Al Torino la priorità è provare a vendere e poi magari rinforzarsi anche se la classifica è allarmante
Meïté al Milan o magari al Napoli oppure al Verona per una cifra di circa un milione per il prestito più obbligo, vorrebbe il Torino, o diritto di riscatto, preferirebbero i potenziali acquirenti, fissato a 8 mln in modo da poter ricavare il massimo, la speranza del club granata è di incassare alla fine 9 mln. Questa è la priorità del mercato del Torino, anche se la squadra langue nei bassifondi della classifica, penultimo posto, in coabitazione con il Parma, con in tasca12 punti dopo diciassette partite.
La situazione invece imporrebbe, anzi imponeva subito all’apertura della sessione invernale del calciomercato il 4 gennaio scorso, l’arrivo di rinforzi perché il gioco dei granata da un anno non è consono e l’atteggiamento in campo non ha abbastanza mordente e a questo si somma il fatto che il numero dei gol incassati, 35, è secondo solo a quello del Crotone (40) che occupa l’ultimo gradino della graduatoria e il numero delle reti segnate, 26, che tutto sommato è discreto, in quanto rappresenta la nona forza del campionato, non basta a sopperire alle carenze.
Di giocatori accostati al Torino ce ne sono per la verità, ma le trattative non si possano considerare in dirittura d’arrivo complicate anche dalla volontà del club granata di inserire Zaza o Edera come pedine di scambio o comunque per abbassare i costi. Kouamé, Franco Vazquez, Lobotka, Duncan, Pulgar, Kurtic, Pavoletti, Defrel, João Pedro e Ciquinho sono i più gettonati, ma fino a quando non saranno a disposizione di mister Marco Giampaolo pare difficile che il Torino possa provare a svoltare davvero visto che segnali di una ripresa, i tre pareggi e la vittoria a cavallo fra la fine del 2020 e l’inizio del nuovo anno, se anche ci sono stati finora non hanno portato a un miglioramento della classifica e più passano le giornate di campionato senza che ciò avvenga e più il rischio di finire in Serie B si fa concreto.