Ripartire senza paura
Osservando le foto dell’allenamento si vedono volti sorridenti e rilassati, segno che la situazione in casa granata non appare del tutto drammatica. La classifica piange e il derby va affrontato a testa alta, per non mancare di rispetto alla partita dell’anno, quella che magari non cambia la classifica, ma azzera tutti i valori. Ci sono stati momenti in cui c’era moltissima differenza tra le due compagini, eppure il Toro riusciva a fare la partita della vita, come quel 3-3 con Camolese in panchina che ancora fa palpitare, quasi quanto il duello Arnoux-Villeneuve a Digione nel ’79, come si dice, roba d’altri tempi.
Il derby a inizio settimana appariva sottotono, viste le vicende delle due squadre torinesi, con i due allenatori in difficoltà e invisi ai tifosi e forse anche ad una parte dell’ambiente. Purtroppo per il Torino, la Juventus affronterà il derby forte della sua vittoria contro il Real Madrid, magari un po’ più stanca, ma sicuramente maggiormente conscia delle sue potenzialità. Dunque il Toro dovrà mettercela davvero tutta per non sprofondare più indietro in classifica, perché al di là dell’orgoglio cittadino, quella di sabato è una partita dove conta soprattutto portare a casa almeno un punto per smuovere la situazione.
Al Torino servirebbe un uomo squadra alla Del Piero, che quando la situazione si fa difficile sappia prendersi le responsabilità. Dovrebbe essere Rosina, ma manca di esperienza, per cui non è ancora in grado di caricarsi la squadra sulle spalle e prendere in mano le situazioni difficili. I tifosi vorrebbero che in società ci fosse più “granatismo”, ma i tempi sono cambiati e anche il Toro deve avere una mentalità moderna, guardare meno al passato e più al futuro, perché ai giocatori attuali del cosiddetto tremendismo non sanno che farsene. Ma un leader è necessario, uno che imbrocchi il tiro giusto da far cadere lo stadio, come la gran rete di Del Piero in Champions, che, pur da avversario poco amato, merita una standing ovation da tutti.
Non c’è bisogno comunque che l’avvocato Tacopina faccia da terzo incomodo in un momento così difficile. C’è chi lo considera un millantatore, uno che arriva, visiona i bilanci delle squadre, poi si dilegua, com’è successo con la Roma e poi con il Bologna. Con le borse in crisi c’è chi deve piazzare dei contanti in altre attività e i calcio è un bel serbatoio di soldi aleatori, ma noi preferiamo un Toro più povero, ma serio, perché si dice pure che Tacopina sia l’avvocato della “famiglia” Gambino. Meglio giocare con Pratali e Abate che con Cristiano Ronaldo o Messi ma avere il futuro legato al filo dei finanziamenti facili. Cairo non avrà i bilioni, ma fa le cose seriamente, per cui facciamoci una risata su Tacopina e guardiamo avanti, a cose ben più concrete.