Mihajlovic: "Credo nella salvezza"

26.03.2009 18:18 di  Raffaella Bon   vedi letture
Fonte: Fonte: bolognafc.it
Mihajlovic: "Credo nella salvezza"
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L'intevista integrale a Sinisa Mihajlovic dal sito ufficiale del Bologna.

Mister, ieri Renzo Menarini ha voluto parlare con lei e con i giocatori.
"Sono tutte cose positive. Quando si perde una partita, c'è sempre bisogno di considerare ciò che non va bene, magari senza aggravare di un carico eccessivo i giocatori che già sono delusi e arrabbiati per il risultato, ma quando è il caso di intervenire bisogna farlo ed è stato tutto in regola".
Lei come ha vissuto le voci che nei giorni scorsi ventilavano la possibilità di un suo esonero?
"Io sono dell'idea che, quando uno fa il suo lavoro e ha la coscienza pulita, non deve avere paura di nessuno. Io ho sempre svolto bene il mio incarico e quella era una voce che veniva dall'esterno, non dalla società, che ha sempre confermato la propria stima nei miei confronti, un pensiero che non è mai cambiato: ieri Renzo Menarini l'ha ribadito, ma io lo sapevo già. Questo, però, è un lavoro "impossibile": un allenatore può fare tutto al meglio, preparare bene la partita e poi perderla, ma lo si giudica in base ai risultati e non per il lavoro settimanale. Quindi so che anche a me, prima o poi, capiterà in carriera di essere esonerato: spero che accada il più tardi possibile".
Ha avuto la sensazione che il gruppo nelle ultime settimane non la segua più come in passato, negli allenamenti e in partita?
"No, non ho questa sensazione. Ci sarà qualche giocatore più contento e qualche altro meno, per il fatto di scendere in campo più o meno spesso. Io però ho fatto giocare tutti, tutti hanno avuto la possibilità di giocare; io sono l'allenatore e devo fare le mie scelte, ma per me tutti i giocatori sono importanti e chi sta fuori oggi può avere la sua chance domani".
Lei dopo qualche sconfitta ha indicato alcuni errori specifici commessi dai singoli giocatori.
"Chiariamo una cosa. Io mi prendo le mie responsabilità, davanti alla squadra e alla società: quello che succede di negativo è colpa mia. Quando indico gli errori dei giocatori non significa che ho qualcosa contro di loro e quando dico "non posso far miracoli" è una provocazione per la squadra, per toccare l'orgoglio dei ragazzi, per farli riflettere e reagire. Se la squadra non si salverà (cosa che non penso affatto: non mi è mai neanche venuto in mente) l'unico colpevole sono io: non il Presidente, non la società, non i giocatori; mi prendo tutte le responsabilità. Comunque, io posso perdere qualche battaglia, ma una guerra non l'ho mai persa e vincerò anche questa. Quanto ai giocatori, ho letto in questi giorni che io non avrei fiducia in loro, ma questo è falso: io sono stato il primo ad aver fiducia in questi ragazzi, sin da quando sono arrivato e l'autostima era sotto i tacchi; tant'è vero che in gennaio mi sono stati offerti moltissimi giocatori che non ho voluto, proprio perché secondo me valevano molto meno di quelli che già ci sono e nei quali ho la massima fiducia. So quello che vale la mia squadra e ciò che i giocatori mi hanno dimostrato in questi mesi: sono tranquillo e sono convinto al mille percento che ci salveremo".
A cosa è dovuto il calo di risultati e di gioco dell'ultimo periodo?
"Non è un problema fisico: ieri e oggi abbiamo anche fatto dei test e i risultati sono migliori rispetto a quelli di tre mesi fa, siamo tutti in netta fase di miglioramento, i numeri non dicono bugie. Ci sta che nell'arco di un campionato una squadra abbia un momento di flessione e noi, tra l'altro, abbiamo anche affrontato avversari forti nelle ultime settimane; ma abbiamo anche raccolto meno di quanto meritato: dopo le partite di Napoli e Udine e quella con l'Inter, ho affermato che la nostra era una crisi di risultati ma non di gioco. Poi col Cagliari abbiamo giocato male e a Torino contro la Juventus dopo un bellissimo primo tempo abbiamo fatto una brutta ripresa: sono questioni più che altro di testa, che capitano quando vedi che quando giochi bene non vinci e quando giochi male perdi, perché in questi casi cala un po' la fiducia in se stessi. C'è da lavorare su questo, ci siamo già parlati e in queste due settimane abbiamo il tempo di fare determinate cose: la pausa in questi momenti può far bene, alla ripresa del campionato saremo quelli di qualche settimana fa; sono convinto che basti un risultati positivo per tornare alla normalità".
Quello dei nove risultati utili di fila era il Bologna di Mihajlovic. Lo è sembrato meno quello che ha perso a Torino con la Juve dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio o quello di domenica contro il Cagliari.
"Questa è sempre la mia squadra: non posso dirlo solo quando le cose vanno bene. Anzi, è proprio quando ci sono più difficoltà che io divento più concentrato e pignolo ed anche quella di Torino o di domenica è la mia squadra, senza dubbio".
In un girone completo lei ha raccolto 20 punti: è soddisfatto?
"Sono soddisfatto, ma anche consapevole che potevamo fare qualcosina in più. Ora restano nove partite e sono convinto che faremo più punti di quelli che abbiamo raccolto all'andata dalla partita con la Roma a quella di Catania".
Cosa la fa essere così fiducioso?
"Io sono sempre stato fiducioso. Guardo ai risultati, ma anche al lavoro, al comportamento, all'impegno e all'applicazione: tutto questo mi dà fiducia".