Toro: tutti gli sprechi di Cairo dal 2005 a oggi
Venti milioni di sprechi per il Toro di Urbano Cairo. Scelte avventate e discutibili hanno caratterizzato la sua gestione ormai giunta al quinto anno, in condizioni al limite della disperazione. E c’è un dato che fa riflettere: se Cairo non avesse buttato così i suoi denari tra tecnici, dirigenti e “figurine”, a quest’ora avrebbe potuto utilizzarli per ricostruire il Filadelfia ( anche due), divenendo l’eroe di una piazza che, al contrario, ora lo detesta e lo vuole lontano dal Toro.
QUANTI SPRECHI
L’inizio degli sprechi dell’era Cairo è arrivato al termine della prima stagione, quella dell’unica soddisfazione calcistica della sua gestione, che ha portato il Toro in serie A. Via il primo ds (Salvatori) ecco Tosi e via De Biasi a tre giorni dall’esordio in campionato. Al suo posto un costosissimo Zaccheroni, tagliato fuori dai giochi a febbraio per una sorta di “complotto” or dito dalla squadra. E qui la domanda sorge spontanea: se la società fosse stata da subito rafforzata con un direttore generale e un team manager, tutto ciò sarebbe accaduto?
CARENZE SOCIETARIE
Ecco allora che da questo momento iniziano le denunce dei tifosi e dei media, atte ad evidenziare al patron alessandrino che in questo Toro mancano alcune figure professionali indispensabili per gestire un gruppo così importante e sotto la pressione costante della piazza. La giostra granata però gira sempre attorno alle solite figure: pagano sempre allenatori e direttori sportivi. Via Zac, torna De Biasi, ma andrà via anche lui. C’è poi Novellino (più di due milioni di euro lordi costerà il suo contratto biennale) e ancora De Biasi: sei mesi e la giostra continua a girare. Tocca di nuovo a Novellino poi a Camolese e i costi dei tecnici salgono sempre più nelle voci del bilancio granata. È quindi il turno di Colantuono (500 mila euro per un accordo annuale), ma a fine novembre saluta Torino per dare posto a Beretta, il tecnico meno duraturo dell’era Cairo. E così in quattro anni e mezzo i costi, lordi, per gli allenatori arrivano a sfiorare i 14 milioni di euro lordi.
DEFICIT GESTIONALE
Meno nomi e spese inferiori invece per i direttori sportivi che, tuttavia, in meno di cinque anni costano a Cairo la bellezza di cinque milioni di euro lordi. Da Salvatori a Tosi per passare poi al binomio Lupo- Antonelli, quindi Pederzoli, Foschi e infine Petrachi. Ad intaccare però pesantemente il bilancio granata ci sono anche gli 80 giocatori passati in 4 anni e mezzo: tra questi spiccano i nomi di alcuni elementi di cui sarebbe potuto certamente fare a meno ( Pancaro, Coco, Barone, Fiore e Recoba) e altri che si sono resi utili, sì, a dispetto di un ingaggio esagerato (Stellone, Ventola). Se a questi aggiungiamo i recenti casi legati a Diana, Di Michele, Pisano e Colombo facciamo presto ad arrivare a “raccogliere” dieci milioni di euro, soldi che Cairo avrebbe potuto investire nella ricostruzione del Fila. Una questione intricata, certo, ma mai veramente vicina ad una soluzione anche per il distacco di cui si sono resi protagonisti tutti i proprietari del Toro degli ultimi 12 anni.
Andrea Scappazzoni