Benedetti: “Buongiorno, ti ricordi?”
Silvano Benedetti è stato premiato da "Etica e Sport”, associazione di cultura sportiva, ex difensore e da 22 anni responsabile della scuola calcio del Torino con la motivazione “ha dimostrato con le sue doti di competenza, umiltà e umanità di avere un giusto approccio con piccoli calciatori, genitori e collaboratori, con il bambino al centro per la sua crescita tecnica e sociale. Un bell’esempio di campione di calcio, ora allenatore, con spiccati valori educativi, etici e sportivi”.
Da quando ha cominciato Benedetti nella scuola calcio granata sono passati quasi 10 mila bambini tra i 5 e i 12 anni. Con il suo fiuto e sensibilità ha scoperto e poi allevato giocatori arrivati in prima squadra tra i quali Buongiorno, ma anche Barreca, Edera, Parigini, Aramu, Fiordaliso.
Alla premiazione Silvano ha raccontato, come riporta Tuttosport, un aneddoto su Alessandro Buongiorno che a 7 anni entrò nel vivaio granata: “Giocava in una società dilettantistica torinese, il Barracuda. Mi fu segnalato e non appena lo vidi in azione in allenamento con noi, colsi delle doti speciali. Mi bastò osservarlo. Aveva una statura da leader, in mezzo agli altri bambini. Personalità, visone, tocco palla, maturità, senso tattico. Rimasi incantato. Il calcio è uno sport situazionale, n campo devi risolvere di continuo problemi. E lui già a 7 anni dimostrava una grande capacità nell’affrontarli e, appunto, nel risolverli. Un dono naturale. Io non avevo dubbi, ma Alessandro sì. Dopo quel primo allenamento diciamo di prova, gli dispiaceva lasciare i suoi amichetti, i compagni del Barracuda. Cercai di convincerlo con una controproposta: “facciamo così, ti alleni con noi per una settimana e poi decidi liberamente”. Beh, dopo 2, massimo 3 allenamenti era già felicissimo di restare, perché scoprì che eravamo una famiglia, non solo una scuola calcio. Si affezionò immediatamente. Pensate che orgoglio per me, oggi, vederlo addirittura capitano del Toro! Vedo lui e ripenso a quando era un bambino … Ripenso anche alla mia esperienza quando entrai nel vivaio … Alessandro è sempre stato un ragazzo splendido, umile, innamorato del Toro. Una persona meravigliosa prima che un ottimo giocatore. Merito anche dei suoi genitori, della splendida educazione che ha ricevuto. Anche per questo no mi stupisce affatto che ce l’abbia fatta a emergere. Sta anche frequentando l’Università, non perde mai di vista la realtà”.