Camolese: "Ce la faremo con l'impegno di tutti"
di Paolo d'Abramo
Giornata di sole e sala stampa affollatissima per il primo incontro di Giancarlo Camolese con i media dopo l‘ingaggio perfezionato la sera precedente a questo 25 marzo che potrebbe segnare l‘inizio di una nuova epoca nella storia del Toro. Il mister si presenta puntale insieme ad Urbano Cairo, è felice ed emozionato.
Camolese comincia con queste parole la sua nuova avventura al Torino: “ I rapporti instaurati in passato non si sono persi. Dedico un pensiero a Novellino, ognuno di noi nella professione dà sempre il massimo, quest’annata sarà l’annata di tutti. Dal punto di vista tecnico, ho sempre pensato che questa è una squadra che poteva fare un campionato tranquillo e credo che ora ha le possibilità per arrivare alla salvezza, non c’è tanto tempo, chiedo ai giocatori la disponibilità al sacrifico ed ad accettare le mie decisioni. Al centro della mia idea ci sono i giocatori, le attenzioni verso tutti. Voglio arrivare alla salvezza. Ogni allenatore lavora su più ambiti, devo ricompattare i giocatori dal punto di vista fisico, già questa mattina ho visto Abbruscato, tutti i giocatori devono dare il loro contributo, chi per un minuto, chi per mezz’ora… Devo far capire ai giocatori che non saranno soli nella voglia di arrivare alla salvezza, i tifosi si stringeranno attorno alla squadra, ringrazio la società per la disponibilità che mi è stata data. Ho ricevuto tanti attestati che mi hanno commosso, non immaginavo questo calore attorno alla mia persona e io riverso queste attenzioni sui giocatori, c’è molta gente che tifa per loro anche quando c’è disappunto è per il tanto amore".
Camolese prosegue: “Ho chiamato il presidente Spinelli per ringraziarlo, si è comportato da vero signore, l’anno scorso mi ha fatto soffrire molto perché ero convinto che si poteva arrivare alla salvezza, Spinelli è così. Un personaggio da prendere nel suo insieme. Il passato non si dimentica ma sono qui per costruire il futuro, il mio , quello dei giocatori e quello della società. E' tutto molto stimolante, è un percorso che devo fare con chi starà al mio fianco tutti i giorni. Un professionista si deve mettere in discussione senza tanti calcoli di tipo monetario, sono cresciuto qui, ho fatto tante cose, per me questo è un punto importante della mia carriera. Presidente e direttore generale hanno ritenuto che sono la persona giusta e questo mi onora. Ci sono diversi giocatori in scadenza di contratto, ho bisogno di tutti e così l’allenatore si livella come i giocatori che devono dare qualcosa di più. Il presidente è stato generoso, non è stata una questione economica. Allenare il Toro è un’ambizione per tanti allenatori e sono fortunato perché questa opportunità mi si presenta una seconda volta. C’è molto da costruire e da fare, spero che i ragazzi recepiscano subito il desiderio di arrivare all’obiettivo. Mi concentro sulla mia squadra e dobbiamo fare più punti possibili, la vittoria è fondamentali e dobbiamo provarci in ogni campo. Il lavoro fatto prima non si butta via, se hanno sempre giocato a 4 cercheremo di esercitarli anche a 3 come linea difensiva, perché credo che in particolari momenti o partite può essere bene giocare a 3. Cercheremo di aggiungere qualcosa. Tutti gli allenatori sono gelosi di quello che fanno, non vogliamo dare vantaggi, voglio incidere sui giocatori in un certo modo, preferisco che al momento le porte della Sisport siano chiuse. Ma non è un problema, devo mettere insieme i giocatori e recuperarli tutti, il resto lo gestirò con la società. Devo far capire ai ragazzi le diverse situazioni tattiche, non abbiamo tanto tempo. Voglio avere un rapporto leale e franco con i giocatori, questo si cementa con il tempo, ma ora ci vuole uno sforzo di fiducia da parte di tutti. Non ho mai sposato un solo sistema di gioco, ho adattato le mie conoscenze al gruppo di giocatori messo a disposizione, devo velocemente capire, faremo tanti allenamenti, senza grande incidenza dal punto di vista fisico, ma sarà importante stare in campo e farli giocare, ritrovare l‘entusiasmo e giocare con la necessaria spavalderia. Qualcuno verrà allo stadio per fischiare ma dipenderà da noi farli ricredere, dalla nostra voglia di mettere in difficoltà gli avversari, dall‘intensità dei contrasti e dei dribbling, tutti devono tirar fuori le loro qualità. Bianchi? Non è mai entrato nel mio modo di ragionare di lavorare su un giocatore rispetto d un altro, lavoro su tutti, devo tirare fuori il massimo da tutti, non c‘è uno che deve salvarci, tutti devono dare il loro contributo, mi aspetto molto da tutti, sarebbe ingiusto trovare il salvatore della patria, questo è un gioco collettivo dove ognuno è importante, hanno la medesima considerazione, mi piacerebbe vederli tutti migliorare. La grande rivoluzione potrà essere quella di vedere un Toro dove dovranno correre tutti, faccio un esempio, come succede nel Liverpool. Il ritiro può servire ma qui è casa nostra, i giocatori devono capirlo, stare insieme sì, doppie sedute, mangeremo insieme perchè possiamo farlo, ora è importante vederli tra di loro, m'interessa che tutti giochino con tutti. Quanto allo staff, so che c'è molta professionalità ed in questo momento si deve dare continuità al lavoro. Quota salvezza ? E' un esercizio molto difficile. Non faremo la corsa su nessun'altra squadra, ma solo su noi stessi”.
E il primo allenamento è a porte aperte per i tifosi.