Brevi considerazioni sul caso Fontana
Alla vigilia del terzo grado di giudizio sul caso di Alberto Maria Fontana (ex storico secondo portiere del Torino), si possono provare ad ipotizzare gli sviluppi della relativa vicenda sportivo-giudiziaria, sulla base degli elementi a nostra disposizione.
La Corte di Giustizia Federale, con decisione pubblicata lo scorso 27 luglio, ha confermato la squalifica di 3 anni e 6 mesi, inflitta in primo grado dalla Commissione Disciplinare Nazionale, per violazione dell'art. 7, co. 1, 2, 5 e 6 CGS (illecito sportivo) in relazione all'incontro Chievo-Novara disputato il 30 novembre 2010.
La responsabilità del tesserato e la sua appartenenza alla “propaggine nazionale” dell'associazione dei cd. “zingari” (cfr. testo della decisione, comunicato n. 016/CGF, 2012/2013), finalizzata ad alterare i risultati delle partite del calcio italiano, si basa principalmente sulle dichiarazioni rese da Gervasoni, il quale avrebbe riferito della presenza di Fontana tra coloro che percepirono somme di denaro tramite “un albanese che giocava nel Novara”.
Occorre rilevare che lo svizzero di origine kosovara Rijat Shala, all'epoca in forza al Novara ed inizialmente identificato da Gervasoni quale tramite dell'organizzazione (il presunto “albanese”), è stato prosciolto dalle accuse dalla giustizia sportiva.
E' evidente che tale elemento mina la assoluta credibilità del pentito Gervasoni, sulla quale si fonda gran parte dell'inchiesta, ed offre qualche barlume di speranza allo stesso Fontana in vista dell'udienza al TNAS.
Ulteriore argomento fattuale a sostegno di Fontana è il fatto che il Novara, società particolarmente attenta ai profili etici (basti pensare alla recente adozione di un apposito codice per tutti i propri tesserati), aveva da poco provveduto a rinnovargli il contratto, a testimonianza di una fiducia cieca nell'uomo oltre che nell'atleta.
Il dato del rinnovo contrattuale era stato, invero, già evidenziato nel ricorso alla Corte di Giustizia Federale.
Il caso Fontana è da ritenersi sintomatico, al di là dell'affetto che il giocatore ancora suscita nel popolo granata, per lo stretto legame che esso presenta con il ruolo dei cosiddetti pentiti, intorno al quale ha ruotato l'intera vicenda giudiziaria sul calcio-scommesse.
Luca Longhi
Avvocato in Napoli
Esperto di diritto sportivo