Avelar: “Ho scelto il Toro perché è una piazza importante e ha tifosi immensi”

15.07.2015 14:42 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Avelar: “Ho scelto il Toro perché è una piazza importante e ha tifosi immensi”
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© foto di Federico De Luca

Il terzino sinistro Avelar è uno dei volti nuovi del Torino e oggi in conferenza stampa si è presentato per farsi conoscere dai tifosi granata.

 

Quali sono state le prime impressioni sul Torino?

“Pa prima impressione è stata positiva, ho trovato un gruppo molto bello e umile. I compagni ogni giorno mi danno una mano aiutandomi a inserirmi e anche il mister tutti i giorni mi parla un po’ di tattica in modo che io riesca a comprendere più velocemente che cosa vuole senza perdere tempo. Questi primi giorni sono stati tranquilli”.

 

In granata ha trovato una comunità sud Americana, questo la sta facilitando?

“Ho trovato dei compaesani quindi è normale, ma parlo anche con Molinaro che è il mio compagno di stanza e con lui ho modo di approfondire questioni di gioco, del calcio e anche della vita di tutti i giorni. Pian piano mi sto ambientando”.

 

In stanza con Molinaro che è un diretto concorrente per un posto in campo.

“La concorrenza è in campo, ma per il resto siamo compagni e amici. Sarà un bene per il Toro questa concorrenza fra me e Molinaro”.

 

Nella scelta di venire al Torino ha pesato il fatto che l’allenatore è Ventura?

“Penso al cento per cento perché il suo modulo è quello che piace a me. E poi stiamo parlando del Torino, una piazza importantissima con una tifoseria immensa. Ritengo che qui sia il posto giusto per ottenere una crescita in carriera”.

 

In questi pochi giorni ha trovato qualche difficoltà oppure ha già percepito come riuscire a entrare negli schemi di Ventura?

“Adesso stiamo facendo più un lavoro fisico, però ogni giorno il mister lavora anche sulla tattica per riuscire il più velocemente possibile a spiegarci il suo sistema di gioco. Per ora tutto è abbastanza tranquillo e Ventura mi ha chiarito bene il suo modulo e spero che prima o poi, mi auguro prima, io possa adattarmi ai suoi schemi”.

 

Ha parlato di adattarsi agli schemi di Ventura quindi era abituato a giocare in un modo un po’ diverso?

“Sì, nei tre anni che sono stato al Cagliari facevo un lavoro più difensivo, mentre qui si fa più gioco d’attacco e a me piace perché un brasiliano che si occupa della fase difensiva è particolare (ride, ndr) e a Cagliari ho un po’ sofferto per questo, però ho anche imparato così adesso posso sfruttare meglio tutto quello che so fare”.

 

Per caratteristiche quindi lei è più propenso alla fase offensiva?

“Sì, anche se faccio entrambe le fasi, però lavoro meglio quando la squadra attacca. Avendo imparato anche la fase difensiva al Torino riuscirò a farle entrambe”.

 

C’è qualche calciatore al quale s’ispira?

“A Marcelo del Real Madrid. E’ un calciatore che fa benissimo e ha un modo di giocare che mi piace molto”.

 

Al di fuori del campo che cosa le piace fare?

“Non ho particolari hobby, sono un ragazzo abbastanza tranquillo e infatti in tutte le squadre europee in cui sono stato mi dicevano che non ero un brasiliano. Mi piace rilassarmi e stare tranquillo a casa, parlare con la mia famiglia che è lontana. Ogni tanto mi piace andare fuori a cena”.

 

Pratica altri sport?

“Seguo un po’ il basket e a Cagliari quando riuscivo andavo a fare due tiri al canestro, ma niente di che. Mi piace molto l’NBA”.

 

Segue anche il basket italiano e tifa per qualche squadra in particolare?

“Seguo poco il basket italiano, ma poiché vivevo in Sardegna mi sono appassionato alla Dinamo di Sassari che ha disputato una grande stagione e ha portato l’isola in alto. Guardavo le partite della Dinamo in televisione anche perché in Sardegna le trasmettevano dando spazio alla squadra”.

 

Adesso dovrà passare dalla spiaggia del Poetto alle rive del Po.

“Eh, ma sono abituato a cambiare. Da sei anni sono in Europa e dal Brasile sono passato in Ucraina, quindi passare da Poetto al Po non sarà un problema, mi adatterò facilmente e velocemente”.