Alessandro Buongiorno l’orgoglio della gente del Toro

19.06.2023 11:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Alessandro Buongiorno
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Alessandro Buongiorno
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Una stagione indimenticabile e altamente positiva quella di Alessandro Buongiorno, difensore del Torino che da poco, lo scorso 6 giugno, ha compiuto 24 anni: è diventato titolare, dopo che nell’annata precedente pur dimostrando il suo valore era chiuso da altri compagni; ha indossato più volte la fascia di capitano del Toro, squadra per la quale tifa sin da bambino e nel cui settore giovanile è calcisticamente cresciuto, essendone il vice; si è laureato in economia aziendale, dimostrando di saper conciliare lavoro e studio e di pensare al suo futuro visto che la carriera agonistica non è a tempo indeterminato; ha letto a Superga i nomi dei caduti, lo aveva già fatto quando era capitano della Primavera però farlo in prima squadra è onore ancora maggiore; ha segnato il suo primo gol in Serie A, nella gara contro la Sampdoria sbloccando il risultato e aprendo così la strada alla vittoria; ha debuttato in Nazionale maggiore, la maglia azzurra l’aveva già indossata nell’Under 18, 19, 20 e 21.

Alessandro è un calciatore ambizioso, che lavora costantemente per migliorarsi, che si pone un traguardo e lo raggiunge e poi alza l’asticella. Un esempio. Ma è anche un ragazzo con princìpi e valori. E’ intelligente ed educato, non è ricoperto di tatuaggi, anzi non né ha neppure uno, o di piercing, non ha un taglio di capelli stravagante, già solo a vederlo si capisce che fa parte di quella bella gioventù e poi quando parla sa farlo correttamente, sia dal punto di vista del linguaggio sia dei toni, guardando il suo interlocutore. Non usa smodatamente e tanto meno inopportunamente i social. Ha lo sguardo limpido e sempre concentrato durate il lavoro. E’ sorridente, non manca mai di dedicare tempo ai suoi tifosi, di certo non è un divo che si è posto su un piedistallo. Verrebbe da dire un giovane uomo d’altri tempi, no è una persona come dovrebbero essercene tante e ce ne sono, ma sempre meno hanno visibilità perché c’è la tendenza a dare spazio a chi è sopra le righe e ostenta se stesso senza avere meriti.

Buongiorno ha ricevuto dalla famiglia un’ottima educazione e l’ha assimilata, così come ha fatto propri i valori granata e l’essere del Toro è un valore aggiunto. Ha avuto la fortuna di far parte di un vivaio dove c’erano ancora tante persone, oggi ve ne sono sempre meno, cresciute a pane e Toro da Silvano Benedetti a Moreno Longo, gente che come lui ha il granata dentro e che gli hanno trasmesso questi princìpi. In un calcio che è sempre più votato al business dove le regole vengono aggirate per incrementare il profitto economico e chi è preposto a farle rispettare preferisce un colpo di spugna per non diminuire il guadagno e dove i sani valori stanno lasciando sempre più spazio all’effimero sapere che c’è Buongiorno è motivo di speranza che tutto non sia ancora perduto.

Alessandro Buongiorno è il futuro. Sempre più spesso si cercano calciatori all’estero, costano meno degli italiani e basta che giochino qualche partita discretamente per generare plusvalenze. Leggendo le rose di vari club e anche dei settori giovanili il numero degli stranieri è in costante crescita e spesso supera quello degli italiani doc, infatti anche la Nazionale deve ricorrere agli oriundi. E pensare che il ct Mancini pur avendo inserito Buongiorno nel gruppo dei pre-convocati per le finali di Nations League non lo aveva poi inserito nella lista dei convocati e solo per la febbre di Bastoni lo ha richiamato, ma lo ha lasciato in panchina nella semifinale con la Spagna persa dall’Italia però poi gli ha dato fiducia con l’Olanda nella finale per il terzo e quarto posto e ne è stato ripagato. Già da come Alessandro ha cantato l’inno dell’Italia chi lo conosce e lo segue aveva capito che avrebbe disputato una partita positiva e che l’emozione dell’esordio non lo avrebbe bloccato, anzi, infatti si è distinto per concentrazione, autorevolezza, senso della posizione, chiusure efficaci, avanzate imperiose, esattamente come fa nel Torino, e dai suoi piedi è iniziata l’azione che ha portato al gol di Frattesi. Non si è risparmiato ha preso una botta al naso, che ha sanguinato, sulla punizione battuta di Lang, un’altra nelle parti basse immolandosi sul tiro di De Jong e ancora un colpo al viso per una spallata di Dumfries. Nel finale come i compagni si è un po’ perso Wijnaldum, ma poi proprio negli ultimi assalti degli olandesi, che cercavano il pareggio, di testa ha respinto da dentro l’area un pallone che poteva essere pericoloso. Il ct Roberto Mancini gli ha fatto i complimenti: “Bravissimo” ed erano più che meritati, anche perché nel Torino Buongiorno è abituato a giocare con la difesa a tre, mentre l’Italia ieri aveva la linea difensiva a quattro e nonostante l’esordio ha giocato come un veterano.

Buongiorno in Nazionale ha portato i valori del Toro. Quando si ricevono insegnamenti validi e si è pronti a recepirli con il serio lavoro quotidiano si fa strada. Alessandro conosce il profondo significato della maglia granata e quindi quando ha indossato quella dell’Italia l’ha onorata nello stesso modo, esattamente come faceva capitan Valentino Mazzola e gli altri granata in un tempo in cui in Nazionale i giocatori del Torino non mancavano. I tifosi del Toro, quelli che hanno sempre visto in lui il potenziale che aveva, lo apprezzano e adesso lo conoscono tutti gli italiani. Il Torino non disputa le coppe internazionali quindi Buongiorno non ha da questo punto di vista tanta esperienza, ma ha dimostrato ieri a tutti, contribuendo alla vittoria dell’Italia e al raggiungimento del terzo posto in Nations League, che è capace di sopperire a questo. Mancini ora lo sa che può fare affidamento su di lui e qualcuno all’estero avrà di certo adocchiato Alessandro. Il Torino ha un giocatore importante e non farne di lui un elemento sacrificabile per il bilancio e costruirli attorno una squadra che possa competere anche a livello internazionale sarebbe un dovere morale

ALESSANDRO BUONGIORNO L'ORGOGLIO DELLA GENTE DEL TORO. ALE, GRAZIE!