Stellone parla del suo Frosinone, sorpresa cadetta: "Tanto spirito di sacrificio. Ma il nostro obiettivo resta la salvezza"

13.11.2014 11:00 di Claudio Colla   vedi letture
Fonte: TuttoFrosinone.com
Stellone parla del suo Frosinone, sorpresa cadetta: "Tanto spirito di sacrificio. Ma il nostro obiettivo resta la salvezza"
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© foto di Federico Gaetano

Allenatore emergente di spicco sullo scenario nostrano, il 37enne Roberto Stellone, giocatore del Torino tra 2005/06 e 2008/09, guida con il suo Frosinone il campionato cadetto, e parla così ad ampio raggio ai microfoni di Sky Sport 24: "Da calciatore ho avuto la fortuna di giocare in grandi squadre di B, ho vinto con Lecce, Napoli e Torino. Da allenatore è tutta un'altra storia, ho iniziato da poco, vincendo il campionato con la Berretti e ottenendo una promozione in B. Anche quest'anno stiamo andando alla grande, ma l'obiettivo è ovviamente diverso. Puntiamo alla salvezza, nonostante stiamo andando forte e il Frosinone abbia tutte le carte in regola per giocarsela fino alla fine. Guardiamo partita dopo partita e pensiamo prima di tutto alla salvezza.

Il gruppo è unito, siamo rimasti in tanti dello scorso anno, abbiamo aggiunto calciatori di categoria che si sono integrati benissimo. Vedo nella mia squadra, la stessa caratteristica dello scorso anno, quella del sacrificio, e il non mollare mai, come dimostra il fatto di segnare spesso nella parte finale delle partite . Subiamo pochi gol e pochi tiri, questo è merito della difesa, ma anche di centrocampisti e attaccanti, che sono i primi a sacrificarsi. Ho la fortuna di avere 22 titolari, quando c'è qualche giocatore un po' stanco è giusto farlo rifiatare e cambiare le pedine. Questo lo puoi fare quando hai una rosa ampia e tanti titolari.

Ho avuto tanti tecnici in carriera e da ognuno ho imparato a carpire qualcosa di positivo. Tutti sono stati importanti per cercare di farmi diventare allenatore. Ringrazierò per sempre il direttore Salvini e la famiglia Stirpe, che mi hanno dato questa opportunità. È senz'altro più difficile fare l'allenatore, perché cambia tutto. Da giocatore pensi a solo a te e sei felice se fai gol, anche se la squadra perde. Da tecnico, diventa importante il risultato e il bene di tutti.

Le sorprese positive possono essere considerate Frosinone e Carpi. Quelle negative Catania, Pescara e Bari, ma sono sicuro che usciranno fuori. Per il resto la classifica mi sembra parecchio equilibrata. È un campionato duro, mancano ancora 29 partite, stiamo facendo bene, è evidente che non si può mantenere questo ritmo. Se al giro di boa ci accorgiamo che il Frosinone è ancora lì su, è normale che cambieranno gli obiettivi. Prima però raggiungiamo i 50 punti.

Non ho una squadra in particolare in cui voglio allenare. Non sono mai stati tifoso, nemmeno da bambino. Mi piaceva molto il Milan di Van Basten, tifo per entrambe le romane e il Frosinone. Il mio sogno è allenare in Serie A e, perché no, vincere anche un titolo".