Montiglio: "Pretendiamo rispetto ed educazione"
La tregua tra il Toro e i suoi tifosi è già finita? La pace che il popolo granata aveva sancito con la squadra, dopo avere smaltito (a fatica) la delusione per la retrocessione patita nella passata stagione sembra essere già sfumata. Prima c’erano stati gli episodi di Bianchi e Diana, poi le incaute dichiarazioni di Ogbonna, infine, a far traboccare il vaso hanno contribuito i gesti di stizza che il recidivo Sereni ha rivolto all’indirizzo dei tifosi al seguito dei granata a Trieste, già esasperati dalla prestazione fornita dalla squadra di Colantuono contro formazione giuliana. Il raid dei tifosi che hanno bloccato il pullman della squadra sulla strada del ritorno dalla trasferta in Venezia Giulia e la (blanda) contestazione alla ripresa degli allenamenti al centro Sisport sono il campanello d’allarme di un malessere che potrebbe trasformarsi in insofferenza, se alcuni giocatori non modificheranno i propri atteggiamenti e se la squadra non dimostrerà una pronta inversione di tendenza, come spiega il presidente del Centro di coordinamento Marco Montiglio.
Marco Montiglio, che cosa ha fatto arrabbiare di più i tifosi nella gara di Trieste?
“Più che la prestazione della squadra, che comunque è stata molto deludente sotto molti punti di vista, quello che proprio non siamo riusciti a digerire è stato l’atteggiamento tenuto da alcuni giocatori. In particolare quello di Sereni, il quale si è comportato per l’ennesima volta in modo irriguardoso nei confronti di chi ha speso tempo e denaro per venire a sostenere il Toro in trasferta. Un episodio che va ad aggiungersi a quelli di Bianchi e Diana, anche loro protagonisti, nelle partite passate, di comportamenti poco edificanti nei confronti dei tifosi. Spesso si sente dire che i giocatori si sentono sotto pressione per colpa dei tifosi, ma atteggiamenti come questi mi sembrano un controsenso. Senza dimenticare il pasticcio combinato da Ogbonna. Sarà anche giovane, ma certe dichiarazioni poteva evitarsele”.
Quale atteggiamento terrà la curva nei confronti della squadra lunedì sera contro il Lecce?
“Come al solito non faremo mancare il nostro tifo e sostegno alla squadra e alla maglia. Fermo restando che pretendiamo educazione e rispetto da parte dei giocatori, oltre che il massimo impegno sul campo. In caso contrario, saremo pronti a farci sentire”.
Pensa che sia possibile ricomporre la frattura con Sereni dopo quanto è avvenuto a Trieste?
“La prima intenzione, a caldo, era quella di chiedere apertamente che sia lui che Ogbonna rimanessero fuori squadra almeno per una partita. Poi, a mente fredda, abbiamo preferito soprassedere, volendo evitare di prendere delle decisioni che non spettano a noi, oltre al pericolo di possibili strumentalizzazioni”.
Siete delusi per il rendimento in campionato del Torino?
“Credo che questa squadra stia patendo l’assenza di un leader, una figura alla Muzzi, o anche uno come Maniero, che, pur giocando poco, svolgeva un ruolo importante nello spogliatoio. Anche in società manca una persona in grado di mettere un freno a certi impulsi dei giocatori”.