Toro, avanti tutta

22.09.2009 08:24 di  Marina Beccuti   vedi letture
Toro, avanti tutta
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© foto di Alessandro Pizzuti

Flavio Bacile

 

La via è quella giusta-parole e musica di Stefano Colantuono.


E, non c’è il minimo dubbio che questo Toro a trazione offensiva piace, magari ancora non diletta, ma attira consensi, conquista spazio e considerazione, oltre che punti, morale e classifica. Un Toro vero, carne ed ossa, senza comprimari, con alcune stelle è vero, ma, con una rosa così ampia, che anche l’eventuale turnover che il buon Cola potrebbe proporre martedì contro il Padova, vedrebbe in campo un Toro da prima fila, da poltronissime per intenderci, capace cioè di turbare e non poco i sogni di X, roba da mettersi le mani nei capelli.


Quattro vittorie su cinque partite, non accadeva da tanto, da troppo, che si possono spiegare con lo strapotere offensivo dell’armata granata, ma non solo, difesa e centrocampo fanno il loro, si aggiunga uno straripante Sereni ed il quadro è già fatto. Il pittore? Neanche a dirlo, lui, Stefano Colantuono. Il Cola, arrivato in punta di piedi, in silenzio e senza proclami, ha saputo conquistare una piazza difficile, ma veramente difficile come Torino, dove l’erba del vicino è sempre più verde e dove, purtroppo, altri allenatori più “titolati” di lui hanno fallito.


A Colantuono dobbiamo, oltre al recupero di giocatori che sembravano avviati al tramonto di una carriera più o meno gloriosa, anche e soprattutto il ritrovato orgoglio di sentirsi pienamente granata, e non, sia chiaro, per le quattro vittorie, ma perché finalmente si rivede un Toro lottare sino al novantesimo ed oltre. Si può vincere una partita o un campionato in tanti modi, penso che il Toro di Colantuono abbia scelto quello giusto, chiamatelo spirito Toro. Insomma, non solo il “classico” colpo di spugna al passato, ma anche un primo abbozzo per il futuro, che deve essere nella massima serie, ovvietà, meno banale sarebbe arrivarci con lo stesso entusiasmo odierno, la stessa voglia di rimettersi in gioco, e il desiderio intatto di stupire.


E, permettetemi di citare tra i tanti Angelo Ogbonna, il mio preferito lo ammetto (ma sono un nostalgico del Fila, cercate di capirmi), uno, che come ho detto tante volte, rischia di diventare fortissimo, più di quanto oggi si possa pensare, dipende molto da come viene gestito, e non solo in campo, molto di più dalla voglia di non fermarsi del ragazzo stesso, di migliorarsi, di essere importante. Di piccoli Ogbonna il Toro ne dovrebbe coltivare molti, anche perché non esiste la possibilità di prenderli già fatti fuori, avanti il prossimo, c’è spazio per tutti.


Allora, Toro avanti tutta.
Che sia Di Michele, Bianchi, Vantaggiato, Leon, Gasbarroni o Arma poco importa, questo Toro piace, ed ha tanta voglia di farsi piacere.