimpico, per l’occasione, sarà presente anche il presidente Urbano Cairo.
Prende la parola il presidente Urbano Cairo: "Buongiorno a tutti.Prima di presentare Petrachi, che conoscete tutti, vorrei dire due parole su Vagnati. Abbiamo avuto un buonissimo rapporto, fatto un percorso lungo e all'inizio accidentato e faticoso perché arrivò con il Covid. Fu una prima stagione difficile, poi è iniziato un periodo positivo con campionati di buon livello insieme a Juric sfiorando la Conference. Poi Vanoli. E' stato un periodo importante. Ho deciso di fare cambiamento, ma ringrazio Vagnati per l'impegno senza lesinare determinazione e voglia di fare. Gli faccio un grande in bocca al lupo. Con Petrachi ci conosciamo da tanti anni, arrivò a dicembre 2009 e a gennaio 2010 abbiamo iniziato insieme in B. Arrivò e facemmo un po' di mercato velocemente, creativo, che non ha impedito di portare al Toro un giocatore come D'Ambrosio per cifre piccole oltre ad operazioni creative. Si era dato vitalità a quel campionato, con un po' da cambiare, e nel ritorno richiamammo Colantuono facendo 43 punti e recuperando bene fino al quinto posto vincendo la semifinale play-off con il Sassuolo e perdendo a Brescia con un gol annullato ad Arma che l Var di oggi non lo avrebbe tolto. L'anno successivo non andò bene, poi con Ventura arrivammo primi insieme al Pescara e da lì una salvezza in Serie A senza patemi, successivamente settimi andando in Europa League vincendo le gare eliminatorie fino ai gironi e unica squadra italiana a vincere al San Mamès. Fu un bel periodo, poi Ventura purtroppo decise di andare in Nazionale e noi prendemmo Mihajlovic. Mi dispiacque mandare via Sinisa, purtroppo poi ci ha lasciati ed è stata una cosa terribile, e arrivò Mazzarri facendo grandi cose con un'altra Europa League persa contro un Wolverhampton forte. Ci lasciamo con Petrachi, per un periodo non ci parlammo e poi fortunatamente anche grazie a un amico comune ci siamo ritrovati. Con Petrachi c'è stato un bel rapporto da amico, poi la rottura e successivamente il nostro amico fece un lavoro di mediazione: ci rivedemmo a cena a Milano e il nostro rapporto riprese".
Cairo - Cosa l'ha portata a decidere questo cambio? L'allenatore non era un tema...
"Abbiamo fatto un percorso insieme lungo con Vagnati, ho ritenuto opportuno fare questo cambiamento. Entrare nelle motivazioni è relativo: rimarrà un rapporto personale buono con Davide, ma ho fatto questa scelta. Su vent'anni, ho fatto tre quarti di presidenza li ho fatti con Petrachi e Vagnati. Ho scelto così"
Petrachi - Quando è nata l'idea?
"Vedo tanti volti conosciuti, abbiamo già vissuto anni belli e intenso ed è bello tornare nella mia casa per dieci anni. Non ero più tornato a Torino, rientrarci è stato pieno di emozioni. Non è stata una cosa pensata o studiata, con Cairo ci siamo sentiti quando il Toro ha giocato a Lecce ma non è venuto. Poi, all'improvviso, mi ha fatto percepire che c'era qualcosa che poteva nascere. Voleva capire se io potessi pronto a tornare e avessi le motivazioni, ho risposto che sono nato pronto. Sono arrivato di notte"
Petrachi - Come intende lavorare per colmare il gap?
"Da fuori, ho notato una cosa e cercherò di lavorarci: è come se ci fosse uno scollamento. Il senso di appartenenza è la priorità. Da calciatore non ho capito cosa fosse il Toro, da dirigente è stato un altro mondo. Ho capito la mission, qui si entra in un club diverso. E il senso di appartenenza per tutti i giocatori deve essere rimarcato e bisogna anche farlo capire loro. Cercherò di comprendere il senso di appartenenza, ho cercato sempre di creare un senso di famiglia: voglio risentire quel calore, voglio ricreare quella sinergia. E, se possibile, alimentandola con la gente. E' il mio sogno"
Cairo - Quando ha maturato la decisione di mandare via Vagnati? E' legata anche alla mancanza di risultati?
"E' una cosa mia personale, non spiego il motivo. E' una decisione presa, ora pensiamo al futuro".
Petrachi - Si è fatto un'idea sulle problematiche del Toro? Cosa serve a gennaio?
"Mi sono fatto delle idee, è giusto che sia così. L'idea più importante la sviluppi insieme al tecnico: con lui ho chiarito alcune tematiche tattiche, come secondo lui è giusto giocare ed eventuali correttivi. Ho le idee più chiare, ho passato la giornata con Baroni e mi ha dato linee guida e non devono esserci equivoci tattici. Magari ci sono calciatori scontenti e dobbiamo prendere giocatori funzionali. Non sarà una mercato di rivoluzione, ma riparazione. Magari manderemo a giocare qualche giocatore che nel 3-5-2 trova poco spazio e che aveva più senso in un 4-3-3 o 4-2-3-1"
Cairo - Cosa si aspetta da Petrachi?
"Memore di quei nove anni e mezzo, mi aspetto giocatori giovani da formare con potenziale. Serve quell'occhio che ti consenta di individuare giocatori con potenziale. Poi che con mister Baroni abbia un rapporto in simbiosi e di collaborazione e sintonia. E poi che trasmetta alla squadra carica e voglia".
Petrachi - Qual è l'errore che non rifarebbe?
"Magari nell'ultimo anno ero in una situazione, dopo nove e anni e mezzo, avevo stanchezza mentale e mi sarei dovuto confrontare con il presidente. Succede anche tra moglie e marito, a volte qualcosa non va alla perfezione. Questo è stato l'errore che non commetterei più. Sono qui a riprendermi ciò che ho lasciato, con tutta l'esperienza e conoscendo la piazza posso dare qualcosa in più per crescere il club per come merita"
Cairo - Quali possono essere stati i suoi errori? Può pensare di inserire nuove figure in società?
"Pensi costantemente a come migliorare, in qualsiasi attività, e cerchi di metterlo in pratica. Ma pensiamo anche alle cose positive, non siamo arrivati in Europa ma abbiamo fatto campionati di buon livello e l'abbiamo mancata per un soffio. Abbiamo reso il Filadelfia un luogo accogliente per i giocatori, possono stare lì tutta la giornata anche mangiando, facendo le cure o andando in palestra. E poi abbiamo costruito il Robaldo, a breve sarà pronto e già adesso è utilizzato dalle squadre giovanili. Lo scorso anno abbiamo vinto i campionati U17 e U18 con ragazzi di prospettiva, in tanti hanno esordito in Serie A. Stiamo mantenendo la categoria Serie A da 14 anni come solo dieci squadre. Organigramma? Abbiamo fatto molto, qui abbiamo Innocenti che ha attività ticketing e digitale con buoni risultati. Abbiamo tante figure che stanno facendo bene, c'è uno scouting ricco di persone e Petrachi li utilizzerà al meglio: se dovremo potenziarci, per me non è un problema. L'importante è trovare le persone giuste".
Petrachi - Si può ripetere un ciclo che porti in Europa? C'è una base buona?
"Senza ambizione di poterlo fare, era inutile presentarsi. Voglio risentire i tifosi cantare al San Mamès, è stata una delle gioie più grandi del mio ciclo. Mi ha lasciato ricordi incredibili e non vorrei che rimanessero solo ricordi. Darò più di ciò che posso per arrivare a obiettivi che il Toro deve e può meritare"
Petrachi - La prima sua volta al Torino partì con una bomba carta e anche la seconda
"Anche ieri, magari è di buon auspicio. Avranno pensato, 'E' arrivato Gianluca' (ride, ndr)"
Cairo - Nel settore giovanile ci saranno cambiamenti?
"Ludergnani è bravissimo, ha fatto un lavoro straordinario. Quest'anno la Primavera è partita male, dobbiamo rafforzarla. Ludergnani ha collaboratori in gamba, fanno un lavoro incredibile. Se pensiamo ai giocatori che ha tirato fuori come Gineitis, o Cacciamani che è andato alla Juve Stabia che oggi penalizza la Primavera ma domani avvantaggia la prima squadra. C'è un elenco lunghissimo di giocatori, Ludergnani è un top"
Petrachi - Ha già avuto colloqui individuali?
"I calciatori, quasi sempre, danno tutto anche per le persone che lavorare per loro. Penso a magazzinieri, medici, team manager, a tutti: se non scatta l'empatia...Le gioie più importanti sono per la gente che lavora per i ragazzi. Il mio senso di appartenenza parte dalle radici. Dobbiamo avere compattezza, se un ragazzo non sente cos'è il Toro lo deve capire. Perdere o vincere non è la stessa cosa. Ora partiranno tutti i colloqui con i giocatori, voglio capire chi vuole restare e chi vuole andare via. Ho parlato con qualcuno ieri, ma velocemente perché la cosa più importante era parlare con l'allenatore"
Petrachi - E' peggio il momento in cui arrivò anni fa oppure oggi con la squadra isolata al Filadelfia senza connessioni particolari con la tifoseria?
"Sicuramente quello fu un momento molto difficile, si era in B e in zone basse della classifica vicino ai play-out. C'era un tutto contro tutti, i giocatori in parte furono aggrediti e fu complicata. Non nascondo che trovo che oggi ci dobbiamo rendere che la situazione non è semplice. Alla squadra ho detto che voglio vederli cattivi, con il coltello tra i denti. Dobbiamo renderci conto che distiamo quattro punti dal baratro: sono stanco di sentire che la squadra è forte tecnicamente, perché la squadra deve vincere i contrasti. Se non metti garra, fai fatica perché non sei metallizzato su un certo tipo di campionato che purtroppo si è palesato. Dobbiamo uscire immediatamente dalle sabbie mobili. Con la Cremonese voglio una squadra che lotti e che vinca i duelli. Contro il Milan ho visto un primo tempo di coraggio, nella ripresa si è abbassata. Ho detto al mister che non mi piace abbassarti, perché il gol te lo fanno. Dobbiamo stare lontani dalla nostra parte. Inizieranno a conoscermi"
Cairo - Di solito paga l'allenatore, ora ha pagato il ds: evidentemente non ha funzionato il mercato. E' questa la motivazione?
"La campagna acquisti, ad oggi, non ha dato i frutti sperati. Ma non vuol dire che questi giocatori non possano darti risultati e fare buone partite. Alcuni hanno avuto infortuni, poi ti aspetti di più perché hai anche speso. Mi aspetto che tirino fuori il potenziale e che ci diano buoni risultati"
Petrachi -A gennaio sarà un mercato creativo come nel 2010?
"Se non sei bravo a farne uscire uno, ti crea problemi. Devo essere aiutato a fare collaborazioni furbe e intelligenti: se devo prendere un braccetto e liberare un trequarti...Non è solo creatività, di sicuro il mercato di gennaio è complicato e quando sono arrivato tanti giocatori volevano scappare. Oggi in tanti vogliono restare, ma devono dimostrarmelo"
Petrachi - Qual è l'urgenza più assoluta in vista della Cremonese? Cos'ha chiesto a Baroni?
"A Baroni ho chiesto di fare il Marco Baroni che conosco, di tirare fuori tutto ciò che ha dentro. Abbiamo giocato insieme a Lecce, è sempre stato uno caratteriale: da calciatore era cazzutissimo, da allenatore voglio che tiri fuori ciò che ha dentro. Marco può e deve fare di più, gliel'ho detto. Mi aspetto che la squadra gli somigli. Baroni è un grande lavoratore e ha temperamento: l'unica cosa che deve fare, è pretendere dai suoi giocatori che questa è la squadra di Baroni. Nella sua Lazio vedevo voglia di aggredire e di non stare in attesa, oggi il Toro deve avere un'identità. Pretendo che Baroni trasmetta le sue caratteristiche"
Petrachi - E' la difesa il reparto più sotto osservazione in vista del mercato? Giocherete ancora 3-5-2?
"Assolutamente sì. Il 3-5-2 sarà il modulo da qui alla fine: può capitare che con qualche defezione, per necessità o soluzione di partita ci può stare che si cambi. Stiamo andando avanti con il 3-5-2 e sarà così fino a fine campionato"
Petrachi - Che risposta si aspetta sabato?
"L'ho detto a Baroni, la Cremonese mi fa paura. A Bologna hanno giocato sugli errori degli avversari e sulle lacune, sfruttandole al meglio. Sarà una gara difficile, Nicola lo stimo e che studia molto gli avversari. Dobbiamo capire che sabato per noi è da coltello tra i denti. Se non lo capiamo, è un problema: è un messaggio che sto cercando di infondere. Un giocatore deve pensare che se viene saltato da un avversario, è una sconfitta. Dobbiamo vincere i contrasti, altrimenti ci passano come gli indiani. Ci sono tre o quattro leader che devono portare dentro i compagni: le gare si vincono vincendo i duelli personali, noi ne vinciamo pochi".
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