San Valentino aiutaci tu
Claudio Piana
Caro Valentino,
mi trovo a scriverti questa lettera in una settimana forse decisiva per il nostro Toro, con la consapevolezza che anche tu stia soffrendo nel vedere la tua maglia indossata come una qualsiasi divisa da lavoro, senza lo spirito che per anni ha contraddistinto il granata dagli altri scialbi colori.
Nella giornata di sabato, nel giorno della tua festa, il nostro Toro si troverà all'Olimpico di Roma ad affrontare la Lazio in una partita dove il ruolo di agnello sacrificale per il rilancio dei biancazzurri sembra essere già confezionato su misura. Capisco perfettamente come per te sia impossibile immaginare un Toro terzultimo in classifica, senza gioco e soprattutto senza leader, ma per noi questa è purtroppo diventata un'abitudine...
Pensa che io sono nato quattro giorni prima che Pulici ci regalasse l'ultimo scudetto segnando quel gol di testa "tra le scarpe di uno stopper del Cesena" (come scrive un nostro amico in comune, anche lui credo bisognoso di rivedere il tuo spirito nella maglie granata), proprio quel giorno in cui molti giurano di averti visto in buona compagnia fare capolino tra le nuvole e raccogliere uno scudetto che ti veniva portato da tanti palloncini color granata.
Da quel giorno purtroppo i momenti felici del Toro si sono fatti sempre più rari e per la mia generazione se si esclude una Coppa Italia lontana 15 anni, una ancor più vecchia finale Uefa e qualche buon piazzamento in campionato, vedere il Toro lottare per salvarsi e magari finire in B è diventato un fatto abbastanza normale. Lo so, per questi motivi la mia età non giustifica la fede granata, (pensa che non sono neanche di Torino) ma, come sai, tifare Toro è un modo di essere, è un insieme di sentimento, passione, amore che si tramanda di padre in figlio e che è impossibile interrompere se non con il dissolversi di quello spirito senza il quale saremmo semplicemente il Torino e non il Toro, senza il quale non sarebbero mai nati un Ferrini o un Pulici, un Meroni o uno Zaccarelli.
Anche loro erano figli del vostro spirito, sempre presente negli spogliatoi del Filadelfia, la scuola dove i ragazzi diventavano uomini prima che calciatori, dove prima si insegnava il Toro e poi gli esercizi atletici. Ecco perchè quelle vittorie erano anche un po' vostre, ecco perchè il Toro era la squadra da battere, ecco perchè tifare Toro è sempre stato diverso dal tifare per una squadra di calcio. Ecco perchè immagino cosa avrete provato quando è iniziata la demolizione del Fila, quando la vostra casa è stata trasformata in un cumulo di ruderi, in uno slogan buono solo per accattivarsi i tifosi.
Uno di quei ragazzi cresciuti nel Fila è Novellino, per questo motivo ti chiedo di aiutarlo ad infondere nei calciatori il vostro essere Toro, perchè lui sa cosa significhi, forse sta solo sbagliando il modo di spiegarlo...Purtroppo il tempo sta scadendo, per questo ti chiedo di farlo già sabato, il giorno degli innamorati (e solo tu sai quanti il vecchio Toro ne abbia), e magari da domenica prossima assieme al trombettiere ti rivedremo fare capolino sopra la Maratona, pronto a rimboccarti le maniche e guidare la riscossa più importante, la riscossa del Cuore Toro.
Un abbraccio.
Claudio