Torino: Esigenze di buoni propositi
Buoni propositi. Pacato ma generalizzato ottimismo.
La settimana che si appresta a terminare con la partita casalinga contro l'Udinese è stata caratterizzata da una serie di interviste, conferenze stampa e toni giornalistici protesi a garantire una sensazione vieppiù di ottimismo generale attorno e dentro il quartier generale della Sisport.
L'effetto Ciuccariello si è rivelato propiziatorio per la squadra granata. Si fosse presentato un magnate dell'economia al cospetto dei tifosi, l'attuale società di via Arcivescovado sarebbe stata messa sulla graticola, dal primo dei magazzinieri all'ultimo dei calciatori, passando per la dirigenza e, ovviamente, travolgendo lo stesso presidente Cairo.
Ora, invece, grazie alla scoperta della vera identità di mister X, la posizione di Urbano Cairo, le sue scelte e, conseguentemente, i suoi uomini di fiducia, si sono rafforzati ulteriormente, ricacciando in gola anche ai giocatori stessi qualunque alibi o lamentele essi potessero avanzare.
E così, da un giorno all'altro, da una speranza svanita (Mister X) alla rivalutazione dell'usato sicuro (Cairo), si sta saldando la convinzione che da un mesetto a questa parte, il Torino abbia ritrovato una certa quadratura ed equilibrio, specie in fase difensiva, che rappresentano il primo tassello fondamentale in chiave salvezza.
"Tutto questo va bene ma dobbiamo iniziare a vincere" – ha, però, sottolineato un voglioso Dzemaili davanti ai taccuini dei cronisti.
"Abbiamo fiducia in Novellino e nel suo lavoro ma ancor più abbiamo fiducia in noi stessi e nel gruppo" ha proseguito il talentuoso ventiduenne svizzero.
"Voglio la prima vittoria" ha ribadito ieri pomeriggio lo stesso presidente granata, giunto a far visita alla squadra per spronarla in vista della partita che potrebbe cambiare il trend della stagione. E per dimostrare al mondo la compattezza della società, la Triade torinese (Cairo, Foschi e Pederzoli) ha seguito congiuntamente l' allenamento diretto da Novellino.
Ostentata compattezza, dunque e buoni propositi. Come quelli rilasciati in un'intervista ad un quotidiano nazionale da Rino Foschi. Si è parlato di salvezza come salvacondotto per l'Europa e di un progetto da partorire in stile Palermo.
Ebbene, caro Rino, permettiici un appunto: la richiesta di maggior sobrietà. Vedi, il Toro di Cairo è ormai giunto al quarto anno e da tre sventola promesse poi puntualmente mai realizzate. Non è facile, sebbene l'indiscutibile buona fede, allinearsi a squadre come Atalanta, Udinese, Sampdoria senza considerare Napoli, Genoa e Palermo, di ben altra forza economica.
I tifosi granata, poi, appartengono al quel genere di anime perse che ormai sanno perdonare chiunque tranne chi alimenta speranze e prospettive trasformatesi a posteriori in cocenti delusioni. Meglio stare in silenzio, dunque, perché tutti i tifosi e gli addetti ai lavori conoscono la bravura di Rino Foschi e già credono intrinsecamente che sia la figura giusta per far spiccare il volo al Toro di Cairo. Senza bisogno di sottolinearne il proposito.