Salgado: "Fantastica l'esperienza al Torino. Futuro? Aspetto una proposta..."
Mario Salgado ha vissuto una sola stagione nel Torino, stagione 2010/11, 6 presenze ed un solo gol. Classe '81, è stato intervistato dalla nostra redazione per ricordare la sua esperienza italiana e granata.
Mario, a più riprese giochi nel Brescia, per un totale di tre anni e qualche mese: che bilancio potresti trarre da questa esperienza?
A Brescia calcisticamente non ho un grande ricordo a livello calcistico. Anche se è stata la mia prima squadra ho trovato poco spazio, avevo davanti giocatori importanti. Il primo anno, tuttavia per me è stato fantastico. Ho condiviso lo spogliatoio con Toni, Baggio, Tare e infine Guardiola. Avevo bisogno di giocare, e nonostante la volontà di tenermi, decisi di trasferirmi al Verona in prestito. Ii tifosi erano consci del fatto che fossi un giovane, e conoscevano le mie potenzialità.
A un certo punto della tua carriera voli in Austria, nel Salisburgo. Perchè questa scelta?
A Brescia ero ormai fuori rosa, avevo anche avuto una litigata con De Biasi. Si era creata una cattiva immagine di me, ma nulla era vero. E' normale che fossi frustrato per non aver dimostrato le mie qualità. Un mio compagno, Schopp, mi consigliò di andare lì sei mesi per trovare continuità e contribuire alla salvezza degli austriaci.
E con la Ternana?
E' stato un anno positivo. L'anno che ho giocato con più continuità, un bello spogliatoio e un grande mister. Ho anche segnato qualche goal, ricordo molto bene Mario Frick. Potevamo anche arrivare ai play-off, ma la situazione economica non era idilliaca.
Giocando in diverse squadre, ed essendo venuto a contatto con differenti tifoserie, che differenze trovi tra una tipica tifoseria del nord, rispetto ad un'altra del sud?
Anche nel nord ci sono tifoserie caldissime (ad esempio Torino), ma nel sud sono più aperti e nello stesso tempo ti incitano. Anche per strada sono più accoglienti, magari al nord ti lasciano un po' più tranquillo.
Nel 2010 arrivi in una piazza come quella di Torino. Cosa hai provato a vestire la maglia granata?
Sono arrivato in questa piazza importantissima poichè fortemente voluto da Petrachi. Mi voleva per assurdo anche il Brescia, ma accettai il Torino dato che a Brescia avevo brutti ricordi. A Torino era un grande salto di qualità, soprattutto grazie alla loro fantastica tifoseria. A vestire quella maglia si prova una emozione indescrivibile.
Cosa non è andato bene con il Toro?
Mi sono infortunato al ginocchio, con conseguenze molto gravi. Sono tornato dopo un mese con il Gallipoli, dove segnai anche. Dopo ulteriori problemi, giocando il finale play-off con il Brescia (partita che per ovvi motivi sentivo tantissimo), mi infortunai nuovamente. Così un lungo calvario, peccato perchè sarei potuto andare in serie A con il Torino. Una volta arrivato dopo l'estate c'era Lerda, ma nel ritiro dopo aver trattato il rinnovo mi infortunai nuovamente e non riuscii più a riprendermi.
Quali sono a tuo parere le difficoltà del club granata durante questa stagione?
Seguo il Torino, ma sicuramente non è facile fare meglio della scorsa stagione. Bisogna stare attenti, mi auguro che si possano rialzare e conquistare l'Europa League.
L'anno scorso sei passato al Naval de Talchuano. Perchè questa scelta?
Era la squadra per cui tifavo sin da piccolo, così accettai subito la loro proposta. Dopo un inizio fantastico, la squadra fu squalificata e venne spedita in serie C. Dopo aver deciso di rimanere, ho iniziato ad avere problemi con il presidente. E ho lasciato per passare al Coquimbo Unido.
Ora hai appena lasciato anche il Coquimbo Unido, e dunque sei "libero": Che progetti hai per il futuro?
Sto aspettando una squadra vicino a casa, vorrei ancora giocare ma mia moglie è incinta e non è facile andare lontano. Se non dovessi trovare nulla per gennaio, cercherò un'opportunità per giugno. Se arrivasse un'opportunità italiana non escluderei un mio ritorno nella penisola.