Le teorie di Lombroso si adattano ai viola e granata il cuore Toro è un ricordo

08.12.2008 10:15 di  Raffaella Bon   vedi letture
Fonte: La Nazione

CESARE LOMBROSO è l’antropologo che, alla fine dell’800, si era convinto che i delinquenti si potessero riconoscere dai tratti somatici, dando sostanza a quella pseudoscienza che è la fisiognomica. Con questa idea belluina in testa, che cioè la morale di una persona si riconosca dalla faccia, scrisse opere fondamentali per l’umana conoscenza come «La ruga del cretino e l’anomalia del cuoio capelluto» e «Perchè i preti si vestono da donne». Per qualche tempo il mondo lo prese sul serio, tanto che a Vienna nel 1944 il povero Bruno Ludke fu condannato a morte senza processo, solo perchè il suo aspetto fisico racchiudeva gli stereotipi del delinquente.
PER FORTUNA, la storia ha collocato le teorie lombrosiane nel posto che meritano, ovvero nel cestino. Però, se invece che al contesto criminale il buon Cesare avesse applicato le sue teorie al mondo del calcio, oggi sarebbe uno scienzato di rispetto. Il mondo del pallone, infatti, ha una propria fisognomica di ferro. Una scienza esatta che lega il volto di un calciatore a una maglia per sempre, come se quell’atleta fosse nato appositamente per difendere quei colori e quei simboli. Per capirci: è possibile non legare Antognoni e poi Galdiolo, Contratto, Esposito, Ferrante, Tendi, Maraschi, De Sisti, Rogora, Saltutti, Desolati, Superchi e altri ancora (sbizzarritevi) all’immagine di un giglio e di una maglia viola? Questi calciatori, come molti altri, anche se hanno vestito in carriera altre maglie, nessuno le ricorda. E’ la fisognomica ad associarli per sempre all’idea di Fiorentina.
COME la Fiorentina è anche il Torino. Non si possono immaginare senza una maglia granata indosso gente come Castellini, Mozzini, Claudio Sala, Zaccarelli, Poletti, Agroppi, Fossati, Ferrini, Cereser, Pulici. Soprattuto, non si può immaginare non di granata vestito uno dei più straordinari talenti del nostro calcio, ovvero Gigi Meroni, simbolo di «estri bizzarri e libertà sociali in un Paese di conformisti sornioni», come scrisse negli anni ‘60 Gianni Brera. Meroni era un’ala destra che, fosse vivo oggi, avrebbe anticipato di molto Zenga nel mandare Varriale a quel paese. Lui intrepretava il calcio come se fosse vita e la vita come fosse un’area di rigore: dribbling, impennate, colpi ad effetto. Come quando, per ribellarsi ai luoghi comuni dei giornalisti, se ne andò in giro con una gallina al guinzaglio. O come quando conquistò Cristana Uderstad, bellissima giostraia del luna park, e la portò via dal matrimonio impostole dalla famiglia.
QUANDO nel 1967, attraversando a piedi un viale, fu fatto volare in cielo dall’auto di colui che, 35 anni, dopo sarebbe diventato il presidente del Torino, Attilio Romero (era quello coi capelli pettinati con i fulminanti), la Chiesa criticò aspramente il prete che aveva celebrato il funerale di un «peccatore pubblico» nonostante il divieto. «L’ho fatto _ disse don Franesco Ferrando _ perchè Gigi non era soltato carne, muscoli e nervi. Era genialità, coraggio, comprensione e altruismo».
Eccolo il guaio vero del Toro di oggi (e di tante altre società calcistiche). Non solo di Meroni non ce ne sono più, ma non si vedono neppure genialità, coraggio e altruismo e nemmeno facce da Torino. Per quello che si è intravisto anche ieri in campo contro la Fiorentina e le sue facce viola (Frey, Kutz, forse Felipe Melo, fra poco anche Gila), questo Toro sembra rimandare piuttosto allo spirito ganassa del suo presidente, Urbano Cairo, uno arrivato dal mondo della pubblicità in cui tutto è apparenza, slogan, fatturato. Dopo il 4-1 di ieri, Cairo probabilmente caccerà De Biasi, quindi catechizzerà di nuovo la squadra con altri slogan vuoti come uova di cioccolato. Farà, insomma, l’esatto contrario di ciò che suggerirebbe la fisiognomica applicata al calcio. Ovvero: attaccamento profondo alla maglia, fatica in silenzio, meno proclami e meno soldi. Il difficile è farlo capire a chi pensa che il Calcio sia comunque roba da ganassa. Non vale solo per il Torino.