De Biasi: "Incredibile vivere in prima persona il 4 maggio. Spadafora? Non conosce il calcio"

04.05.2020 19:12 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
De Biasi: "Incredibile vivere in prima persona il 4 maggio. Spadafora? Non conosce il calcio"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L'ex allenatore granata Gianni De Biasi ha parlato a TMW Radio nel corso della trasmissione Stadio Aperto. Non poteva mancare un suo ricordo alla giornata del 4 maggio.

"Io che ho fatto 4 anni a rate nel Torino dico che è stata un'esperienza unica. Solo se lo vivi da dentro capisci quanto sia rimasto lo spirito nei tifosi di questa squadra di Invincibili che solo il destino ha messo ko. Credo che sia vero che gli eroi sono sempre immortali negli occhi di chi ci crede".

De Biasi, che ha svelato di stare scrivendo un libro sull'Albania, ha poi parlato dell'ipotetica ripresa del calcio in Italia: "Dicevo anche ieri sera che chi guida lo sport credo abbia una conoscenza relativa sulla situazione delle strutture e di ciò che ruota intorno al calcio. Ci sono realtà che hanno tantissimi campi, in cui gli atleti potrebbero tranquillamente allenarsi a gruppi. L'idea sarebbe di fare il tampone a tutti, altrimenti si rischiano contagi. Non si può dire che gli allenamenti di sport individuali siano consentiti e quelli di gruppo no: dove vanno ad allenarsi, in cantina? Al parco è peggio. Il ministro Spadafora? Secondo me non ha gran dimestichezza con il mondo del calcio. Lui è Ministro dello Sport e come tale deve abbracciare a 360 gradi tutti, senza distinzioni di sorta. Ma c'è modo e modo di approcciare la situazione, ricordiamoci che il calcio tiene in piedi tutti gli altri sport. Non serve un occhio di riguardo, ma comprensione".

L'ex mister dell'Albania ha poi concluso: "Oggi come oggi agli occhi di tutti balza l'emergenza. Non solo quella della salute, ma anche quella di mettere nelle condizioni un movimento, che genera risorse e paga una montagna di tasse allo Stato, di valutare più opzioni in maniera oculata, senza posizioni oltranziste. Che ci sia un minimo di logica, però. Pure se i giocatori si cambiassero a casa prima e dopo gli allenamenti, non credo sarebbe la fine...".