Torino, Beretta non ha colpe

13.12.2009 08:58 di  Marina Beccuti   vedi letture
Torino, Beretta non ha colpe
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© foto di Federico De Luca

Il mister granata alla sua prima panchina granata non è riuscito a portare la svolta in casa Toro, il quale ha subito non solo la sconfitta, che poteva anche starci visto il periodo favorevole del Sassuolo, ma anche una pesante contestazione. Ora si ha l'impressione di essere tornati al periodo nefasto di Cimminelli. Non sono passati nemmeno cinque anni di Cairo che la piazza è già stufa e ha cominciato a manifestare il suo dissenso. Intanto il Torino è in B e la A si allontana sempre più.

Beretta si è preso tutte le sue responsabilità e la colpa di questa sconfitta. Questo gli fa onore e non poteva dire diversamente a caldo, ma lui è il meno colpevole di tutti, come Colantuono. La colpa è dei giocatori? Può essere, ma quest'anno c'è stato un ricambio alquanto sostanzioso, dunque non si può dire che chi indossa la maglia granata prosegua a fare gli errori del passato. Nonostante sia inviso a molti, l'unico ad aver sempre ottenuto l'obiettivo prefissato è stato De Biasi, che ha conquistato la A al primo colpo e poi è riuscito nella salvezza per due anni consecutivi. Eppure questo non gli è mai stato riconosciuto, pur con tutti i suoi limiti.

Nessuno vuole trovare a tutti i costi  il "colpevole", perchè in questi casi non è mai uno solo il responsabile, però in questi quattro anni di Cairo il presidente è l'unico, o meglio uno dei pochissimi, che non è mai cambiato, dunque, solo tenendo conto dei risultati, è il massimo dirigente ad avere le maggiori responsabilità. Probabilmente non ha mai avuto l'intuito giusto nello scegliersi i collaboratori. Prendendo ad esempio la Fiorentina, il successo di questi anni nasce da un progetto concreto dove si è dato vita alla continuità. Della Valle ha saputo scegliere il tecnico giusto, Prandelli, il quale finora ha sbagliato pochissimo. Questione di fortuna o abilità? E' proprio questo che è mancato al Toro, la continuità, impossibile da sostenere se non c'è un progetto da perseguire. Per Cairo è "tutto a gettone", dagli sponsor agli allenatori, ai direttori sportivi.

Attenzione però a stufarlo con delle contestazioni che non aiutano a risolvere questa difficile situazione. Dietro a Cairo non c'è nessuno e questo è ancora più grave. Se il presidente si stufa e se ne va senza avere un acquirente serio è ancora peggio. Per salvare baracca e burattini Cairo ha solo una via: stare vicino a Beretta e dargli retta nelle sue richieste.