Contro il Milan, partita difficile per tanti motivi

16.10.2015 17:44 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Flavio Bacile per TorinoGranata
Contro il Milan, partita difficile per tanti motivi
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Ci sarà il tutto esaurito, e c’è da crederci, perché Torino-Milan, non è semplicemente una partita di calcio, almeno non questa, che ha altri risvolti oltre a quello del risultato.

Da una parte troviamo una squadra, quella granata, che dopo dieci anni di apprendistato del presidente Cairo, comincia ad assumere una propria identità tecnica, tattica e societaria. Insomma basta con giocatori di nome che hanno già dato tutto da altre parti, che il più delle volte venivano al Toro per strappare l’ultimo contratto oneroso, o con km zero (non è un errore), cioè giocatori presi da una lista, quella degli svincolati, senza praticamente muovere un passo da Torino. Dentro con giovani di prospettiva, con un mercato ad ampio respiro, più europeo o mondiale se vi aggrada, con una rete di osservatori, più o meno fitta, ma fidati, che ti portano quello che serve alla causa, senza spendere più di tanto. Dall’altra un modo vecchio di fare il calcio, che non è ancora cambiato, nonostante questi ultimi anni di magra, funzionale negli anni ottanta, dove Berlusconi era l’unico al mondo a spendere cifre folli, anche a volte, per sottrarre giocatori alla concorrenza. Modalità, che si è invece dimostrato ampiamente lacunosa negli anni duemila, specialmente quando, l’unica vera idea di quel modo di fare calcio, cioè, il vile denaro, ha iniziato a scarseggiare. Allora via con i nomi da dare in pasto alla folla, parametri zero, km zero, prestiti da amici, affari con i nemici,pedigree e poco altro.

Torino-Milan è quindi non solo una partita di calcio.

Cairo chiede conferma per questo cambio di rotta, e per dirla tutta, la “Waterloo” di Carpi resta ancora indigesta, sia per il risultato, sia per il modo con cui si è presentata. Il Milan, dopo il summit presidenziale, con tanto di “dalla prossima partita, torneremo ad essere padroni del campo e del gioco” si gioca trentanni di storia, non parlo chiaramente dei risultati, sarei un folle, ma della stretta attualità, con tanti di falchi ed avvoltoi pronti a cibarsi di quel poco che resterebbe. Insomma per il Toro una partita da vincere, per capire dove veramente si vuole e si può arrivare, per il Milan una partita, innanzitutto da non perdere, poi da provare a vincere.

Ma quella contro l’undici di Mihajlovic è anche una partita di calcio.

Il Toro è in piena emergenza, dieci giocatori assenti, e si cerca di recuperare il recuperabile. Tatticamente se il Milan gioca, cosa che sinceramente mi pare impossibile, con il 4-3-3 e con una unica punta, la partita per i granata diventa più facile, anche perché l’undici di Ventura avrebbe sempre la superiorità a centrocampo, e le due punte si giocherebbero l’uno contro uno molto spesso, contro una difesa perforabile. Non c’è dubbio che le assenze in casa granata, più che incidere sul modulo, che è, e che resta quello, incideranno sullo sviluppo del gioco, forse, e dico forse, meno gioco sugli esterni, maggiore verticalizzazioni, e attaccanti molto vicini. Certamente, come sempre nel calcio, e nella vita, conteranno le motivazioni messe sul rettangolo verde, la voglia di prevalere, di arrivare sul pallone prima dell’avversario, di portare a casa i tre punti, di dare un altro significato a questa stagione.

Godiamoci Torino-Milan, in fondo, è solo una partita di calcio, almeno cosi si dicono.