La situazione della Roma ricorda l'estate 2005 del Torino
La crisi societaria della Roma, pur con le dovute differenze, ricorda l'estate 2005, quanto il Torino visse drammatici momenti, culminati poi nel fallimento. Ogni giorno c'erano nuove indiscrezioni sulla fideiussione mai concessa a Cimminelli dalle banche, un nuovo acquirente mai arrivato, cui si parlò anche di alcuni palazzinari romani tra i quali Coppola (finito alle sbarre qualche anno dopo), ma era tutto un bluff.
La Roma, essendo quotata in borsa, ha altri scenari di vendita e di salvataggio, ma va detto che ha sopratutto Geronzi dalla sua parte, che in qualche modo aiuterà la società giallorossa. Cosa che non aveva Cimminelli (sia chiaro, nessuno voleva salvare il patron della Ergom perchè aveva condotto da subito una fallimentare gestione societaria, però era meglio trovare un nuovo acquirente che fallire), quando l'Unicredit ed anche il San Paolo gli voltarono le spalle. La Roma è da anni che ha problemi societari, legati ovviamente alla Italpetroli, anche se il compianto Franco Sensi ha risanato il bilancio, ma ora la situazione dell'azienda di famiglia sta precipitando. Si dice che la Roma come società calcistica abbia un bilancio solido, dunque per non rischiare oltre forse è il caso che venga ceduta prima possibile. Peccato che investire oggi nel calcio sia sempre più difficile, di qui le difficoltà di trovare un acquirente serio. Perchè è chiaro, la famiglia Sensi venderà solo ad una società solida. Dunque la similitudine della situazione della squadra della capitale con il Toro sta nell'attesa degli eventi, quello che logora la tifoseria.
Ricordiamo che il Toro può essere ripescato, perchè è fuori dai limiti imposti del Lodo Petrucci (non possono essere ripescate le squadre che hanno usufruito del Lodo a partire dalla stagione 2006/07) sempre che non venga approvata nelle prossime settimane la regola che impone a tutte le società che hanno usufruito in passato del Lodo, senza limiti di scadenza, di non poter essere ripescate.
Il Torino è retrocesso per demeriti suoi, nessuna giustificazione, ma non dimentichiamo che è andato in B per tre punti, quelli che gli hanno tolto alcuni arbitraggi dubbi. I granata hanno da recriminare per delle sviste delle giacchette nere, gialle e verdi, ma bastava che almeno un gol valido, di quelli annullati ingiustamente, fosse stato convalidato per rimanere in A. Va anche ricordato che Cairo con la retrocessione perderà almeno il settanta per cento delle entrate, tutto ciò va valutato e speriamo che il presidente faccia la voce grossa, qualora ce ne sia bisogno. Nessuno vuole il male altrui per invidia o vendetta, ma solo per una questione di giustizia.