Toro, a rischio la serie A

03.03.2011 19:08 di  Marina Beccuti   vedi letture
Toro, a rischio la serie A
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© foto di Federico De Luca

Flavio Bacile

Finisce come non avresti mai sperato, con l’Atalanta che all’ultimo minuto, proprio come all’andata, trova il gol ed i tre punti, con una rete di Bonaventura, subentrato nella ripresa a Doni. Al Toro rimane solamente di recriminare sui propri errori, che non sono pochi, in questa partita, come nelle precedenti. Una partita che il Toro non meritava di perdere, così come, una vittoria dei granata avrebbe punito oltre misura i bergamaschi, che però sancisce la decima sconfitta in campionato degli uomini di Lerda, il 35 per cento delle partite finora giocate, e non è poco.


I numeri ricordano che, fino a questo momento, il Toro di Lerda ha fallito, e i numeri solitamente non mentono, visto che non sono faziosi, non tifano per questo o per quello, ma rivelano la cruda realtà. Sugli 87 punti disponibili, i granata ne hanno portati a casa 41, meno del 50 per cento, viaggiando ad una media di 1,41 punti, segnando 34 gol, contro i 47 del Novara o i 45 del Siena, e subendone 35, contro i 23 del Novara o i 19 dell’Atalanta, e come se tutto questo non bastasse, i punti di distacco dalla terza, il Novara, sono 12, in pratica, quattro partite sulle tredici mancanti.


Contro l’Atalanta abbiamo visto un buon Torino, ottimo nei primi 10 minuti, discreto fino alla fine del primo tempo, meno, molto meno, convincente nella ripresa. Chiaramente questo non basta e non può bastare, due errori difensivi gravi hanno permesso ai nerazzurri prima di pareggiare, con Budel che tiene in gioco quattro bergamaschi, soli soletti davanti a Rubinho, poi, di trovare la vittoria, con mezza difesa dei granata fuori posizione e Pagano in ritardo sulla diagonale difensiva. Paradossalmente il gol di Antenucci, ma anche l’immediato pareggio di Peluso, ha spento il furore agonistico degli uomini di Lerda, che avevano un unico risultato da mettere nel mirino, e questo francamente non riesco a capirlo. Il Toro per larghi tratti dell’incontro, diciamo per tutta la ripresa e parte del primo tempo, ha giocato al ritmo dell’Atalanta, creando, è vero, due-tre palle gol, ma non di meno ha fatto la squadra ospite, che non si è mai arresa, anzi, per certi versi, è sembrata crederci di più.


La differenza, lo dicono i dati, sta nei cambi effettuati dai due tecnici. Il Toro ha rinunciato prima a Lazarevic, dominatore assoluto del primo tempo, per regalare una mezz’ora a Gabionetta, francamente ingiudicabile la prestazione del brasiliano, e successivamente a Sgrigna, autore di una partita discreta, ancorché fuori posizione, ma questa non è una novità, per Pagano, che obiettivamente si è visto poco. L’Atalanta ha sostituito Bjelanovic, Tiribocchi e Doni, cioè quelli che avevano dato di meno qualitativamente rispetto al resto della squadra, con Ruopolo, Marilungo e Bonaventura e, guarda caso, Marilungo e Bonaventura sono quelli che nel finale di partita hanno confezionato il gol. Il Toro ha snervato il proprio potenziale offensivo, l’Atalanta lo ha rinvigorito.


Ha ragione Colantuono quando dice che ha fatto i cambi per cercare quell’episodio che cambia la partita, senza cioè indebolire il potenziale offensivo della propria squadra, senza quindi regalare campo al Toro e senza cercare di difendere il punto che poteva stare bene agli orobici. Ha ragione anche quando dice, o meglio, avrebbe detto a Radio Nostalgia, che questo Toro è due volte più forte del suo, visto che ha un attacco importante ed un centrocampo di livello. Alla fine l’Atalanta è sembrata più squadra del Toro, con più fraseggio, una gestione meno ansiosa del pallone, e una distanza tra i reparti di solito perfetta. Certo, la situazione psicologica ha sicuramente influito, loro erano tranquilli anche in caso di sconfitta, noi, anche con il pareggio avremmo avuto tempo e modo per rammaricarci.


Ora non rimane che sperare, oltre che nelle proprie forze, così si dice, nelle disgrazie altrui, vedi Novara o Siena, e nella voglia di raggiungere i playoff di Varese e Reggina, fermo restando che se aumenta il distacco tra terza e quarta, il campionato si ferma il 29.05.2011.


Certo il Toro può anche vincerle tutte, playoff compresi, in pratica, riuscire dove ha sbagliato durante il campionato, come a Novara, Atalanta e Varese, sei punti su sei presi ai granata, vincere a Vicenza, Siena ed Empoli, e non regalare punti in casa a Grosseto e Livorno, giusto per rimanere alle dirette concorrenti, trovare l’amalgama tra Antenucci e Sgrigna, sperare che Lazarevic trovi finalmente il gol, ritrovarsi in casa un campionissimo, ed in questo caso parlo di Gabionetta, riscoprire Sgrigna, trovare insomma gioco e risultati. Sperare fa sempre bene, anche quando il campionato sembra dirti: bye bye Toro.