Gianni Barbero: «Io, Gabetto e Valentino”
“La mia vita col Grande Torino e quel viaggio sul Conte Rosso: Mazzola e Gabetto mi portarono panino e birra” una frase che fa parte del lungo racconto che Gianni Barbero, classe 1929, ha fatto a Tuttosport e che Alberto Manassero con maestria, delicatezza e rispetto ha riportato nell’edizione odierna del quotidiano. Un racconto che emoziona e aggiunge particolari di vita quotidiana e sportiva degli Invincibili. Quasi un secolo di storia quella che racconta Barbero, toccata con la mano, attraversata di corsa, con un pallone tra i piedi o negli occhi. E il Grande Torino nel cuore. Li ha vissuti, quei magnifici campioni. Tutti. Li ha ammirati e ci ha scherzato, ci ha parlato e giocato. È salito con loro sul Conte Rosso. E li ha visti scomparire in un lampo.
Barbero e il cognato Mario grazie all’intercessione di Mazzola e Gabetto, che convinsero il segretario Igino Giusti a farli salire sul pullman della squadra, il 14 novembre del 1948 tornarono a Torino da Bologna sul Conte Rosso e poi Barbero nella notte fece scaletta a Gabetto perché era senza schiavi e così rientrò in casa arrampicandosi sul balcone. “Bolmida, la tromba, le maniche arrotolate di Mazzola non sono una favola: io c’ero!”.