Toro, cambiare o non cambiare..questo è il dilemma?
Oramai sembra quasi diventata una barzelletta. Un giorno sì ed un altro no, la panchina di Lerda trema causa forti scosse di terremoto di tipo B. B come la serie che il Torino da troppo tempo non riesce a staccarsi di dosso e B come la serie che con grande paura si potrebbe profilare per un altro lunghissimo anno. Lerda non sta riuscendo dove già altri in passato hanno fallito, in ultimo Stefano Colantuono che è andando via sbattendo la porta dopo la finale playoff persa contro il Brescia e dicendo che nel Torino ci sono diversi problemi. Quali sono però questi problemi? Cosa c'è che non và in una formazione costruita per arrivare alla promozione diretta con tanta parsimonia? Lerda ieri a Novara ha toccato quota nove sconfitte, sconfitte incassate dall'inizio dell'anno e sconfitte a cui poi andrebbero sommati anche i pareggi inspiegabili degli ultimi periodi. Contro la formazione di Tesser tutti si aspettavano lo scossone che lo stesso tecnico granata aveva ordinato dopo la debacle della scorsa settimana contro il Sassuolo, ma neanche dopo otto giorni di duro lavoro il risultato è cambiato. Dall'alto della dirigenza granata ci si chiede se continuare il cammino con Lerda o meno, anche se consegnare la chiavi della panchina ad un nuovo allenatore, per Cairo suonerebbe come una grande sconfitta. Tutti credono in Lerda, a partire dalla società, fino ad arrivare ai giocatori che non hanno nessuna intenzione di abbandonare il tecnico piemontese. Cosa serve quindi a questa squadra per ottenere il miglior risultato, magari senza il massimo sforzo, almeno per una volta? La gara contro il Pescara sarà un nuovo banco di prova, forse l'ultimo o forse, finalmente, sarà un nuovo inizio.