Toro, credici fino in fondo
Flavio Bacile
Tutto azzerato, il campionato è finito, iniziano i playoff, e sono tutt’altra cosa.
Quattro partite da giocare con la testa prima, poi con il cuore, infine con le gambe. Il Toro è stata la migliore compagine del girone di ritorno, almeno quella che ha raccolto più punti, pur inciampando e cadendo più volte, questo è un dato di fatto incontrovertibile.
Teoricamente dovrebbe essere la squadra favorita dal lotto, quella insomma che vorresti non affrontare, visto anche il finale di campionato degli uomini di Colantuono che hanno messo in cascina tredici punti sui quindici disponibili.
Eppure non è cosi, Pioli voleva il Toro è lo ha avuto. Evidentemente l’aver militato nell’altra squadra di Torino gli ha lasciato nel cuore il sapore del derby, un derby che questa volta lo vede sfavorito, perché il Toro questa partita non la sbaglia. È vero i granata quest’anno non ha regalato un calcio da incorniciare, ma dopo i disastri dell’andata, questa squadra ha dimostrato di avere una solidità ed una compattezza unica, una forza interiore ed una conoscenza dei propri limiti quasi totale. Un Toro non bello ma tremendamente solido, che centrato il primo obiettivo, cioè il playoff, può concentrarsi su quello finale, la promozione. E che sia Sassuolo o Brescia, ai granata poco importa, perché affrancata l’angoscia per un risultato, che era giustamente considerato minimo per il blasone della società, resta solo da liberare le ali.
Ha ragione Colantuono, certe partite noi non le sbagliamo, forse non le dominiamo, ma non le perdiamo di sicuro, questa squadra ha un’anima, il resto viene da sè. E, questa è proprio la partita del Toro, davanti al suo pubblico, contro un avversario che gioca un bel calcio, molto offensivo, vedremo poi se sarà così anche domani, con l’obbligo di rimontare il piccolo vantaggio che la classifica assegna al Sassuolo.
Resta, è chiaro, l’amarezza per una miriade di punti lasciati per strada durante tutto il campionato, ed a ben vedere, almeno per quanto mi riguarda, non aver giocato al top la partita di Lecce, dove il Toro avrebbe veramente potuto mettere in grossa difficoltà un Lecce, che non è andato in serie A in carrozza, come molti avevano pronosticato, ma all’ultima giornata come avevo pensato.
Leggo poi di un Toro favorito dagli arbitri. Siamo seri, ogni commento è perfino superfluo.
Tornando alla partita contro il Sassuolo, resta sottinteso che il fattore emotivo, mentale, alla fine sarà determinante, non fosse altro perché questa partita dura 180 minuti, così come determinante sarà l’apporto di Bianchi, che resta il più forte centravanti della cadetteria, l’unico che con una giocata può veramente cambiare l’esito dell’incontro. Servirlo in modo adeguato deve essere la nostra priorità. Quanto all’esteriorità, il bel gioco, le trame larghe, ad ampio spettro, servono sicuramente durante un intero campionato, meno, molto meno in una finale, seppure doppia.
Fattore emotivo che torna protagonista nell’altra semifinale, dove il Brescia, che era in seria A tre giorni fa, affronterà un Cittadella che già assapora il colpaccio, e parere personale, sono anche convinto che possa farlo realmente. Insomma in molti dicono Brescia-Sassuolo, io azzardo Torino-Cittadella. Chi vivrà, vedrà, intanto c’è Pioli.
Lui voleva il Toro, vediamo di accontentarlo.