Sirigu: "Mi vedo ancora in Nazionale. Cairo vuole una crescita solida del Torino"

17.04.2018 17:58 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
Sirigu: "Mi vedo ancora in Nazionale. Cairo vuole una crescita solida del Torino"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Salvatore Sirigu, nuovo idolo granata. Se Belotti è il finalizzatore, Sirigu è colui che chiude ogni varco agli attaccanti rivali e sta diventando uno dei portieri più forti dell'intera storia granata.

In questi giorni imperversa nelle interviste, nonostante lui sia un tipo schivo e di poche parole, serio, dove la cosa principale è pensare al campo. Oggi ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, dopo essere stato ospite della DS domenica sera su Rai2.

Sirigu ha parlato dapprima del suo addio al PSG: "Penso che dopo tanti anni avrebbero potuto farmi parlare della rescissione con un dirigente con cui avevo condiviso qualcosa e non con un direttore sportivo che neppure conoscevo. Tra l’altro, credo che spesso sui media ci siano stati dei pregiudizi verso di me. Eravamo un bel gruppo. Poi sono venuti a mancare dei punti di riferimento, ad esempio Lavezzi, e qualcosa è cambiato. Ma giocare con due belve come Ibrahimovic e Cavani ci faceva superare le difficoltà".

Il portiere granata poi si è soffermato sul suo ritorno nel campionato italiano: "Dopo anni è stato molto difficile riambientarsi. Ho trovato tante polemiche fatte sul niente, senza capire come certe vittorie possano nascondere dei problemi o alcune sconfitte non siano negative a tutti i costi. Questa è una cosa che ha fatto del male negli ultimi anni. Tutti dicono che bisogna ricostruire e poi non viene mai dato il tempo per farlo".

Il discorso fatto in precedenza si ripercuote anche sul Toro: "Si è arrivati a parlare di Europa League, ma non è detto che, se costruisci una squadra forte, il risultato sia scontato. Conta tutto. Anche l’ambiente intorno. Invece spesso si deve cercare per forza un capro espiatorio".

Su Cairo ha commentato: "Mi sembra uno che non voglia fare il passo più lungo della gamba e magari nel calcio questo viene visto male. Invece vuole una crescita solida, portando il Torino dalla B in una dimensione diversa. Per storia e personalità si può ambire a qualcosa di prestigioso. Ma pensiamo al presente: l’oggi si chiama Milan".

Domani ci sarà una doppia sfida in campo, Sirigu contro Donnarumma: "Per età e mezzi tutti vedono Donnarumma il dopo Buffon, ma nell'azzurro spero sempre e non ci rinuncerò mai. Io mi valuto all'altezza del terzetto dell’Italia. Sarei un ipocrita a dire il contrario".