Piemonte, Cirio: "Obbligo mascherine inopportuno finché non avremo disponibilità totale. Saranno donate"
Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, è intervenuto questa mattina durante la trasmissione Mi manda Raitre: "Dobbiamo essere chiari e convincerci che questa è una guerra e per ripartire da una guerra bisogna mandare in quarantena la burocrazia, altrimenti la fase due sarà difficilissima. E se avremo le risorse, non avremo la possibilità di darle con facilità e immediatezza a famiglie e imprese".
Mascherine - "La Regione Piemonte sta predisponendo un contingente di mascherine da donare alla popolazione "perché oggi una mascherina può costare anche 10-15 euro ed è difficilissimo trovarla". ha annunciato. "Ci sono persone e famiglie che fanno faticano a pagare la ricarica del telefono alla fine del mese - osserva Cirio -: obbligarle a comprare una mascherina, con la difficoltà di trovarla e di doverla pagare, credo sia una regola di difficile attuazione e non è rispettosa delle esigenze delle persone".
"Abbiamo già fornito 300mila mascherine a Protezione civile, anziani delle Rsa, Croce rossa e altre realtà del Piemonte – ha aggiunto - ma finché non riusciremo ad avere una disponibilità complessiva per tutti credo che mettere l'obbligo sia al momento inopportuno, anche se c'è una raccomandazione forte per tutti, quella di indossarla quando si esce".
Residenze Sanitarie Assistenziali e case di riposo - "Il livello di attenzione della Regione Piemonte per le residenze per anziani è massimo, perché il vero allarme, il vero rischio, è dentro queste strutture".
"Abbiamo attivato un protocollo operativo, che riunisce Regione, Prefetture, Province e sindaci e quotidianamente analizziamo le situazioni più critiche - spiega il governatore - Quindi monitoriamo i casi e cerchiamo di intervenire per mettere a disposizione personale, individuando alberghi per ospitare chi non vuole o non può tornare a casa, e diamo linee pratiche sulle modalità di isolamento nelle strutture dei pazienti positivi".
Rigore e ritorno alla normalità - Prima ne usciamo prima ripartiamo, ma per farlo dobbiamo essere inflessibili col rigore del contenimento".
Sono oltre 13 mila, a ieri sera, i contagi nella regione. "Da noi è iniziato tutto con una decina di giorni di ritardo rispetto a Lombardia e Veneto, quindi è normale che abbiamo qualche tempo di ritardo - spiega il governatore piemontese - Questo ci impone l'assoluto rigore. Noi siamo stati rigorosi sin da subito, abbiamo chiuso da subito le scuole, dopo Carnevale, anche quando si poteva tenerle aperte, perché abbiamo voluto mantenere il contenimento massimo e abbiamo tuttora ordinanze molto più restrittive rispetto ad altre regioni d'Italia".