Bellomo: “Voglio dare il massimo per giocare in serie A”

Il centrocampista gioca da mezz’ala o anche davanti alla difesa, il trequartista l’ha fatto quando era nelle giovanili. Fra le sue caratteristiche ci sono il dribbling e segnare su punizione.
22.07.2013 15:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Bellomo: “Voglio dare il massimo per giocare in serie A”
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© foto di Federico Gaetano

Che cosa le ha fatto preferire il Torino ad altre squadre che l’avevano cercata anche nella sessione invernale del mercato?

“Delle precedenti sessioni di calciomercato non parlo perché è acqua passata, a giugno alcune società mi hanno cercato, ma mi ha spinto a venire al Torino il fatto che il mister mi ha voluto, così come il direttore sportivo e anche il presidente. Oltre a tutto ciò ci sono il blasone della squadra e la storia, quindi ho accettato volentieri subito il Torino, senza pensarci due volte”.

 

Rispetto a quando ha conosciuto Ventura a Bari, il mister le è sembrato cambiato oppure è sempre uguale?

“Io quell’anno giocavo in Primavera, ma ho avuto modo di allenarmi parecchie volte con la prima squadra allenata da Ventura, anche se non ho avuto l’occasione di scendere in campo durante le partite. Ventura è sempre lo stesso, esattamente come l’avevo lasciato, non è che allora l’abbia visto molto, però mi hanno sempre parlato bene di lui e adesso che è il mio allenatore riscontro tutto quello che mi avevano detto sul suo conto”.

 

Prima di Ventura aveva avuto Conte che è l’attuale allenatore della rivale Juventus”.

“In quella stagione mi sono sempre allenato con la prima squadra e facevo parte della rosa ed ero stato anche parecchie volte convocato, anche se poi ho giocato una sola volta, ma è stato il primo che ha visto in me delle qualità, infatti, mi ha fatto esordire, quindi ringrazio anche lui. Già da allora si capiva che Conte era un allenatore che poteva fare strada com’è avvenuto”.

 

Con Torrente lo scorso anno è cresciuto ulteriormente?

“Sì, ma non voglio fare paragoni fra gli allenatori che ho avuto. Tutti gli allenatori che ho avuto fin da quando ero ragazzino mi hanno insegnato qualche cosa”.

 

E’ al suo primo ritiro per affrontare il campionato di serie A da protagonista, come si trova e a che punto è nell’inserimento in questo nuovo gruppo?

“Mi trovo bene, alcuni compagni già li conoscevo Gazzi, Barreto, Masiello perché giocavano nel Bari. La maggior parte del gruppo è composta di bravi ragazzi e si sa che è il gruppo a fare la forza di una squadra, quindi sta andando tutto bene”.

 

Com’è andata la prima settimana di lavoro e la prima amichevole?

“Bene, nella prima amichevole ho avuto intesa con i compagni di squadra di conseguenza sono abbastanza soddisfatto”.

 

A Bari ha giocato da trequartista, ma il modulo del Torino non prevede questa tipologia di giocatore, come si collocherà?

“Ho giocato da trequartista quando ero ragazzino, poi da mezz’ala e qualche partita l’ho disputata davanti alla difesa. Infatti, Ventura mi vede come mezz’ala o anche come uomo davanti alla difesa, vedremo dove deciderà di collocarmi, io sono a disposizione”.

 

E’ ipotizzabile una sua candidatura al ruolo di regista?

“Come ho detto sono a disposizione del mister e sta a lui decidere, comunque alla fine parlerà il campo”.

 

L’anno scorso a Bari ha segnato sei gol, a quale traguardo punta in questo campionato?

“Diciamo che vedo bene la porta e spero che accada altrettanto anche quest’anno”.

 

Diceva di giocare come mezz’ala o anche davanti alla difesa, quali sono le sue caratteristiche principali?

“Cerco sempre il dribbling e di calciare in porta quando ne ho l’occasione e faccio anche qualche gol su punizione”.

 

A quale giocatore s’ispira, forse a Verratti?

“Non mi paragono mai a nessuno e non ho mai detto di assomigliare a Verratti. Io sono me stesso e cerco di dare il mio contributo”.

 

Quali sono gli obiettivi per questa stagione?

“L’obiettivo è dare sempre il massimo per giocare in serie A poiché ci sono arrivato, ma devo dimostrare di poterci rimanere. Non ci vuole molto ad arrivare in serie A, però restarci è difficile quindi farò del mio meglio”.

 

E’ la prima volta che si allontana parecchio da casa, Torino l’ha vista poco, ma cosa ne pensa?

“Sì, venendo al Torino mi sono allontanato un po’ troppo da casa (sorride, ndr). Con me verrà mia madre, mi ha sempre seguito quando sono stato lontano da casa. All’inizio sarà un po’ difficile, ma alla fine ci si ambienta e ci si abitua. Per il momento a Torino ci sono stato solo due giorni e, per quello che ho potuto vedere, la città mi è sembrata abbastanza bella e poi vengo per giocare a calcio e non per fare altro”.

 

Terrà il numero che aveva nell’amichevole?

“Sì, il 63 l’anno di nascita di mio padre, ho scelto questo numero in suo ricordo perché purtroppo non l’ho mai potuto conoscere, ma sono fiero di lui”.

 

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