Sensounico, a suon di Toro. Vengo anch'io... no tu no

11.02.2013 10:24 di  Marina Beccuti   vedi letture
Sensounico, a suon di Toro. Vengo anch'io... no tu no
© foto di Sensounico

Ben ritrovati! Nella storia della musica in generale e in quella italiana in particolare, ci sono stati artisti che per qualche motivo sono stati additati come porta sfortuna e la cui carriera, per questo, ne ha fortemente risentito. Ora, nel calcio come nella musica, è pieno di gente superstiziosa che ha i propri “rituali”, le proprie “manie”, le proprie “scaramanzie”. Non si possono non ricordare ritiri “scelti” come porta fortuna o presenze o assenze nelle tribune dello  stadio  ”… perché porta bene!”. Ora, si può crederci o no, ma visto che crederci è ancora una delle poche cose gratis di questi tempi, facciamoci la Santa cortesia di non parlare più di : striscia positiva di risultati, salvezza alla portata, salvezza tranquilla, obiettivo ormai quasi raggiunto, puntare a qualcosa di più della salvezza, palla che frulla, palla che gira, squadra quadrata, ottima difesa e tutte le accezioni di queste affermazioni. Bene, partiamo con la musica quindi!

Nel 1968 Enzo Jannacci nei suoi spettacoli cantava “Vengo anch’io no tu no”. Salta la trasferta di Udine Rolando Bianchi fermato da una botta presa in allenamento. Così dopo la squalifica col Pescara, la scelta tecnica contro l’ Inter e la  Samp, il capitano salta la quarta partita di fila. Cosa che successe solo ai tempi di Lerda! E non rimembriamo i risultati ottenuti o le varie motivazioni di quel caso. Passiamo ad un grande successo di Biagio Antonacci, un classicone italiano per intenderci: “Quanto tempo e ancora” del 1998. Perché vorremmo sapere per quanto tempo ancora dovremo ricordarci della doppietta di San Siro di Riccardo Meggiorini, ancora una volta titolare con Barreto, oggi decisamente evanescenti. Qualcuno dice che non si può vivere sempre di ricordi e quindi per coerenza, abbiamo deciso di dimenticarci il Meggiorini “iradiddio” del Meazza cercando di trovare un qualcosa che vagamente gli somigli un po’ nelle ultime due apparizioni: poca corsa, poca incisività, pochi falli presi nonostante le innumerevoli cadute, poca fisicità nel trattenere i palloni in attacco. Mi chiedo se il sentirsi titolare non abbia fatto male a Riccardo e a Barreto che magari necessitano di sentirsi un po’ più sulla corda. D’altronde il brasiliano non aveva ancora capito da che parte stava la Maratona che già scendeva in campo titolare… ed oggi Sansone ha ficcato la pera alla Roma! Chiudiamo quindi con l’ultimo brano, brano che racchiude un po’ il pensiero di questi ultimi tempi: 4 minuti di voce calda e perfetta, “Non me lo so spiegare” di Tiziano Ferro del 2003 tratto da 111 (che erano i kg che pesava da ragazzino!). 

Non me lo so spiegare perché i rigori al Torino non vengono mai dati anche quando sono netti; non me lo so spiegare perché il Toro debba fare il signore non commentando mai l’operato degli arbirtri e gli altri invece sì (vedi Milan-Udinese) per poi ricevere un trattamento che accontenti gli scontenti bianconeri; non me lo so spiegare perché Bianchi non è adatto ( o almeno così tutti la pensano) al gioco di Ventura e Jonathas sì, nonostante le caratteristiche fisiche siano molto simili (forse il brasiliano è anche meno scattante e più pesante); non me lo so spiegare perché c’è un giudice di porta che serve per i gol “fantasma” e quando interviene su altre questioni di gioco di solito sbaglia e fa cadere in  errore gli arbitri: nel 1980 sbagliavano in 3, nel 2005-2006 viene introdotto il quarto per sbagliare in 4 e nel 2012-2013 il 5° e il 6° per sbagliare in 6. Non me lo so spiegare perché nessuno dice davvero perché con Rolando Bianchi la società non si è incontrata ancora o perché l’incontro è avvenuto ma non ha avuto buon esito: così, col cuore in pace, potremo tornare a ricordarci i 2 gol di Meggiorini a San Siro!


Buona settimana granata a tutti!


Dave dei Sensounico