MilanNews - Buscè ha formato Ricci a Empoli: "Era un piccolo Zidane. Gli diedi una sterzata 'nascondendolo' al Milan"

Samuele Ricci è l'ennesimo prodotto di quella fucina di talenti che è l'Empoli, più che mai florida come si vede anche dalla crescita di giocatori come Tommaso Baldanzi, Jacopo Fazzini e Kristjan Asllani. Tutti ragazzi che sono passati sotto la gestione di Antonio Buscè. Ex giocatore dei toscani, è stato anche allenatore delle squadre giovanili dal 2013 al 2023 coltivando il grande talento a disposizione. Proprio su Ricci, Buscé ci racconta i suoi primi passi. Ecco le sue parole in esclusiva per MilanNews.it.
Antonio Buscè, Samuele Ricci possiamo definirlo una sua creatura
"L'ho allenato per cinque anni, di fatto la maggior parte della sua trafila è stata sotto la mia guida. Avevo iniziato a guidare i Giovanissimi regionali e Ricci di fatto iniziò a Empoli con me. Era agosto 2013, non aveva nemmeno 12 anni e gli mancava qualche dente in bocca".
Cosa ha pensato quando lo ha visto?
"La prima settimana mi sembrava di avere tra le mani un piccolo Zidane. Mi dissi: mamma mia che talento. Mi meravigliavo delle giocate che faceva, i no look, le imbucate. Al presidente Corsi dissi: 'Se avessi ora i contanti comprerei il cartellino di Ricci'. A distanza di anni il presidente me lo ricorda ancora. Ma in quell'Empoli sono passati davvero diversi gioielli, guardate Baldanzi e Fazzini".
Empoli si conferma uno dei vivai migliori d'Italia, aria fresca in un periodo storico dove il talento latita
"A Empoli c'è un ambiente sano, dove hai la possibilità di sbagliare. Ti aspettano e tu non ti bruci. Questo è un aspetto che fa la differenza".
Caratterialmente che ragazzo era Samuele?
"Rispetto a tanti ragazzini di quell'età lui aveva già la malizia di un ragazzo di 4-5 anni in più. Ricordo anche che ogni tanto lo 'cazziavo' per 'raddrizzarlo. Non si scomponeva. Ti ascoltava, ti guardava e migliorava".
In cosa sente di averlo migliorato?
"Aveva una gestione del pallone straordinaria, si intestardiva ad andare a prenderla, sempre marcato, e ne usciva sempre fuori in modo pulito. C'erano ovviamente delle cose da migliorare, impostavamo delle esercitazioni per far sì che si guardasse intorno prima di ricevere palla e anche di fargli giocare la palla subito in avanti, perché Samuele tendeva sempre a giocarla lateralmente e non andava bene. Con queste correzioni è andato spedito fino a diventare giocatore della Prima squadra".
Un ruolo chiave nella crescita dei giovani lo recita la famiglia, con la quale si sarà rapportato
"Mai sentito i genitori parlare, al di là dei classici saluti. La famiglia è fondamentale per questi ragazzi e quella di Ricci è una famiglia per bene, che seguiva sempre il figlio senza mai esagerare con la società".
A livello tattico Ricci è stato plasmato a Empoli, proprio con Lei
"Ho giocato in mezzo in un modulo col doppio mediano, andava a trovare la giocata e la posizione, creando equilibrio. Poi l'ho fatto giocare come mezzala, dove si dimostrava bravo a buttarsi dentro e a crearsi gli spazi palla al piede. Ha completato la sua maturazione tattica a livello giovanile con Lamberto Zauli, che nella squadra Primavera l'ha fatto giocare playmaker".
C'è un aneddoto che ci vuole raccontare?
"Doveva essere la fine di dicembre 2015 e c'era un torneo a Pescara, la Nike Cup. Samuele si allenava così così, gli dico: 'Non va bene, non è questa la mentalità'. Ricordo che il responsabile del settore giovanile Marco Bertelli che mi disse che c'era tutto il Milan venuto a vedere Samuele, lo stavano tenendo d'occhio. Io però decisi di lasciarlo in panchina tutta la partita, non mi era piaciuto come si era allenato. Vincemmo 3-1, proprio contro i rossoneri. E lì credo di aver dato a Samuele una bella sterzata. Se lo ricorda ancora".
Vederlo al Milan la sorprende?
"Il Milan è uno dei club più titolati al mondo, c'è poco da dire. Parliamo del top, io stesso conservo la maglia di Paolo Maldini con la patch delle 7 Champions vinte: per me è una reliquia. Per me è una grande gioia che un giocatore che ho cresciuto vada a giocare lì e che Samuele potesse riuscirci non ho mai avuto dubbi. Dopo anni che lo alleni non puoi sbagliarti".
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