Marco Ferrante: "Se il Toro non batte il Catania retrocede"
Marco Ferrante, ex bandiera del Torino e con un passato in serie B a Catania, analizza in esclusiva ai microfoni di Itasportpress la sfida di domani allo stadio Olimpico tra i granata di Camolese e i rossazzurri di Zenga . "Torino-Catania sarà una gara intensa e importantissima specie per i padroni di casa che non possono prescindere dalla vittoria se no sono virtualmente retrocessi -ammette Ferrante-. I granata hanno un solo risultato contro i rossazzurri perché devono risalire in classifica per poi arrivare alla gara contro il Bologna a -2 punti. Al Dall'Ara i felsinei vinsero con un ampio margine di gol (5-2 ndr) e per scavalcarli i granata dovrebbero vincere 3-0, ma se in graduatoria saranno due punti meno battendoli anche 1-0 li sorpassano. L'avventura a Catania? Fu una breve parentesi nel 2005 durata 3 mesi (19 pres. 5 gol ndr.) perché a gennaio andai via. Mi allenarono due tecnici diversi: Maurizio Costantini non esperto per la categoria e Nedo Sonetti che venne dopo, anche lui cuore Toro, che fece di tutto per trattenermi ai piedi dell'Etna ma ormai io avevo deciso di andarmene da Catania. Quell'anno la società non fece una buona squadra perché a parole dicevano di ambire alla serie A ma quel gruppo era attrezzato al massimo per i play off. La dirigenza si portò dietro tutti i giocatori dell'Acireale senza considerare le difficoltà della cadetteria. La città? Molto bella con tifosi passionali che ti esaltano se vinci e ti contestano se perdi. Io per loro ero considerato come il salvatore della patria perché avevo giocato in A e perché ero il loro capitano ma purtroppo non esistevano le condizioni ideali per fare bene a Catania".