Torino, quando la continuità di progetto può diventare un boomerang

26.01.2016 17:28 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
Torino, quando la continuità di progetto può diventare un boomerang
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Un Torino all'insegna della continuità ha dato i suoi frutti per quattro anni, per un assestamento logico e necessario dopo tanti cambiamenti repentini. Il Torino aveva bisogno di solidità e di restare in serie A in modo permanente, senza rischiare di andare avanti ed indietro com'era successo negli ultimi vent'anni. L'accoppiata Ventura-Petrachi ha concesso questo, grazie all'acquisto di giocatori azzeccati, che il mister ha saputo valutare per migliorare l'assetto della squadra, e qualcuno per essere venduto e fare cassa, utile per mantenere i bilanci in regola e fare altri acquisti. Questo ha permesso al Torino di tornare ad essere competitivo e di rientrare nel calcio che conta.

Purtroppo però la continuità di gestione, soprattutto sportiva, può portare all'assuefazione, alla mancanza di idee innovative, per quanto possa essere innovativo il calcio attuale. Il Torino sembra essere arrivato ad un punto di non ritorno, dove si nota una certa confusione di idee, di gestione delle partite, ma anche delle risorse. E dire che la squadra allestita in estate è sembrata essere la migliore dell'era Cairo, costruita su dei giocatori esperti e dei giovani di prospettiva, ma già preparati a giocare nei piani medio-alti della serie A. Qualche tifoso dice che è stata sbagliata la campagna acquisti, personalmente invece l'ho trovata assai preziosa, al di là della mancanza di un portiere di alta qualità e un centrocampista un po' più fantasioso, come poteva essere El Kaddouri.

Poi sono cominciate alcune situazioni difficili, chiamiamole così, come i tanti infortuni, Obi, mai praticamente visto, così Farnerud, Jansson e Avelar, che sembrava recuperato, ma poi è nuovamente sparito. Infine è aperto il caso dei due presunti attaccanti titolari, Quagliarella e Lopez, con il primo intoccabile fino al fattaccio di Napoli, ed il secondo, quasi mai titolare, ma subentrante, ora non convocato da tre partite perchè, dopo sei mesi in cui appariva fuori peso, solo ora si sono resi conto che deve riprendere la forma. Che succede? Già, una domanda alla quale è difficile rispondere.

Improvvisamente il mister, fin qui intoccabile da tutto l'ambiente granata, comincia ad essere messo sotto accusa, in primis da una parte della tifoseria e poi dai due principali quotidiani cittadini. Ventura ha le sue colpe, come quella di difendere ad oltranza un gioco che ormai è diventato noioso e prevedibile, anche da squadre sulla carta molto più deboli del Toro. Mettiamo pure che nell'ultima settimana ha dovuto faticare un po' di più per via del recupero contro il Sassuolo, che giocare alla mezza è un orario indigesto per i granata (e non solo per loro), ma ora la prova del fuoco, mettiamola così, diventerà la partita contro il Verona, dove mister e squadra hanno una settimana intera per preparare un match delicato, mentre qualche mese fa sarebbe dovuta essere una formalità, anche se in questo attuale campionato nulla è scontato.

Se dovessero andare male le prossime partite, facendo i debiti scongiuri, Ventura rischia l'esonero? Cairo di certo non pensa a questa soluzione, anche perchè gli ha da poco rinnovato il contratto per altri due anni, in più in giro non esistono allenatori validi alla portata del bilancio granata (Prandelli e Mazzarri, per fare due nomi di big a piedi, costano troppo). Chiamare Longo potrebbe essere una soluzione logica, ma la piazza di Torino, sempre attenta ai minimi particolari (almeno una volta era così), rischierebbe di bruciarlo anzitempo. Per cui la soluzione è quella di proseguire con Ventura fino al termine della stagione, cercando di risolvere eventuali situazioni in sospeso. Ma a giugno urge fare una riflessione approfondita e valutare se è il caso di cambiare gestione tecnica, per evitare un'uscita indecorosa di un allenatore che comunque è riuscito a creare qualcosa di importante, ma che forse non ha più le energie per proseguire, cambiando modo di giocare, magari plasmando meglio la squadra a seconda dell'avversario che deve incontrare.