Nesti Channel - Sarà un Toro alla brasiliana
Un Toro alla brasiliana.
E' questa l'ultima indiscrezione che la redazione del Nesti Channel è riuscita a sapere.
Ma, essendo una indiscrezione, va doverosamente presa col beneficio dell'inventario e non della certezza matematica. Epperò, se lo scriviamo, significa che la fonte a nostra disposizione si aggira all'interno della Sisport e pare piuttosto fidata.
Dunque, l'indiscrezione è questa: il Toro dovrebbe cambiare modulo. Nella testa di Colantuono si sta evolvendo un pensiero dinamico, elastico, basato sulla non fossilizzazione di schemi e tattiche e capace di plasmarsi alle difficoltà oggettive del campo.
Dopo la brutta gara contro il Padova ed il pareggio di Frosinone, nel quale si è stagliata imperiosamente la prestazione dell'honduregno Leon, il tecnico romano ha iniziato ad elucubrare un sistema di gioco che preveda la possibilità di impiegare contestualmente gli uomini di maggior qualità a disposizione.
Chi può vantare una batteria di mezzepunte e fantasisti come Gasbarroni, Leon e Di Michele nella serie cadetta? E chi può disporre di centravanti del calibro di Rolando Bianchi o Vantaggiato?
La risposta, ovviamente è una sola: nessuno, Toro a parte.
Da qui è maturata lentamente l'idea balzana, entusiastica, un po' spallettiana e soprattutto brasiliana: quella di utilizzarli (quasi) tutti in un 4-2-3-1 che ricorda molto la Roma di Spalletti ed il Brasile di Carlos Dunga.
4-2-3-1, un sistema ad alto tasso di spettacolarità se adoperato con gli uomini appropriati, in grado non soltanto di garantire una pericolosità offensiva fuori dal comune ma anche un equilibrio di massima in fase di non possesso palla.
4-2-3-1 con i trequartisti, Gasbarroni-Leon-Di Michele, pronti a scambiarsi continuamente le posizioni, essendo tutti bravissimi ad esercitare il proprio raggio di azione sia sul versante centrale che su quello laterale della zona difensiva avversaria. Tutti pronti a creare superiorità numerica e permettere la profondità, allargare il gioco e servire palloni invitanti all'unica punta, Rolando Bianchi (o Vantaggiato).
4-2-3-1 che, ovviamente, necessita di due incontristi puri davanti alla difesa. Quelli che in Inghilterra e Spagna chiamano "Double Pivot" e si sobbarcano il peso di un centrocampo inevitabilmente più scoperto. Centrali di mediana deputati a fare legna in mezzo, correre per quattro e trasformarsi all'occorrenza in difensori aggiunti. Caratteristiche che rispondono al nome di Manuel Coppola e Cristiano Zanetti, lottatori di professione.
4-2-3-1 che potrebbe prefigurare una bocciatura per Loviso e Belingheri? Ci sentiamo di escludere a priori una tesi del genere.
Senza voler essere fraintesi, ripetiamo che tale atteggiamento tattico sta diventando una soluzione parallela che Colantuono ormai medita da tempo. Una via parallela, ripetiamo, al classico 4-3-1-2 o modulo a "rombo" su cui fin'ora il Torino si è retto.
Ma rappresenta un fatto oggettivo che la squadra granata abbia fin qui stentato a proporre una manovra fluida, lineare e spesso il centrocampo è parso in difficoltà sia nella gestione della sfera ma anche in fase di non possesso. Più volte è mancata la personalità di un regista (Loviso) che si proponesse ai compagni per imbastire passaggi ordinati e ficcanti o permettere una dignitosa circolazione di palla.
Non dimentichiamo che i successi granata fin qui perpetrati sono in gran parte da ascrivere ad una difesa più che solida ed alle invenzioni del tridente Bianchi-Di Michele-Gasbarroni.
Ecco perché Colantuono sta pensando a qualcosa di diverso, di alternativo.
Che tutto ciò possa avvenire già contro l'Ancona appare ancora prematuro ma non dovrà sorprendere se a partita in corso il tecnico adotterà uno schieramento sicuramente più spregiudicato e forse più efficace. Il 4-2-3-1 appunto.