Sansone in estasi: "Bisogna crederci fino all'ultimo. Il lavoro paga sempre"
In sette giorni l'umore di Gianluca Sansone si è trasformato. Il gol del pareggio ieri a Napoli ha chiuso a chiave il ricordo del cartellino rosso contro il Parma. A Tuttosport l'attaccante lucano esprime tutta la sua gioia: "Ho visto Aronica e ho capito che probabilmente avrebbe passato la palla indietro al portiere, a quel punto ho deciso di allungare la corsa nella speranza che il tocco fosse un po’ corto. Ed è stato così. A quel punto, in trans agonistica, sono entrato in area palla al piede cercando di capire cosa avrebbe fatto De Sanctis. Pensavo che provasse a portarmi sull’esterno invece si è buttato e così l’ho superato con un tocco. A quel punto, avevo la porta spalancata con il pallone tra i piedi ma credetemi, mi è sembrata di colpo piccolissima! Ho calciato e quando ho visto che stavo segnando non ho capito più niente. gol lo dedico alla mia famiglia e a chi ha sempre creduto in me. Certo, è una rete venuta in maniera un po’ così, però io me lo godo, come il pari, che il Torino ha strameritato. Abbiamo messo in difficoltà il Napoli a casa sua". L'ex punta del Sassuolo non sa spiegarsi, però, i limiti della squadra in casa: "Perché giochiamo meglio lontano dall’Olimpico? Non ho risposte per queste domande, non ho esperienza di A. Posso però dire che ora pure io so cosa vuol dire segnare un gol tra i big. Ho provato la stessa sensazione vissuta dopo il primo gol in C e in B. Qui c’è più qualità, al primo errore paghi pegno. Ma è anche vero che pure in A bisogna crederci fino all’ultimo, come abbiamo fatto noi mettendo in difficoltà il Napoli che ha creato poco. Sì, ho dovuto aspettare per togliermi questa soddisfazione ma l’importante è che sia arrivata: la verità è una, il lavoro paga sempre. E grazie ai compagni che mi hanno sempre sostenuto".