ESCLUSIVA TG – Poggi: “In Udinese-Torino saranno gli attaccanti a fare la differenza”
Paolo Poggi è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Poggi è stato attaccante del Torino dal 1992 al 1994 e dell’Udinese dal ‘94 al 2000, attualmente è il responsabile dei progetti internazionali del Venezia. Con lui abbiamo parlato della partita di domenica pomeriggio fra le sue ex squadre.
Le due squadre hanno gli stessi punti in classifica e la volontà, se riusciranno, di lottare fino alla fine per l'Europa, come vede questa partita?
"Interessante perché sono due squadre che escono da un momento che non direi di difficoltà perché mi sembra eccessivo, ma di stanchezza e che si stanno confermando su ottimi livelli come, forse, era anche preventivabile".
Entrambe le squadre hanno cambiato l'allenatore, ci voleva, quindi, questo cambiamento?
"Evidentemente due allenatori bravi come lo sono Mazzarri e Oddo, non che i precedenti Mihajlovic e Delneri non lo fossero, hanno trovato le chiavi giuste per le caratteristiche dei giocatori che hanno nelle rose perché è evidente per come siano riusciti ad ottenere risultati positivi, soprattutto per quel che riguarda l'Udinese che era in una situazione di grande difficoltà e dopo l'arrivo di Oddo ha vinto cinque partite di seguito e non è mai stata sconfitta se non nella prima gara con il Napoli. Quindi questi due allenatori hanno trovato nelle loro squadre delle risorse che forse neppure pensavano di avere".
Come affronteranno i due allenatori questa partita dando per scontato che ognuno la preparerà per vincerla?
"Secondo me questa sarà l'unica certezza perché non sarà una di quelle partite dove una squadra attenderà di vedere cosa farà l'altra, ma tutte e due cercheranno di vincere la gara in maniera decisa poiché sono dirette concorrenti per lo stesso obiettivo e sono queste le partite che sono da sfruttare da parte di quelle squadre che stanno in quella precisa zona della classifica dove ci sono, appunto, Torino e Udinese. Di solito è più difficile preparare la partita quando si devono affrontare i top Club, le prime cinque o sei squadre della graduatoria, per cui al di là degli Infortuni o delle difficoltà per l'assenza di qualche giocatore non sarà una partita attendista, ma di quelle giocate da entrambe le squadre per conquistare l'intera posta in palio".
In ottica Europa League Torino e Udinese rispetto a Sampdoria, Atalanta, Milan e anche Fiorentina di che livello sono?
"Secondo me fra le squadre nominate quella che ha valori un pochino superiori è il Milan, mentre le altre sono sullo stesso livello chi per organizzazione, chi per qualità della rosa complessiva e chi magari per maggiore valore dei singoli e tutte meritano di essere in quella zona della classifica e di lottare per l'Europa League".
A suo parere, che pronostico può essere fatto per questa partita?
"L'unico pronostico che posso immaginare, magari poi sarò anche smentito, è che ci saranno tanti gol".
Prevede quindi che gli attaccanti fanno la differenza?
"Secondo me sì. Si tratta di una sensazione perché adesso come adesso nel nostro campionato è difficile fare pronostici e poi non sono neanche bravo a farli, però, le sensazioni valgono ancora".
Cambiando argomento e parlando di lei, è appena rientrato dalla Cina e presto ci ritornerà ma il calcio cinese a parte comprare club in Italia e non solo può dare qualche cosa al calcio europeo e italiano oppure sta ancora importando e imparando a fare calcio?
"Il calcio italiano a livello di formazione e di qualità degli allenatori, soprattutto quelli emergenti che ci sono e in particolare in serie B, penso che sia ancora il massimo che si può trovare a livello mondiale. I cinesi in questo momento hanno sicuramente bisogno di noi perché al di là del fatto che possono avere anche delle qualità a livello tecnico manca ancora loro la cultura calcistica che abbiamo noi. Indubbiamente i cinesi quando comprano una società di calcio all'estero fanno le cose in grande e hanno un grande interesse per il nostro campionato. In Cina il calcio italiano, molto più di quanto immaginiamo, riscuote grande interesse e fascino, forse anche grazie al calcio degli anni novanta, quando le partite del nostro del campionato erano viste in Cina in modo più semplice rispetto a quello che accade oggi. Da allora i cinesi conservano un ottimo ricordo il nostro campionato vuoi perché siamo l'Italia, che è una nazione interessante, vuoi perché abbiamo una profonda cultura calcistica e loro sono molto attratti da questo".