Visto dalla Curva, una esclation di emozioni

06.10.2011 15:48 di  Marina Beccuti   vedi letture
Visto dalla Curva, una esclation di emozioni
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Riccardo Billia

L’arbitro Calvarese ha appena sancito la fine delle ostilità. Si delineano sguardi complici e una certa soddisfazione mista all’incredulità: ma davvero il Toro è primo in classifica questa sera? Difficile da crederci, soprattutto quando, per rivivere la stessa atmosfera, tocca tornare indietro alla prima era Camolese. Dieci anni fa. Ventura aveva avvisato il popolo granata. “La partita contro il Grosseto sarà dura dieci volte di più rispetto a quella di Genova”. Non c’era il sospetto di tale apprensione nel popolo della Maratona, durante il primo duello, quello con i mai digeriti tornelli. Ma probabilmente era solo desiderio di entrare nell’arena, dove lasciarci il cuore. Un’altra volta. In realtà, sin dai primi cori d’incitamento ai propri beniamini, si poteva percepire una fondata preoccupazione per la gara. In fondo, Mister Libidine non aveva tutti i torti. La compagine toscana è tosta e ben quadrata in campo, e i nostri sembrano poco lucidi e senza guizzi fulminanti. Il primo tempo consuma già parecchio delle corde vocali a disposizione, malgrado lo spettacolo sia alquanto modesto. Il menù è come sempre variegato: la carica all’undici granata è il leitmotiv, ma non mancano un paio di invettive contro Urbano Cairo e le ironiche strofe ai danni del supermarket della Continassa scambiato per stadio.


Si respira aria di pareggio a reti inviolate, il secondo dopo quello con il Brescia. Qualche naso storto si scorge. Dopo troppi sbadigli, l’ingresso di Rolandinho infiamma nuovamente la curva. Il cuore torna a palpitare a buon ritmo. Dopo il brivido corso per aver schivato di un soffio il gol dell’ex Zanetti, la Maratona può esplodere. Il primo boato, derivato dall’espulsione di Consonni, è solo uno timido squillo rispetto a quello che accade nell’arco di una manciata di secondi: punizione del pimpante Surraco e Iorio, di testa, manda il Toro in paradiso. Autorete e vantaggio  immeritato, ma forse ancora più gustoso dopo battaglie perdute per centimetri. Il Grosseto è in ginocchio, e la sofferenza dell’ultimo quarto d’ora di gioco è solo una questione di dna granata. Nella serata meno godibile tecnicamente, arriva il primato solitario. Sorrisi e urla di gioia accompagnano la sfilata della squadra a fine partita. La Maratona esce esausta quanto già preparata ad una nuova sfida in terra veronese, domenica pomeriggio. Per difendere con le unghie e con i denti la piazza d’onore.