Ventura ha fatto crescere il Torino, ma il Torino ha reso lui il Maestro
Giampiero Ventura ha coronato il sogno che ha ogni allenatore, prendere le redini della Nazionale. Ovviamente, dopo cinque anni sulla panchina granata, c'è un certo orgoglio da parte dell'ambiente del Toro per aver concesso il suo mister alla Figc, liberandolo da un contratto biennale. Ventura ha ricevuto moltissimi complimenti da che ha cominciato ad allenare il Torino, diventando di fatto il Maestro del calcio. Tutti gli addetti ai lavori a tesserne le lodi ma, ad essere sinceri, prima di arrivare al Torino non è che il suo palmares fosse ricco di tanti successi, se non per aver portato il Bari a cinquanta punti in serie A. Diciamo che il successo può arrivare anche a 68 anni, oltretutto neo sposo felice. Questo fa ben sperare tutti quanti, mai lasciarsi andare ma credere sempre nel successo, d'altronde l'Italia è un paese a maggioranza over sessanta.
Ventura, a sentire il Tg3 Piemonte, mancherà a molti a Torino, con la speranza, guardando avanti, che Sinisa Mihajlovic non lo faccia rimpiangere, ma credo che Mister Libidine ha avuto tanto dal Toro. E' vero ha portato una mentalità manageriale che ha fatto crescere il Torino sotto il profilo societario, pur essendo attorniato da gente comunque capace, che lui ha saputo fargli fare il salto di qualità, soprattutto prendendosi carico di molte situazioni interne. Ha permesso a Cairo di fare molte plusvalenze, portando il bilancio del Torino Fc ad essere il migliore della serie A. Da quando è arrivato lui, non solo è tornata la serie A in pianta stabile, ma il Torino ha vinto molti premi a tutti i livelli, anche sul piano mediatico è tornato ad essere considerato tra i grandi club italiani. Il Toro è tornato anche in Europa (grazie al fallimento il Parma, ma è giusto tener conto dei bilanci) ed è stato emozionante.
Di partite memorabili non ne abbiamo viste molte, se non a Bilbao, come ama spesso ricordare il Maestro, la vittoria di un derby, ma anche sonore sconfitte nella stracittadina, spesso finite in modo estremamente doloroso. Il modulo di gioco venturiano però ha ben poco di speciale, a mio avviso, perchè la sua tattica estrema non consente ai cosiddetti giocatori di fantasia di esprimersi al meglio e in modo istintivo, in quanto il calcio non è propriamente una scienza, ma uno sport, un gioco, un divertimento. Cairo non ha mai concesso così tanto spazio ai suoi mister, mentre è stato più che lungimirante con Ventura che, in altre situazioni passate, probabilmente sarebbe stato esonerato, soprattutto quest'anno dove il Torino ha avuto alti e bassi, tra i quali momenti davvero difficili. Ventura è stato bravissimo a giocarsi le sue chance, pur non avendo mai avuto un rapporto idilliaco con i media, dove non si è mai preso la responsabilità degli errori, sempre ricordando un percorso di crescita, che forse è servito più a lui che alla squadra. Sicuramente il Toro gli è entrato nel cuore se al suo matrimonio ha scelto come testimoni il presidente Cairo e Jimmy Ghione, grande cuore granata.
Il Toro ha trovato sicuramente un manager al suo cospetto, più che un allenatore, ma Ventura ha trovato la sua fortuna allenando il Torino, perchè di certo ne è uscito molto più forte di prima. I fatti parlano chiaro, a livello di successi, a 68 anni, non ne aveva avuti molti, ad alto livello, chiaro. Grazie al Toro si è meritato la Nazionale, che in parte ritrova un po' sottomessa rispetto al passato, per cui avrà il compito di rifare lo stesso percorso attuato al Torino. Non sarà facile, ma Ventura andrà ai Mondiali quando avrà settant'anni, non è da tutti vivere emozioni così forti, sapendo comunque che non è un raccomandato e non ha figli procuratori che potrebbero imporgli qualche nome. Sempre che l'Italia si qualifichi, ovvio, ma non abbiamo dubbi a proposito.
Il Toro riparte da un nuovo allenatore e la Nazionale pure, un azzurro che potrebbe tingersi un po' di granata dopo tanti anni passati senza vedere nessun giocatore del Torino convocato. Anche questo è un merito che va riconosciuto a Ventura, che comunque dovrà gestire una stampa ben più agguerrita di quella che ha trovato a Torino, che non è locale, ma addirittura internazionale. Buona fortuna per tutto.