Al Torino serve un centrocampista di qualità e grande esperienza se Cairo vuole fare una delle migliori campagne acquisti della sua presidenza

Al Torino serve un centrocampista di qualità e grande esperienza se Cairo vuole fare una delle migliori campagne acquisti della sua presidenzaTUTTOmercatoWEB.com
Urbano Cairo
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Ieri alle 12:00Notizie
di Elena Rossin
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Anjorin, Casadei, Ilic, Ilkhan, Gineitis e Tameze numericamente sono più che sufficienti in un centrocampo a due, anzi sono fin troppi, però come si è visto nelle amichevoli finora disputate dal Torino a centrocampo manca un giocatore di qualità e grande esperienza. Anjorin ha 23 anni, Casadei 22, Ilic 24, Ilkhan 21, Gineitis 21 e il solo Tameze ne ha di più 31. Non che Ricci, che è stato venduto al Milan lo scorso 3 luglio, ne avesse molti di più, ne compirà 24 fra dieci giorni, però in rosa c’era anche Linetty, lasciato andare via a parametro zero, che con i suoi 30 anni aumentava l’età media e aumentava anche il tasso d’esperienza.

Al Torino serve un centrocampista in grado di dare equilibrio alla squadra, dettare i tempi di gioco capendo quando serve accelerare o rallentare il ritmo e quando occorre, come ha detto anche Vlasic dopo l’amichevole con il Valencia, rischiare e quando no. Un giocatore che garantisca una protezione in fase difensiva e che imposti quella offensiva. Tameze ha esperienza, ma già durante il ritiro a Prato allo Stelvio si è capito che non è l’elemento sul quale punterà Baroni e infatti è sul mercato.

Cairo ha detto che la rosa è fatta al 95% e ha promesso che saranno presi ancora un terzino sinistro e un eterno d’attacco, ma non bastano. Con il Valencia, tanto per restare all’ultima amichevole disputata e persa come le due precedenti con il Monaco, si è notato che più volte Vlasic si abbassava molto per dare una mano in fase difensiva, ma dover fare questo sottrae energie al croato che dovrebbe invece utilizzarle per la fase offensiva. Sulla trequarti di giocatori che possono ricoprire i tre ruoli ce ne sono abbastanza, Lazaro, Ngonge, Aboukhlal che è ambidestro, Vlasic, Njie più i giovani Perciun e Cacciamani e anche Anjorin e Gineitis e persino Sanabria, che però è in uscita, e Adams sono utilizzabili. Quindi più che un altro esterno d’attacco semmai servirebbe un mediano.

In mezzo al campo i vari Anjorin, Casadei, Ilic, Ilkhan se resterà e Gineitis hanno bisogno di crescere e la cosa migliore sarebbe farlo senza pressioni e, soprattutto, al fianco di un elemento di qualità ed esperienza. Il Milan, ad esempio, ha preso Modric proprio per questo. Già l’anno scorso Vanoli aveva dovuto cambiare il modulo e non solo perché c’era stato l’infortunio di Zapata, ma anche perché per la difesa a tre non dava abbastanza garanzie poiché senza più Buongiorno, Rodriguez, lasciato andare via a parametro zero, e con Schuurs infortunato erano stati presi Maripán e Coco che erano abituati a giocare in una linea difensiva a quattro. Sarebbe quindi auspicabile che Baroni a campionato in corso non dovesse cambiare dal 4-2-3-1 perché il centrocampo non regge abbastanza.

Da un punto di vista finanziario, nelle casse del Torino i soldi non mancano e lo ha detto lo stesso Cairo il giorno della presentazione di Baroni “Abbiamo speso circa 22 milioni e ne abbiamo incassati più o meno 40. Avremo quindi questo vantaggio". Certo non era ancora arrivato Simeone, ma per lui l’esborso per il prestito oneroso è di 1 milioni e il riscatto, che diventerà obbligatorio da febbraio alla prima presenza, è di 6 mln più 1 di bonus per cui di soldi ne restano ancora, per l’esattezza almeno 14 mln includendo anche il riscatto del Cholito. Il Presidente con Vagnati e Moretti valuti quindi tempestivamente il da farsi in sede di mercato, tanto più che aveva detto, nell’intervista rilasciata Sky Sport, che sta facendo: “Una delle migliori campagne acquisti della mia presidenza”.

Nn ci sono dubbi che per amalgamare una squadra ci vuole tempo e questo va concesso a Baroni, ma affinché il tempo non risulti poi perso serve che all’allenatore siano dati i giocatori che gli occorrono prima dell’inizio del campionato. Tanto più che le prime gare saranno con Inter e Fiorentina prima della sosta per gli impegni della Nazionale e in quel periodo molti giocatori titolari andranno via per cui lavorare per amalgamare la squadra sarà quasi impossibile. E poi dopo il calendario prevede Roma e Atalanta, Parma e Lazio prima della seconda sosta e a seguire Napoli, Genoa, Bologna, Pisa e Juventus prima della terza. Undici partite delle quali all’incirca otto con squadre che sulla carta hanno organici più attrezzati e forti. Altrimenti poi chiedere a Baroni - anche se indirettamente “Abbiamo fatto un campionato molto bello nella stagione 2013/14, un altro altrettanto bello nell'annata 2018/19 e in entrambe arrivammo settimi. Questa sarà la migliore se dovessimo arrivare sesti" - il 6° posto sarebbe ingiusto.