Torino, la sfida del Papa
Papadopulo in genere non comincia bene le sue nuove avventure, così fu anche per Lerda. Il Torino, con la sconfitta di ieri contro il Livorno, cade all'undicesimo posto della classifica, dunque lontano dalla zona playoff e c'è già chi avverte che è meglio pensare alla salvezza. Un obiettivo che sarebbe il punto più basso dell'intera storia granata. Papadopulo, che in tutto questo è il meno colpevole, perchè in tre giorni non ha potuto di certo cambiare le cose, ha una piccola dose di ottimismo, della serie: dopo che si è toccato il fondo non si può che risalire. Fa rabbia pensare che le altre frenano ed il Toro non riesce ad approfittarne, ma con questa squadra, queste motivazioni, queste premesse se anche dovesse arrivare ai playoff non sarebbe in grado di affrontarli alla pari con le dirette concorrenti, che non sono più forti sulla carta, ma semplicemente sono meglio organizzate. C'è da considerare che ultimamente anche gli arbitraggi non sono fortunati.
Se era Lerda a non convincere (ma il suo Toro giocava meglio di questo, anche se è troppo presto per tracciare giudizi sul lavoro del nuovo tecnico) andava esonerato prima, inutile tentennare nel cambio mettendo in estrema difficoltà l'intero ambiente, con il mister sempre sui carboni ardenti ed i giocatori incerti su chi avrebbero trovato in settimana ad allenarli. Questo forse è stato l'equivoco degli ultimi tempi. Nel calcio gli esoneri sono all'ordine del giorno e Cairo, il vero ed unico responsabile di questa situazione, pur di non sconfessare la sua scelta estiva, ha tentennato nella decisione portando la squadra a non credere più in se stessa. Ora sono tutti cavoli del Papa, che di certo non si tira indietro di fronte alle responsabilità. Intanto avrà una settimana intera per lavorare e anche le notti tranquille per dormire, sempre che il Cairo insonne non lo chiami per avere qualche certezza in più in quella che si sta rivelando come la sua peggior stagione da che è presidente del Torino.