Torino: resuscitano i fantasmi

26.10.2008 08:34 di  Marina Beccuti   vedi letture
Torino: resuscitano i fantasmi
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I granata sono rimasti in partita fino al termine del match, dove avrebbero potuto anche pareggiare con un pizzico di misura in più sotto porta. Manninger ha dimostrato di non essere impeccabile, così Calderoni, che nel primo tempo non ha fatto rimpiangere Sereni, ma ha dovuto capitolare su Amauri a inizio ripresa. Il Toro che nel primo tempo aveva subito maggiormente la pressione della Juventus, nella ripresa ha avuto a disposizione oltre 40’ per rimediare all’esiguo svantaggio, ci è andato vicino, una volta anche in modo clamoroso, ma la palla è sempre schizzata fuori o è stata facile preda del portiere avversario.


De Biasi alla fine ha fatto scendere in campo tutte le punte a disposizione: è partito con il 4-4-1-1, mettendo Rosina, al rientro, vicino a Bianchi, poi è entrato Abbruscato per Rubin, Amoruso ha sostituito Bianchi, infine Ventola ha rilevato Rosina, poco contento della sostituzione. Nulla da fare, anche perché, a dirla tutta, non ha molto senso azzardare solo cambi di punte, senza tener conto del centrocampo che, se meglio assortito, avrebbe potuto far arrivare davanti le punte meno stanche. Barone è stato uno dei migliori tra i granata, anche se poco propositivo in fase di impostazione, ma è stato disciplinato tatticamente, bene Natali in difesa dove è riuscito ad annullare Del Piero.


Il Torino però doveva osare di più soprattutto quando la Juventus ha dato segni di stanchezza, invece tutto è stato vanificato da quella mancanza di carattere che ha contraddistinto il trend negativo delle ultime giornate. Cairo ha nuovamente confermato la sua fiducia a De Biasi, ma non poteva fare diversamente, perché il Toro non è crollato contro la Juve, ma ha tenuto discretamente il campo, nonostante ciò è riuscito a rendere più agevole il compito ai bianconeri di vincere la seconda gara consecutiva, rallentando la presunta crisi degli uomini di Ranieri che, al di là del risultato del derby, non appare una squadra trascendentale. Senza rimpianti va detto che lo spirito che aveva avuto il Toro di Novellino nella stracittadina era stato più autoritario, pur perdendo, oltretutto con un gol scomodo di Trezeguet, aveva mostrato maggior determinazione. Non è il caso di fare dietrologia, ma di sottolineare due atteggiamenti diversi del Toro e l’anno scorso la squadra era leggermente inferiore alla rosa attuale. Nell’insieme la Juve ha meritato la vittoria perché è riuscita a fare un gol senza prenderne, l’essenza del calcio, molto semplice, è questa.


Mercoledì c’è il turno infrasettimanale contro l’Atalanta all’Olimpico, una partita più difficile del derby, perché se sabato era anche consentito perdere, al di là dell’orgoglio granata ancora una volta scavalcato, contro i nerazzurri sono vietati passi falsi, perché la classifica si fa preoccupante. De Biasi ha detto di essere tranquillo, beato lui, i tifosi forse non provano le sue stesse certezze, qualche volta va fatto anche il mea culpa e non ostentare sicurezza, quando l’evidenza è ben diversa. Un applauso lo merita l’arbitro Rocchi, che l’anno scorso aveva fatto imbestialire i tifosi del Toro per il gol convalidato a Trezeguet. L’arbitro fiorentino ha diretto bene, ma anche i tifosi del Toro non hanno calcato troppo la mano contro di lui, segno di una maturità di curva che dovrebbe essere presa ad esempio in campo.