Toro, il punto tattico sulla punta, dalla rosa al mercato

03.01.2016 16:00 di  Matteo Maero  Twitter:    vedi letture
Toro, il punto tattico sulla punta, dalla rosa al mercato
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Il Toro cerca una punta, è una tautologia. Anche Urbano Cairo, qualche intervista fa, aveva annunciato che in questa sessione invernale sarebbe arrivato un rinforzo per un reparto avanzato che ha disperato bisogno di gol e di forze fresche. 

Tralasciando momentaneamente i vari nomi, è necessario discorrere riguardo il lato tattico della faccenda, perché la posizione di punta è nel Toro assolta attraverso una serie di compiti (il cosidetto "ruolo") assai particolari, differenti da quelli delegati ad una punta "classica". 

In prima istanza, una punta venturiana deve avere importanti doti atletiche, soprattutto per quanto riguarda l'integrità fisica (ovvero la progressione dello stato di forma durante la partita), l'agilità e l'accellerazione. A conti fatti risulta fondamentale la prima dote elencata, tenendo conto che spesso e volentieri alle punte è richiesto di abbassarsi al fine di contribuire alla fase di copertura e pressing, richiedente necessari allunghi e progressioni supplementari rispetto a quelle delegate ad una punta. Perciò, è cruciale che la fatica extra non influisca nel momento in cui la punta è chiamata al suo dovere. 

Dal punto di vista tecnico-tattico è utile fare un distinguo: il Toro cerca un un fulcro del gioco alla Maxi Lopez oppure un uomo d'area alla Quagliarella? Nel primo caso, sarebbe d'uopo cercare un profilo che aggiungesse alle doti atletiche di base una buona dose di senso della posizione e di intuito nei movimenti, necessari per confondere le difese e per dare senso ai suggerimenti delle mezzali o delle ali. Nel secondo caso, sarebbe necessario trovare un elemento dotato di grande freddezza e concentrazione, capace di approfittare del gioco creato senza perdere di lucidità. Tuttavia, va tenuto conto del fatto che, grazie al lavoro espletato dalle due coppie esterno-mezzala, il fulcro del gioco è un ruolo che nel Toro risulta non sempre necessario: questo spiega come mai Maxi Lopez spesso entra a partita in corso.

Appare chiaro che mettere d'accordo tutte queste doti risulta assai difficile: un uomo d'area classico è, come suggerisce il nome stesso, un attaccante che gioca in 25 metri e non in 50 come nel caso della prima punta venturiana. Lo stesso problema emerge nel caso del fulcro del gioco, che si attiva negli ultimi metri del campo. Inoltre, tenendo conto delle spiegazioni tattiche qui elencate, può risultare chiaro i problemi riscontrati da Quagliarella e Belotti siano patologici del ruolo stesso: nel caso del numero 27, la copertura di due fasi ne mina sensibilmente l'integrità fisica, con evidenti ripercussioni dal punto di vista realizzativo. Per quanto riguarda Belotti, l'impatto con un nuovo modus operandi ha avuto effetti prevedibili e ci vorrà ancora del tempo prima che Il Gallo possa assimilare perfettamente i dettami tattici.

Dal punto di vista degli innesti, sulla carta Andrej Kramaric ha le doti per essere un uomo d'area ‪Venturiano davvero di spessore, pronto per ricoprire la titolarità del ruolo dopo un breve adattamento. Qualche perplessità invece su Nikolas Karelis, le cui innegabili doti atletiche non sono accompagnate da velleità tecniche all'altezza.