Inter, Handanovic: "Con Padelli e Berni rapporto straordinario"

"Amo i cori di San Siro, ma all'inizio mi mettevano in imbarazzo. Peter Schmeichel il mio idolo. In Slovenia si esce ancora di casa"
31.03.2020 12:54 di  Claudio Colla   vedi letture
Inter, Handanovic: "Con Padelli e Berni rapporto straordinario"
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Intervenuto sui canali social dell'Inter, Samir Handanovic, saracinesca e capitano neroazzurro, ha parlato, tra i tanti argomenti affrontati, anche del proprio rapporto con Daniele Padelli e Tommaso Berni, sue riserve ed ex-portieri del Toro:

"Per il momento le cose vanno bene. All’inizio tutti pensavamo fosse meno grave del previsto, prendendo il coronavirus un po’ sottogamba. Ora siamo consapevoli della sua portata, e seguiamo le regole. Per il resto, è normale essere preoccupati. Rimanere concentrati è difficile; a casa si fa il possibile, si rivedono vecchie immagini. Guardare le partite del passato in TV ci aiuta, sono anche andato a ripescare alcuni passaggi che mi interessavano particolarmente. Faccio quello che posso con i lavori di forza e trasformazione. C’è meno palla, chiaro, ma qualcosa si può inventare sempre.

Tutti dobbiamo sentirci responsabili. In carriera, dai grandi campioni, ho 'rubato' anche i comportamenti da tenere nei momenti difficili. Ringrazio Dalbert per le sue parole (l'ex-compagno di squadra ha definito Handanovic "una persona straordinaria", NdR). Per me essere il capitano dell’Inter è un privilegio, e ne sono orgoglioso. Ai compagni dico di tenere duro, di sfruttare questi momenti per passare il tempo con le proprie famiglie. Presto torneremo alle nostre battaglie sul campo, tutti insieme. Personalmente, sto con la famiglia, si gioca a carte e scacchi, leggo libri. La tv è spesso accesa di sera con i bambini.

Con i compagni ci si sente in chat, e attraverso i video seguiamo insieme particolari esercizi. Il mio infortunio? Sono passati due mesi. Ormai è tutto alle spalle. Inter-Empoli della scorsa stagione? Bella serata, perché è finita bene. Un momento difficile, ma emozionante, perché siamo andati in Europa solo all’ultima giornata. Non bisogna però vivere di ricordi. Quando sono arrivato all’Inter, mi sembrava di vivere un sogno. Giocavo nell’Udinese, e tutti a quel punto ambiscono a livelli superiori. L’Inter è un top club mondiale, e in quel momento fu una grande gioia personale. Il mio momento migliore vissuto con l’Inter? La parata su punizione di Calhanoglu nel derby. Poi Lazio-Inter la ricordo con ancora più piacere. Ora è il momento di alzare trofei.

Il mio idolo è Peter Schmeichel. Ma ho iniziato a giocare guardando mio cugino. Il riferimento interista? Julio Cesar, l’ho visto giocare tante volte. Zenga e Bordon li ho osservati poco. Con Padelli e Berni ho un bellissimo rapporto, non solo in quanto colleghi tra i pali. Anche fuori dal campo ci troviamo spesso molto d’accordo, semplicemente incrociando gli sguardi. Siamo insieme ormai da quattro anni, è normale. La parata a cui sono più affezionato? La prossima che farò.

Stando sempre a casa, si usa molto internet. Passiamo molto tempo davanti a smartphone e PC. Certo, è importante utilizzare questi strumenti nella massima sicurezza, specie quando ci sono bambini per casa. I cori? Mi piacciono, soprattutto quando abbiamo la curva vicina. Ricordo che all’inizio mi mettevano in imbarazzo. 

In Slovenia, la situazione è due settimane indietro rispetto all’italia. Qui ancora la gente esce, va a fare passeggiate e a correre. A Lubiana passeggiare è bello, e bere il caffè al bar, vicino al fiume, in centro, è una tappa fissa. È una caratteristica che ho fatto mia, la quale va però allenata costantemente. I tiri in porta? Non bisogna sottovalutare nessuno. Spesso i tiri più facili traggono in inganno. E sugli specialisti occorre tanta concentrazione”.